Adorazione cdv

CENTRO DIOCESANO VOCAZIONI
ARCIDIOCESI DI BARI-BITONTO

11 Marzo 2021

Realtà

“Io sono una missione
su questa terra,
e per questo mi trovo
in questo mondo.
Bisogna riconoscere se stessi
come marcati a fuoco
da tale missione di illuminare,
benedire, vivificare,
sollevare, guarire, liberare.
Lì si rivela l’infermiera nell’animo,
il maestro nell’animo,
il politico nell’animo,
quelli che hanno deciso,
nel profondo, di essere
con gli altri e per gli altri.”
PAPA FRANCESCO,
Evangelii gaudium, 273

Canto iniziale
TUTTO IL MIO AMORE
(Piera Cori)

Ecco, io ti cerco ancora
e nel deserto ti condurrò,
Là parlerò al tuo cuore,
e tutto il mio amore ti darò.
Ecco, tu saprai il mio nome,
e sarai sempre con me,
Niente più ti allontanerà,
dalla mia fedeltà.

Io ti seguirò, Signore Dio,
dove tu vorrai io sarò,
A te canterò ogni mia canzone,
Poiché tutto hai dato a me.

Ecco, cambierò il tuo cuore
con un cuore nuovo e grande,
E tornerai a cantare
canzoni di libertà.
Ecco, ti farò mia sposa
nella giustizia e nella verità
Mi chiamerai “mio Signore”,
ogni paura svanirà.

Sac. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti Amen
Sac. Il Signore sia con voi.
Tutti E con il tuo Spirito

Sac. Spirito Santo,
Maestro impareggiabile,
insegnaci ogni cosa,
secondo la promessa
fatta da Gesù ai suoi discepoli.
Non ci nascondere
nulla del mistero,
tu che desideri comunicarci
tutto ciò che viene da Dio.

Tutti: Facci conoscere
tutta la dottrina del Vangelo,
tutto ciò che Cristo ha avuto intenzione di rivelarci.
Insegnaci il grandioso piano

di Dio sull’universo
e l’opera compiuta per conferire all’ umanità il più alto destino.
Mostraci il posto particolare

che il Padre ci ha riservato
nella creazione.

Sac. Non ti stancare di istruirci, perché noi non arriviamo mai
a comprendere fino in fondo quanto ci insegni e ancor più
Stentiamo a metterlo in pratica.
Insegnaci le meraviglie dell’amore divino e dacci la grazia di ammirarle nel più profondo dell’anima nostra.

Tutti: Svelaci tutti i tuoi tesori che hai racchiusi nella Scrittura
perché diventino la nostra ricchezza.
Insegnaci quali devono essere

i principi della nostra condotta
e l’applicazione che dobbiamo farne

alle più umili circostanze
della nostra vita.
Accompagnaci in ogni istante con il tuo insegnamento affinché
la nostra via sia sempre illuminata dalla tua luce.

(Jean Galot)

DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI
(8,26-40)
     Un angelo del Signore parlò intanto a Filippo: «Alzati, e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta».
     Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etiope, un eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme, se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti, e raggiungi quel carro».
     Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: Come una pecora fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, ma la sua posterità chi potrà mai descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita. E rivoltosi a Filippo l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?».
     Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù.
     Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c’era acqua e l’eunuco disse: «Ecco qui c’è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?».
     Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando furono usciti dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino.
     Quanto a Filippo, si trovò ad Azoto e, proseguendo, predicava il vangelo a tutte le città, finché giunse a Cesarèa.
     Parola di Dio

PAUSA DI SILENZIO

Canone di Taizè
Il Signore è la mia forza
Il Signore è la mia forza,
e io spero in lui,
il Signore è il Salvator,
in Lui confido non ho timor,
in Lui confido non ho timor.

