Adorazione
Preghiamo per le Vocazioni di speciale consacrazione
Venerdì 11 febbraio 2022

CANTO DI INIZIO
– CHIESA DI DIO
Chiesa di Dio:
popolo in festa,
alleluia, alleluia!
Chiesa di Dio:
popolo in festa,
canta di gioia:
il Signore è con te.
Dio ti ha scelto, Dio ti chiama,
nel suo amore ti vuole con sé:
spargi nel mondo il suo Vangelo,
seme di pace e di bontà.
Dio ti nutre col suo cibo,
nel deserto rimane con te.
Ora non chiudere il tuo cuore,
spezza il tuo pane a chi non ha.

Sac. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti Amen
Sac. Il Signore sia con voi.
Tutti E con il tuo Spirito
Sac. Signore, sto davanti a te;
Tu mi hai creato, ti prego con tutto il cuore.
Voglio vivere per la missione che mi hai dato.
Tutti Colmami della tua grazia.
Mi hai creato; creami di nuovo.
Chiama le mie forze al tuo servizio…
Sac. Padre, nel più intimo del mio cuore,
attirami a te, verso la tua maestà
al di sopra di ogni cosa terrena.
Tutti Sollevami, sopra tutto quanto c’è di caduco,
alla tua eternità.
In te è la luce, la pienezza della vita, presso di te
è la nostra patria.
Sac. Padre, tutto è nella tua mano.
Ho fiducia in te.
Affido alla tua provvidenza tutti i miei,
e me stesso e il mio lavoro
(R. Guardini)

DAL LIBRO DELL’ESODO 3,1-15
Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava.
Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe».
Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Hittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l’oppressione con cui gli Egiziani li tormentano. Ora va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!».
Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti? Rispose: «Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte». Mosè disse a Dio: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?”.
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi».Dio aggiunse a Mosè: «Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
Parola di Dio
PAUSA DI SILENZIO
Canone: Bonum est confidere
Bonum est confidere in Domino,
bonum sperare in Domino.

CANTO DI ESPOSIZIONE
Ecco lo sposo,
andategli incontro.
Ubi caritas et amor,
Ubi caritas Deus ibi est.
Adorazione personale del Cristo nella Eucaristia!
– SILENZIO –

