Adorazione

ADORAZIONE EUCARISTICA VOCAZIONALE GIOVEDI SANTO 2024

A cura del Centro Diocesano Vocazioni

“COSA CHIEDETE ALLA CHIESA DI DIO?”

Presso l’altare della reposizione, si dispongono visibilmente i simboli che ricordano che tutti i fedeli, con il Battesimo, vengono innestati in Cristo sacerdote, re e profeta e diventano partecipi della sua vita e della sua missione: una veste bianca, il catino con la brocca e la Parola.

GUIDA: L’adorazione di questa sera, prolungamento dell’Eucaristia che abbiamo celebrato, ci invita ad inchinarci davanti alla presenza viva di Gesù, che ha piegato le sue ginocchia davanti ai nostri piedi per comunicarci tutto il Suo Amore.

Con il Battesimo noi riceviamo il grande dono della fede che ci rende figli di Dio e fratelli in Cristo. Rigenerati dall’acqua e fortificati dalla potenza di Cristo e unti con il crisma della salvezza, Dio Padre ci consacra perché in Cristo possiamo diventare anche noi SACERDOTI, RE e PROFETI.

In piedi

 CANTO INIZIALE

Sac. Nel nome del Padre, del Figlio…

Sac. Fratelli, eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue, grazia e pace in abbondanza a tutti voi.

Tutti E con il tuo spirito

PREGHIAMO INSIEME:

Vieni, Santo Spirito! Vieni!
 Irrompa il tuo Amore
con la ricchezza della sua fecondità.
Diventi in me sorgente di Vita, la tua Vita immortale.
Ma come presentarmi a te
senza rendermi totalmente disponibile,
docile, aperto alla tua effusione?
Signore, parlami tu: cosa vuoi che io faccia?
Sto attento al sussurro leggero del tuo    Spirito
per comprendere quali sono i tuoi disegni,
per aprirmi alla misteriosa invasione
della tua misericordia.
Aiutami a consegnarti la vita
senza domandarti spiegazioni.
È un gesto d’amore, un gesto di fiducia
che ti muova a irrompere nella  mia esistenza
da quel munifico Signore che tu sei.

Anastasio Ballestrero

Seduti

I MOMENTO:

DIVENTARE SACERDOTI

GUIDA: Entrando nel popolo di Dio mediante la fede e il Battesimo, si è resi partecipi della vocazione unica di questo popolo, la vocazione sacerdotale: «Cristo Signore, Pontefice assunto di mezzo agli uomini, fece del nuovo popolo “un regno e dei sacerdoti per Dio, suo Padre”. Infatti, per la rigenerazione e l’unzione dello Spirito Santo i battezzati vengono consacrati a formare una dimora spirituale e un sacerdozio santo». (CCC 784)

Dalla prima lettera di Pietro 2,4-9

Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura:

Ecco, io pongo in Sion

una pietra d’angolo, scelta, preziosa,

e chi crede in essa non resterà deluso.

Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono

la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo

e sasso d’inciampo, pietra di scandalo.

Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.

PER RIFLETTERE…

Dalla Lumen Gentium, 34

Partecipazione dei laici al sacerdozio comune

 Il sommo ed eterno sacerdote Gesù Cristo, volendo continuare la sua testimonianza e il suo ministero anche attraverso i laici, li vivifica col suo Spirito e incessantemente li spinge ad ogni opera buona e perfetta.

A coloro infatti che intimamente congiunge alla sua vita e alla sua missione, concede anche di aver parte al suo ufficio sacerdotale per esercitare un culto spirituale, in vista della glorificazione di Dio e della salvezza degli uomini. Perciò i laici, essendo dedicati a Cristo e consacrati dallo Spirito Santo, sono in modo mirabile chiamati e istruiti per produrre frutti dello Spirito sempre più abbondanti. Tutte infatti le loro attività, preghiere e iniziative apostoliche, la vita coniugale e familiare, il lavoro giornaliero, il sollievo spirituale e corporale, se sono compiute nello Spirito, e anche le molestie della vita, se sono sopportate con pazienza, diventano offerte spirituali gradite a Dio attraverso Gesù Cristo (cfr. 1 Pt 2,5); nella celebrazione dell’eucaristia sono in tutta pietà presentate al Padre insieme all’oblazione del Corpo del Signore. Così anche i laici, in quanto adoratori dovunque santamente operanti, consacrano a Dio il mondo stesso.

