ADORAZIONE EUCARISTICA

Ci siamo raccolti in preghiera con fede, per adorare il Signore vivente e presente nel sacramento dell’Eucaristia: nella Celebrazione della Cena del Signore facciamo memoria dell’istituzione del sacramento dell’altare; ora ne contempliamo il frutto di amore che come uva nel torchio e grano nella macina è diventato per noi il Corpo e il Sangue di Cristo, nutrimento di salvezza. La sua Presenza trasfiguri la nostra vita; trasformi questo nostro cenacolo da casa della paura in “casa dell’amore”. Contemplando Lui desideriamo passare dall’isolamento alla comunione con Lui e con quanti ci sono vicino.

Saluto del sacerdote

Solista: Sono davanti a te Signore Gesù: ho con me il vissuto, le speranze e le delusioni, gli incontri e le chiusure che hanno reso nuovo e singolare questo giorno.

 Tutti:  Siamo davanti a te, Vita della nostra vita:  la tua presenza viva, vera, feconda, rinnovi la nostra esperienza dell’amore di Dio Padre,  la renda concreta, appassionata, visibile in ogni scelta. Sentirti vivo, ci renda vivi.

 Solista: Sono davanti a te, Signore della mia vita,  con l’unico desiderio di adagiare nel tuo cuore ciò che sono: la mia vita, la mia storia, il mio futuro, semplicemente me stesso.

  Tutti: E tu, Maestro buono, ci chiami a venire a te, a restare in te, ad aprirci al dono totale che tu sei per noi. Ci inviti a non restare in noi, chiusi sulle nostre posizioni, ma a muoverci verso te, sospinti solo dalla fiducia.

 Solista: Sono davanti a te, Figlio mandato dal Padre, perché da te voglio accogliere il suo amore infinito, in te voglio scorgerne le profondità, in te vorrei imparare a viverlo.

 Tutti: Signore Gesù, mandato dal Padre per avere in te la Vita vera, tu sei per noi la nostra stessa possibilità di vivere da figli di scoprirci amati, salvati, redenti senza meriti particolari.
Sei il nostro tutto, Signore, tu sei la nostra pace e il nostro unico e vero grande bene.

Solista: Sono davanti a te, Amico dei peccatori, per sentir risuonare nella tua la voce del Padre che, sul peccato, proclama il perdono.

 Tutti:  Figlio amato, donato, benedetto e spezzato: così ti contempliamo nell’immenso dono dell’Eucarestia.
In te sperimentiamo l’abbraccio paterno di Dio, che nel bacio della benedizione ci colma di vita, ci apre a una vita nuova, ci insegna a percorrere le strade della fiducia, accolta, sperimentata e donata. (M. Tasselli)

seduti – silenzio

In ascolto della Parola

Dal Vangelo secondo Luca (24,35-49)

I due di Emmaus poi fecero ritorno a Gerusalemme e riferirono agli undici e agli altri che erano con loro ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni.

E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

Silenzio – Riflessione  

Cleopa e l’amico tornarono a Gerusalemme di corsa e andarono a raccontare agli altri quello che avevano visto, chi avevano incontrato.

Entrarono nella casa dell’amore – il cenacolo – per consegnare ai fratelli il loro tesoro: l’Amore ritrovato, il Signore non più morto ma Vivente.

Tu oggi sei qui, come nel Cenacolo! Hai trovato il tesoro: il tesoro dell’amore di Dio.

Ora sai dov’è, ma non sei ancora pronto a possederlo pienamente. Tanti affetti continuano ad agitarti.

Tante paure…

Un amore appena trovato ha bisogno di essere nutrito in uno spazio tranquillo e intimo.

Trovare il tesoro senza essere ancora pronto a possederlo pienamente ti renderà inquieto.

È l’inquietudine della ricerca di Dio. È la via verso la santità.

È il cammino verso il luogo in cui potrai riposare.

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!» (Gv 20,19)

Il cenacolo è lo spazio tranquillo e intimo dove i discepoli hanno scoperto il tesoro, dove hanno conosciuto e sperimentato la grandezza e la profondità dell’amore del Signore.

Ora però hanno paura! Stanno insieme, ma in realtà sono soli, isolati…

Le porte chiuse ermeticamente dall’interno. Come i loro cuori! E negli occhi e sul volto la paura di fare la stessa fine del Signore, il timore di un domani ormai incerto, buio, misterioso.

In questa luce, considera tre parole importanti:

essere soli – isolamento – solitudine.

Tu, io, tutti siamo soli.

L’essere solo è un fatto naturale: nessun altro nel mondo è come me.

Sono unico. Nessun altro vive le esperienze del mondo come le vivo io. Sono solo!

Come affrontare questo “essere soli”?

Se lo consideri un isolamento, sperimenti il tuo esser solo come una ferita, qualcosa che ti fa male, ti rende infelice e ti fa gridare: «C’è qualcuno che possa aiutarmi?».

Come cristiani, come gli apostoli nel cenacolo, siamo chiamati a trasformare il nostro isolamento in solitudine.

Siamo chiamati a sperimentare l’esser soli non come una ferita, ma come un dono – un dono di Dio – che ci fa scoprire quanto profondamente siamo amati da Lui.

In questo ci aiuta il Signore: Lui entra nel cuore e gli dona la Pace!

Dona, ancor più, la consapevolezza di essere figli amati. Veramente amati!