In ascolto di un testimone

Canto di esposizione
VOCE DEL MIO CANTO
(Gen Rosso)

Una luce che rischiara
La mia via, la mia casa
Sei

Il coraggio del mio andare
La mia forza nel restare
Sei

La speranza nel timore
La carezza nel dolore
Il rifugio del mio cuore
Sei tu

La voce del mio canto, sei
Il pane quotidiano, sei
Tu l’unico mio bene, sei

La pienezza della gioia
Il Signore della Storia, sei
Dentro il cuore sei la voce
Cireneo della mia croce, sei

La risposta al mio cercare
Sei il premio al mio donare
E la gioia nell’amare
Sei tu

La voce del mio canto, sei
Il pane quotidiano, sei
Tu l’unico mio bene, sei
Sei tu

Sorgente dell’amore, sei
Respiro del mio cuore, sei
Il faro nella notte sei
Sei tu

Sorgente dell’amore, sei
Respiro del mio cuore, sei
Il faro nella notte sei
Tu sei

“CHE COSA MI IMPEDISCE DI ESSERE BATTEZZATO?”

     Sulla strada deserta ad un’ora non certamente propizia, Filippo guidato dallo Spirito incontra una persona; un uomo, eunuco, funzionario della regina di Etiopia, personaggio illustre ma con un vuoto nel cuore.

Nel profondo di se stesso
desidera sopra ogni altra cosa colmare quel vuoto:
Trovare un senso alla sua vita!!

     Ognuno segue il proprio cammino, entrambi sulla strada verso Gaza, entrambi in qualche modo guidati dallo Spirito.
Succede sempre così: il piano di Dio si realizza pienamente quando l’uomo collabora creativamente con Lui.

Attraverso l’eunuco,
Filippo si lascia interpellare
nel suo ministero di accompagnamento.

     Attraverso Filippo, l’eunuco incontra il Cristo, e con il Battesimo si unisce per sempre al Signore della Vita, a Colui che lo fa entrare nella pienezza della vita.

Anche noi possiamo essere come Filippo e l’eunuco, capaci di esprimere le domande profonde che abitano nel nostro cuore.
Anche noi, attraverso guide sagge e preziose potremmo essere condotti all’incontro con Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.

     Perché all’eunuco non venga impedito il battesimo, è necessario che Filippo, guidato dallo Spirito, si lasci interpellare dal funzionario di Candace in quel preciso istante: “Capisci quello che stai leggendo?”

Filippo, SI ALZA, SI METTE IN CAMMINO, INCONTRA, OSSERVA, ASCOLTA, SI FA VICINO.
     Sente che l’eunuco ha bisogno di aiuto, vorrebbe essere guidato, vorrebbe comprendere quella Parola.

     Quali sono state o quali sono oggi le guide fondamentali della tua vita?
     Chi ti ha aiutato a comprendere i segni di Dio nella tua storia?
     Chi sono i tuoi “insegnanti di vita?

“Come potrei capire se nessuno mi istruisce?”

     Non basta che Filippo si accorga di quest’uomo, ma è necessario che anche l’eunuco esprima la sua richiesta. Vorrebbe capire, vorrebbe essere istruito e guidato…per diventare una nuova creatura, per essere battezzato.

     PER SCEGLIERE NELLA VITA, NON POSSIAMO FARE TUTTO DA SOLI.
Dobbiamo avere il coraggio di chiedere aiuto allo Spirito che, attraverso insegnanti, educatori, genitori, sacerdoti, consacrati, ci aiutino a dare senso alla nostra vita.

     E tu hai mai chiesto a qualcuno di “istruirti”, di guidarti,
     di accompagnarti a comprendere il progetto che Dio ha su di te?

Subito dopo l’eunuco, “invitò Filippo a salire e sedere accanto a lui”

     Filippo e l’eunuco fanno un tratto di strada insieme.
     Accompagnatore e accompagnato si aiutano a vicenda fino ad una comprensione più chiara della volontà di Dio.

     Finalmente, guidati dallo Spirito arrivano ad una scelta!

“scesero tutti e due nell’acqua” e Filippo battezza l’eunuco.