CANTO DI MEDITAZIONE (canone da ripetersi o un canto dal repertorio parrocchiale)

Preghiamo insieme: (Dal Prefazio delle domeniche del tempo ordinario I)

RIT: Lode e gloria a te, Signore Gesù

SOLISTA: Mirabile è l’opera da lui compiuta nel mistero pasquale. Lode e gloria a te, Signore Gesù

SOLISTA: Egli ci ha fatti passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla gloria di proclamarci stirpe eletta, regale sacerdozio, gente santa, popolo di sua conquista. Lode e gloria a te, Signore Gesù

 SOLISTA Per annunziare al mondo la tua potenza, o Padre, che dalle tenebre ci hai chiamati allo splendore della tua luce. Lode e gloria a te, Signore Gesù

Pausa di silenzio

II MOMENTO:

DIVENTARE RE

GUIDA: Il popolo di Dio partecipa infine alla funzione regale di Cristo. Cristo esercita la sua regalità attirando a sé tutti gli uomini mediante la sua morte e la sua risurrezione.Cristo, Re e Signore dell’universo, si è fatto il servo di tutti, non essendo «venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti» (Mt 20,28). Per il cristiano «regnare» è «servire» Cristo,soprattutto «nei poveri e nei sofferenti», nei quali la Chiesa riconosce «l’immagine del suo Fondatore, povero e sofferente». Il popolo di Dio realizza la sua «dignità regale» vivendo conformemente a questa vocazione di servire con Cristo. (CCC 786)

Dalla lettera ai Filippesi, 2, 5-11

Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio,

non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo,

diventando simile agli uomini.

Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore! a gloria di Dio Padre.

PER RIFLETTERE…

Dalla Lumen Gentium, 36

Partecipazione dei laici al servizio regale

Cristo, fattosi obbediente fino alla morte e perciò esaltato dal Padre (cfr. Fil 2,8-9), è entrato nella gloria del suo regno; a lui sono sottomesse tutte le cose, fino a che egli sottometta al Padre se stesso e tutte le creature, affinché Dio sia tutto in tutti (cfr. 1 Cor 15,27-28). Questa potestà egli l’ha comunicata ai discepoli, perché anch’essi siano costituiti nella libertà regale e con l’abnegazione di sé e la vita santa vincano in se stessi il regno del peccato anzi, servendo il Cristo anche negli altri, con umiltà e pazienza conducano i loro fratelli al Re, servire il quale è regnare. Il Signore infatti desidera estendere il suo regno anche per mezzo dei fedeli laici: il suo regno che è regno «di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace» [115] e in questo regno anche le stesse creature saranno liberate dalla schiavitù della corruzione per partecipare alla gloriosa libertà dei figli di Dio (cfr. Rm 8,21). Grande veramente è la promessa, grande il comandamento dato ai discepoli: «Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio» (1 Cor 3,23). I fedeli perciò devono riconoscere la natura profonda di tutta la creazione, il suo valore e la sua ordinazione alla lode di Dio, e aiutarsi a vicenda a una vita più santa anche con opere propriamente secolari, affinché il mondo si impregni dello spirito di Cristo e raggiunga più efficacemente il suo fine nella giustizia, nella carità e nella pace. Nel compimento universale di questo ufficio, i laici hanno il posto di primo piano. Con la loro competenza quindi nelle discipline profane e con la loro attività, elevata intrinsecamente dalla grazia di Cristo, portino efficacemente l’opera loro, affinché i beni creati, secondo i fini del Creatore e la luce del suo Verbo, siano fatti progredire dal lavoro umano, dalla tecnica e dalla cultura civile per l’utilità di tutti gli uomini senza eccezione, e siano tra loro più convenientemente distribuiti e, secondo la loro natura, portino al progresso universale nella libertà umana e cristiana. Così Cristo per mezzo dei membri della Chiesa illuminerà sempre di più l’intera società umana con la sua luce che salva. Inoltre i laici, anche consociando le forze, risanino le istituzioni e le condizioni del mondo, se ve ne siano che provocano al peccato, così che tutte siano rese conformi alle norme della giustizia e, anziché ostacolare, favoriscano l’esercizio delle virtù. Così agendo impregneranno di valore morale la cultura e le opere umane. In questo modo il campo del mondo si trova meglio preparato per accogliere il seme della parola divina, e insieme le porte della Chiesa si aprono più larghe, per permettere che l’annunzio della pace entri nel mondo. Per l’economia stessa della salvezza imparino i fedeli a ben distinguere tra i diritti e i doveri, che loro incombono in quanto membri della Chiesa, e quelli che competono loro in quanto membri della società umana. cerchino di metterli in armonia fra loro, ricordandosi che in ogni cosa temporale devono essere guidati dalla coscienza cristiana, poiché nessuna attività umana, neanche nelle cose temporali, può essere sottratta al comando di Dio. Nel nostro tempo è sommamente necessario che questa distinzione e questa armonia risplendano nel modo più chiaro possibile nella maniera di agire dei fedeli, affinché la missione della Chiesa possa più pienamente rispondere alle particolari condizioni del mondo moderno. Come infatti si deve riconoscere che la città terrena, legittimamente dedicata alle cure secolari, è retta da propri principi, così a ragione è rigettata 1 infausta dottrina che pretende di costruire la società senza alcuna considerazione per la religione e impugna ed elimina la libertà religiosa dei cittadini [116].