Infatti è proprio là dove siamo più soli, più unici, più noi stessi, che Dio ci è più vicino.

In questa intimità sperimentiamo Dio come Padre amorevole,

che ci conosce meglio di quanto noi conosciamo noi stessi.

Prova a sperimentare la tua solitudine in questa prospettiva:

ti renderai conto che dove sei più solo, sei più amato da Dio.

Vissuta così, la tua “solitudine” è una qualità del cuore,

una qualità interiore che ti aiuta ad accettare con amore il tuo essere solo come dono di Dio.

Il dono di amore che Dio ha fatto a te, ma non può restare chiuso in te:

deve diventare amore fraterno, amore universale.

Nel cenacolo

– spazio tranquillo e intimo dove i discepoli hanno vinto la paura di restare isolati, anche tu accogli il dono di Dio, l’amore!

Nell’amore ogni attività diventa attività per l’altro.

Se accettiamo il nostro essere soli come dono di Dio, e lo trasformiamo in profonda solitudine, allora da quella solitudine abitata da Lui possiamo andare verso gli altri, possiamo riunirci in comunità e fare comunità.

Se io trovo Gesù nella mia solitudine e tu trovi Gesù nella tua solitudine, allora il Risorto ci chiama a stare insieme, e possiamo diventare amici, sperimentando la gioia di vivere nel Signore.

«Venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”

E i discepoli gioirono al vedere il Signore» (Gv 20,19-20)

Preghiera

Signore Gesù,

grazie perché ti sei fatto riconoscere nello spezzare del pane.

Ci hai incontrati su questa strada, stanchi e delusi, e non ci hai abbandonato a noi stessi e alla nostra tristezza.

Ci hai inquietati con i tuoi rimproveri, ma soprattutto sei entrato dentro di noi, ci hai svelato il segreto di Dio su di Te, nascosto nelle pagine della Scrittura.

Hai camminato con noi, come un amico paziente, hai suggellato l’amicizia spezzando con noi il pane, hai acceso il nostro cuore perché riconoscessimo in Te il Salvatore di tutti.

E sul far della sera, ti pregammo di restare con noi e di colmare il nostro immenso desiderio di Te.

Per questo vogliamo diventare tua presenza accanto ai fratelli.

Per questo, o Signore ti chiediamo di aiutarci a restare sempre con Te, ad aderire alla tua persona

con tutto l’ardore del nostro cuore, ad assumere con gioia la missione che tu ci affidi:

essere comunità di discepoli capaci di relazioni nuove.

Seduti.

Riflessione del sacerdote

In piedi

Sac. Il Signore Gesù ci insegna che amare è donare la vita.

La comunità cristiana è chiamata ad essere comunità di discepoli che vivono tra loro alla maniera dei fratelli e, a partire dalla relazione con Cristo, li rende capaci di relazioni nuove.

Solo la fedeltà a questa fondamentale vocazione può darci la gioia dell’incontro con Lui e la pace nei rapporti con gli altri. Preghiamo per essere degni della nostra chiamata:

Tutti:  Rimani con noi, Signore.   

Lettore: Ti preghiamo per il nostro Papa Leone:
la forza del tuo Spirito o Signore gli doni energie nuove per il compimento della missione apostolica. Grazie per avercelo dato come padre pastore e guida sicura per la tua Chiesa. Preghiamo.

Lettore: Ti preghiamo per il nostro Vescovo Giuseppe:
Tu, che gli hai affidato la cura di questa eletta Chiesa di Bari – Bitonto, ispira le sue azioni e accompagnale con il tuo aiuto perché sia per tutti i tuoi figli segno del tuo amore e della tua sollecitudine di Padre. Preghiamo.

Lettore: Ti preghiamo per tutti i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, e per le comunità loro affidate:
Con la loro testimonianza di vita diffondano nel mondo il buon profumo di Cristo. Preghiamo.

Lettore: Ti preghiamo per i giovani:
Suscita nel loro cuore il desiderio di te perché prendano il largo sulla tua Parola. Riempili con il tuo Spirito di fortezza e di prudenza e siano capaci di scoprire la piena verità di sé e della loro vocazione. Preghiamo.

Lettore: Ti preghiamo per il mondo intero:
Ogni donna e ogni uomo da te creati e amati, vivano il cammino della pace negli umili e semplici gesti quotidiani. E noi cristiani, loro fratelli, attratti irresistibilmente dal fascino della tua Presenza e nutriti dal tuo Corpo e dal tuo Sangue, possiamo essere per loro fermento di amore e di santità.  Preghiamo.

Lettore: Ti preghiamo per le famiglie della nostra comunità:
gli sposi cristiani, nell’intesa profonda e nello scambio reciproco, vivano relazioni che educhino i figli a vivere la propria vita come vocazione all’amore. Preghiamo.

Sac. Dio onnipotente, creatore della luce e Signore dei giorni, quando il sole declina e la notte scende con la sua oscurità: rendi i nostri cuori come lampade ardenti affinché sappiamo attendere il tuo Giorno e discernere la luce nuova della Pasqua. Allora apparirà nella gloria il tuo Figlio unigenito, l’Agnello immolato, il vivente, il Signore del Giorno che non avrà tramonto. Egli ci attirerà tutti a sé nel regno eterno benedetto nei secoli dei secoli.

Tutti:  Amen

Benedizione Eucaristica

Acclamazioni