C’È UNA NUOVA VITA!
L’eunuco riacquista gioia e dà senso al suo cammino.
Ora può proseguire anche senza Filippo.

Grazie Signore
perché mi hai fatto camminare
insieme a “Filippo”.
Grazie Signore perché

“Filippo” mi ha insegnato
che la vita è una vocazione:

una chiamata a rinascere.

Canone di Taizè
O Christe, Domine Jesu!
O Christe, Domine Jesu!

Mentre chi presiede fa l’offerta dell’incenso,
chi può si metta in ginocchio

Canto di adorazione
Tu sei la perla preziosa (RnS)


Tu sei la perla preziosa
che alla mia vita da valore
Per te lascio ogni cosa
e seguo te o mio Signore

Voglio seguirti Signore
perché hai sedotto il mio cuore
Voglio obbedirti Maestro
il tuo volere con gioia farò (2V)

Tu sei il tesoro più grande
la vera fonte dell’amore
Per te vendo ogni bene
e ti proclamo o mio Signore

Voglio seguirti Signore…

Giovani
Signore Gesù, buon Pastore,
benedici le nostre comunità cristiane,
perché, attraverso l’ascolto attento e fedele della tua Parola, il Mistero celebrato nella liturgia e la carità generosa e feconda, diventino il terreno favorevole dove le vocazioni possano nascere e svilupparsi.

Sac.
Illuminati e sostenuti
dalla tua Parola,
ti preghiamo, in modo particolare, per i giovani
perché si pongano in attento ascolto della tua chiamata e continuino ad arricchire la Chiesa con la loro risposta, servendo con generosità i fratelli.

Tutti
Ascolta, o Cristo,
le nostre preghiere
per intercessione della
Vergine Maria, Odegitria;
Lei, che ha accolto e risposto
generosamente
alla tua Parola,
sostenga con la sua presenza
e il suo esempio
coloro che Tu chiami al dono
totale e gioioso della loro vita
per il servizio del tuo regno.
Amen.

(Mons. Francesco Cacucci)

BENEDIZIONE EUCARISTICA

Benedetto il Dio dei nostri Padri
Benedetto il Suo Nome Santo
Benedetto Gesù, Misericordia del Padre
Benedetto Gesù, Unico Salvatore
Benedetto Gesù, Pane per il nostro viaggio
Benedetto Gesù, Acqua per la nostra sete
Benedetto Gesù, Eterno Riconciliatore
Benedetto lo Spirito Santo, Sorgente di ogni ministero
Benedetto lo Spirito Santo, Anima della Comunità
Benedetta la Vergine Maria, Madre di Cristo e dei Popoli
Benedetta la Vergine Maria, Modello dei Cristiani
Benedetta la Vergine Maria, Sede della Sapienza
Benedetti Voi, Uomini e Donne, Amici del Signore
Il nostro Dio sia annunziato a tutti.

Canto finale
IN ETERNO CANTERO’
(RnS)

In eterno canterò la tua lode, mio Signor
Le mie labbra esalteranno la tua fedeltà
Io per sempre ti benedirò e annuncerò il tuo nome
In eterno io ti canterò
In eterno canterò la tua lode, mio Signor…

In eterno canterò la tua lode, mio Signor…
Anche se la tempesta mi colpirà
La mia lode, a te, Signore, si eleverà
Sei tu la mia fiducia, io spero in te
Tu sei il mio Signore, il mio re

In eterno canterò la tua lode, mio Signor…
Anche se nel deserto mi perderò
La tua strada, mio Signore, io cercherò
La luce del tuo amore mi guiderà
Riparo nella notte tu sarai

In eterno canterò la tua lode, mio Signor…
Anche se dal dolore io passerò
La tua croce, mio Signore, contemplerò
Le mani verso il cielo innalzerò
La voce del tuo figlio ascolterai

In eterno canterò la tua lode, mio Signor…
In eterno canterò la tua lode, mio Signor…
Io per sempre ti benedirò e annuncerò il tuo nome
In eterno io ti canterò Signor
In eterno io ti canterò Signor