In piedi

Preghiamo insieme:

Se dovessi scegliere una reliquia della Tua passione

prenderei proprio quel catino di acqua sporca.

Girerei il mondo con quel recipiente

e ad ogni piede cingermi dell’asciugatoio

e curvarmi giù in basso

non alzando mai la testa oltre il polpaccio

per non distinguere i nemici dagli amici

e lavare i piedi

del vagabondo, dell’ateo, del drogato, del carcerato,

dell’omicida, di chi non mi saluta più, di quel compagno

per cui non prego mai, in silenzio.

Finché tutti abbiano capito nel mio, il Tuo amore.

(Madeleine Delbrel)

CANONE

Seduti

Pausa di silenzio

III MOMENTO:

DIVENTARE PROFETI

 GUIDA: «Il popolo santo di Dio partecipa pure alla funzione profetica di Cristo». Ciò soprattutto per il senso soprannaturale della fede che è di tutto il popolo, laici e gerarchia, quando «aderisce indefettibilmente alla fede una volta per tutte trasmessa ai santi»e ne approfondisce la comprensione e diventa testimone di Cristo in mezzo a questo mondo.(CCC785)

Dal Vangelo di Luca, 4,16-21

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore
.Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete

ascoltato».

PER RIFLETTERE…

Dalla Lumen Gentium, 35

Partecipazione dei laici alla funzione profetica del Cristo

Cristo, il grande profeta, il quale con la testimonianza della sua vita e con la potenza della sua parola ha proclamato il regno del Padre, adempie il suo ufficio profetico fino alla piena manifestazione della gloria, non solo per mezzo della gerarchia, che insegna in nome e con la potestà di lui, ma anche per mezzo dei laici, che perciò costituisce suoi testimoni provvedendoli del senso della fede e della grazia della parola (cfr. At 2,17-18; Ap 19,10), perché la forza del Vangelo risplenda nella vita quotidiana, familiare e sociale. Essi si mostrano figli della promessa quando, forti nella fede e nella speranza, mettono a profitto il tempo presente (cfr. Ef 5,16; Col 4,5) e con pazienza aspettano la gloria futura (cfr. Rm 8,25). E questa speranza non devono nasconderla nel segreto del loro cuore, ma con una continua conversione e lotta «contro i dominatori di questo mondo tenebroso e contro gli spiriti maligni» (Ef 6,12), devono esprimerla anche attraverso le strutture della vita secolare.

Come i sacramenti della nuova legge, alimento della vita e dell’apostolato dei fedeli, prefigurano un cielo nuovo e una nuova terra (cfr. Ap 21,1), così i laici diventano araldi efficaci della fede in ciò che si spera (cfr. Eb 11,1), se senza incertezze congiungono a una vita di fede la professione di questa stessa fede. Questa evangelizzazione o annunzio di Cristo fatto con la testimonianza della vita e con la parola acquista una certa nota specifica e una particolare efficacia dal fatto che viene compiuta nelle comuni condizioni del secolo. In questo ordine di funzioni appare di grande valore quello stato di vita che è santificato da uno speciale sacramento: la vita matrimoniale e familiare. L’esercizio e scuola per eccellenza di apostolato dei laici si ha là dove la religione cristiana permea tutta l’organizzazione della vita e ogni giorno più la trasforma. Là i coniugi hanno la propria vocazione: essere l’uno all’altro e ai figli testimoni della fede e dell’amore di Cristo. La famiglia cristiana proclama ad alta voce allo stesso tempo le virtù presenti del regno di Dio e la speranza della vita beata. Così, col suo esempio e con la sua testimonianza, accusa il mondo di peccato e illumina quelli che cercano la verità. I laici quindi, anche quando sono occupati in cure temporali, possono e devono esercitare una preziosa azione per l’evangelizzazione del mondo. Alcuni di loro, in mancanza di sacri ministri o essendo questi impediti in regime di persecuzione, suppliscono alcuni uffici sacri secondo le proprie possibilità; altri, più numerosi, spendono tutte le loro forze nel lavoro apostolico: bisogna tuttavia che tutti cooperino all’ estensione e al progresso del regno di Cristo nel mondo. Perciò i laici si applichino con diligenza all’approfondimento della verità rivelata e domandino insistentemente a Dio il dono della sapienza.

Pausa di silenzio

In piedi

CANTO DI MEDITAZIONE

Seduti

Riflessione del celebrante

In piedi

SAC. Il Signore Gesù ci insegna che amare è servire, donare la vita. Solo la fedeltà a questa fondamentale vocazione può darci la gioia dell’incontro con Lui e la pace nel rapporto con gli altri.

Preghiamo per esser degni della nostra chiamata e ripetiamo insieme:

Conformaci a Te, Signore

  • Per la Chiesa. Perché riscopra continuamente l’infinita ricchezza dell’amore di Dio ricevuto    nel Battesimo e lo faccia conoscere al mondo con la quotidiana testimonianza di vita. Preghiamo
    Conformaci a Te, Signore
  • Per le famiglie. In ogni casa si viva quotidianamente l’amore di Cristo per la Chiesa e nel “sì” rinnovato ogni giorno gli sposi siano disponibili a vivere per sempre l’amore fedele e fecondo. Preghiamo Conformaci a Te, Signore
  • Per i giovani e per quanti udranno il tuo invito a seguirti più da vicino nella professione dei consigli evangelici, affinché aprano il loro cuore alla tua voce amica che li chiama, siano animati dal tuo Spirito di discernimento e scoprano la bellezza e la grandezza della vita sacerdotale, religiosa e missionaria. Preghiamo Conformaci a Te, Signore
  •  Per i sacerdoti e le persone consacrate. Siano capaci di vivere fedelmente il dono della vita e si       lascino ravvivare quotidianamente dal fuoco dello Spirito e dell’amore di Dio. Preghiamo Conformaci a Te, Signore
  • Per quanti sono nella sofferenza. Non siano lasciati ai margini e nella solitudine ma la presenza della Chiesa giunga in tutti i luoghi dove gli uomini e le donne soffrono per la malattia e la povertà per portare la luce del Vangelo. Preghiamo Conformaci a Te, Signore
  • Per la pace nelle terre e per le popolazioni che oggi soffrono a causa della violenza e dei conflitti in tutto il mondo, perché possano presto vivere in una pace duratura. Preghiamo Conformaci a Te, Signore

 PADRE NOSTRO

CANTO DI ADORAZIONE   (mentre tutti si inginocchiano, il sacerdote fa l’offerta dell’incenso)                                                                                                                                      

PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Sac.                 Padre buono, Divino Artigiano,

                        che hai creato l’universo con Sapienza e Amore

                        perché fosse abitato dalle tue creature,

Tutti              guarda con bontà

                       e accompagna con paternità

                       tutti noi Tuoi figli

                       ragazzi, giovani e famiglie.

Sac.                 Infondi in noi il desiderio di cercarti sempre

                        per costruire con Te e con il figlio tuo Gesù Cristo

                        una nuova umanità

                        che sia CASA accogliente,

                        luogo di COMUNIONE e di CARITÀ,

                        dove sentirci e vivere tutti da FRATELLI.

Tutti               Il Tuo Spirito ci doni ogni giorno la grazia

                        di sentirci pietre preziose della Tua CASA

                        perché ognuno scopra quale posto occupare

                        nell’edificazione di un Regno che profumi di Vangelo.

Sac.                 La Vergine Maria Odegitria

                        e i santi patroni Nicola e Sabino

                        ci accompagnino in questo cammino

                        per creare una CASA

                        dove ognuno si senta amato e chiamato

                        a lavorare con Te.

                                                                                   don Nicola Simonetti

SAC. Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna

TUTTI: Amen

SAC. Benediciamo il Signore.

TUTTI: Rendiamo grazie a Dio

CANTO FINALE