TRATTO DAL LIBRO “DIO E’ GIOVANE” DI PAPA FRANCESCO
(cap. III Insegnare è imparare)

     … Un buon educatore fa a se stesso ogni giorno questa domanda: “Oggi ho il cuore abbastanza aperto da lasciarci entrare la sorpresa?”.
Educare non significa solo spiegare teorie, ma significa soprattutto dialogare, far trionfare il pensiero dialogico. Un buon educatore vuole imparare qualcosa ogni giorno dai bambini, dai suoi figli. Non esistono educazioni unidirezionali, ma solo educazioni bidirezionali.
     Io insegno a te, ma mentre lo faccio tu stai insegnando a me qualcosa, forse qualcosa di ancor più utile rispetto a ciò che ti insegno io. Se io educatore ti sto insegnando teorie, tu che mi ascolti mi stai insegnando come le recepisci nella pratica e come le interpreti individualmente, come le porti nel mondo, miscelandole alla tua personalità e alle tue esperienze precedenti. Abbiamo tutti qualcosa da insegnare, ma anche molto da imparare: non scordiamocelo mai, a ogni età, a ogni stagione della vita…
     La vera cultura ha tre linguaggi. Quello della testa, che è quello che usano oggi alcune università, magari per formare disoccupati professionisti; poi c’è il linguaggio del cuore; e infine il linguaggio delle mani, quello del fare.
     È molto urgente che l’educazione, e chi di educazione si occupa, riesca a mettere in gioco e ad armonizzare tutti e tre questi linguaggi. “Impara quello che senti e fai ”; “Senti quello che pensi e fai” ; “Senti quello che pensi e fai”.
     Tutto deve essere connesso, deve essere integrato, sistematico e mobile,
flessibile. Non può più essere statico come prima. Dobbiamo essere più onesti con gli studenti. Oggi si può lavorare con un giovane senza aiutarlo a sentire e senza aiutarlo a fare. Dobbiamo, come dicevo, essere in movimento, sempre.

     “Studiare” deve già contenere il “pensare” insieme con il “fare” e con il “sentire”. Tante volte esigiamo dagli studenti un’eccessiva formazione in alcuni campi che consideriamo importanti.
     Chiediamo loro di apprendere una quantità di cose perché diano “il massimo”.
     Ma non diamo altrettanta importanza al fatto che conoscano la loro terra, che amino le loro radici e soprattutto che “facciano”.
     I giovani studenti cercano in molti modi la “vertigine” che li faccia sentire vivi.
     Dunque, diamogliela! Stimoliamo tutto ciò che li aiuta davvero a trasformare i loro sogni in progetti.
     Adoperiamoci affinché possano scoprire che tutto il potenziale che hanno è un ponte, un passaggio verso una vocazione, nel senso più largo e bello della parola. Proponiamo loro menti ampie, grandi sfide e aiutiamoli a realizzarle, a raggiungerle. Non lasciamoli soli, perciò sfidiamoli più di quanto loro stessi ci sfidano. Aiutiamo i giovani a crescere sanamente anticonformisti!
     Non lasciamo che la “vertigine” la ricevano da chi non fa mettere a rischio la loro vita: diamogliela noi! Questo ovviamente richiede di trovare educatori capaci di impegnarsi nella crescita dei ragazzi. Per educare gli adolescenti di oggi non possiamo continuare a utilizzare un modello di istruzione meramente scolastico, solo di idee. Bisogna seguire il ritmo della loro crescita.
     È importante aiutarli ad acquisire autostima, a credere che realmente
possono riuscire in ciò che si propongono.
     Se vogliamo che i nostri figli siano formati e preparati per il domani, non è solo imparando una materia scolastica che ci riusciranno.
     È necessario che si connettano, che conoscano le loro radici. Solo così
potranno volare alto, altrimenti saranno afferrati dalle “ visioni” di altri.