“Parla, Signore, che il tuo servo ascolta” (1 Libro di Samuele 3,10): queste parole esprimono bene il fatto che l’ascolto, secondo la rivelazione ebraico-cristiana, è l’atteggiamento fondamentale della preghiera. E contestano un nostro frequente atteggiamento che si vuole di preghiera ma che riduce al silenzio Dio per lasciar sfogare le nostre parole. Dunque la preghiera cristiana è anzitutto ascolto: essa infatti non è tanto espressione dell’umano desiderio di autotrascendimento, quanto piuttosto accoglienza di una presenza, relazione con un Altro che ci precede e ci fonda. Per la Bibbia, Dio non è definito in termini astratti di essenza, ma in termini relazionali e dialogici: egli è anzitutto colui che parla, e questo parlare originario di Dio fa del credente un chiamato ad ascoltare. E’ emblematico il racconto dell’incontro di Dio con Mosè al roveto ardente (cf. Esodo 3,1-14): Mosè si avvicina per vedere lo strano spettacolo del roveto che brucia senza consumarsi, ma Dio vede che si era avvicinato per vedere e lo chiama dal roveto interrompendo il suo avvicinarsi. Il regime della visione è quello dell’iniziativa umana che porta l’uomo a ridurre la distanza da Dio, è il regime del protagonismo umano, è scalata dell’uomo verso Dio, invece il Dio che si rivela fa entrare Mosè nel regime dell’ascolto e conserva la distanza tra Dio e uomo che non può essere valicata affinché possa esservi relazione: “Non avvicinarti!” (Esodo 3,5). E ciò che era uno strano spettacolo diviene per Mosè presenza familiare: “io sono il Dio di tuo padre” (Esodo 3,6). A Prometeo che sale l’Olimpo per rubare il fuoco si oppone Mosè che si ferma di fronte al fuoco divino e ascolta la parola.
A partire da quell’ascolto originario e generante, la vita e la preghiera di Mosè saranno due aspetti inscindibili dell’unica responsabilità di realizzare la parola ascoltata. Nell’ascolto Dio si rivela a noi come presenza antecedente ogni nostro sforzo di comprenderla e di coglierla. Dunque il vero orante è colui che ascolta. Per questo “ascoltare è meglio dei sacrifici” (1 Libro di Samuele 15,22), è cioè meglio di ogni altro rapporto tra Dio e uomo che si fondi sul fragile fondamento dell’iniziativa umana. Se la preghiera è un dialogo che esprime la relazione tra Dio e l’uomo, l’ascolto è ciò che immette l’uomo nella relazione, nell’alleanza, nella reciproca appartenenza: “Ascoltate la mia voce! Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete mio popolo” (Geremia 7,23). Capiamo allora perché tutta la Scrittura sia attraversata dal comando dell’ascolto: è grazie all’ascolto che noi entriamo nella vita di Dio, anzi, consentiamo a Dio di entrare nella nostra vita. Il grande comando dello Shema’ Israel (Deuteronomio 6,4-13), confermato da Gesù come centrale nelle Scritture (Marco 12,28-30), svela che dall’ascolto (“Ascolta, Israele”) nasce la conoscenza di Dio (“Il Signore è uno”) e dalla conoscenza l’amore (“amerai il Signore”). L’ascolto perciò è una matrice generante, è la radice della preghiera e della vita in relazione con il Signore, è il momento aurorale della fede (fides ex auditu: Romani 10,17), e dunque anche dell’amore e della speranza. L’ascolto è generante: noi nasciamo dall’ascolto. E’ l’ascolto che immette nella relazione di filialità con il Padre e non a caso il Nuovo Testamento indica che è Gesù, il Figlio, Parola fatta carne, che deve essere ascoltato: “Ascoltate lui!” dice la voce dalla nube sul monte della Trasfigurazione indicando Gesù (Marco 9,7).
Ascoltando il Figlio noi entriamo nella relazione con Dio e possiamo nella fede rivolgerci a Lui dicendo “Abbà” (Romani 8,15; Galati 4,6), “Padre nostro” (Matteo 6,9). Ascoltando il Figlio veniamo generati a figli. Con l’ascolto la Parola efficace e lo Spirito ricreatore di Dio penetrano nel credente divenendo in lui principio di trasfigurazione, di conformazione al Cristo. Ecco perché essenziale al credente è avere “un cuore che ascolta” (1 Libro dei Re 3,9). E’ il cuore che ascolta attraverso l’orecchio! Cioè l’orecchio non è semplicemente, secondo la Bibbia, l’organo dell’udito, ma la sede della conoscenza, dell’intelletto, dunque si trova in rapporto strettissimo con il cuore, il centro unificante che abbraccia la sfera affettiva, razionale e volitiva della persona. Ascoltare significa pertanto avere “sapienza e intelligenza” (1 Libro dei Re 3,12), discernimento (“Chi ha orecchio, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”: Apocalisse 3,7 ecc.). Se l’ascolto è così centrale nella vita di fede, esso allora necessita di vigilanza: occorre fare attenzione a ciò che si ascolta (Marco 4,24), a chi si ascolta (Geremia 23,16; Matteo 24,4-6.23; 2 Lettera a Timoteo 4,3-4), a come si ascolta (Luca 8,18). Occorre cioè dare un primato alla Parola sulle parole, alla Parola di Dio sulle molteplici parole umane, e occorre ascoltare con “cuore buono e largo” (Luca 8,15). Come ascoltare la Parola? La spiegazione dalla parabola del seminatore (Marco 4,13-20; Luca 8,11-15) ce lo indica. Occorre saper interiorizzare, altrimenti la Parola resta inefficace e non produce il frutto della fede (Marco 4,15; Luca 8,12); occorre dare tempo all’ascolto, occorre perseverare in esso, altrimenti la Parola resta inefficace e non produce il frutto della saldezza, della fermezza e della profondità della fede personale (Marco 4,16-17; Luca 8,13); occorre lottare contro le tentazioni, contro le altre “parole” e i “messaggi” seducenti della mondanità, altrimenti la Parola viene soffocata, resta infeconda e non perviene a portare il frutto della maturità di fede del credente (Marco 4,18-19; Luca 8,14). E se non vi sarà questo ascolto non vi sarà neppure preghiera!
(ENZO BIANCHI, Lessico della vita interiore, Rizzoli, 2004.)
Davanti al roveto ardente Mose e meravigliato.
È anziano, ma e capace di meravigliarsi, incuriosirsi
malgrado i suoi fallimenti, le sue delusioni, le paure,
ha interesse per qualcosa di nuovo,
e come un bambino che si lascia prendere
dall’incanto e dallo stupore.
È’ un uomo capace di guardare, considerare, riflettere,
cerca di comprendere, si pone delle domande
che esigono una risposta.
“perché il roveto non brucia?”
Mosè ci ricorda che all’inizio di un cammino di fede
c’è uno stupore, una meraviglia.
Quando Dio entra nella vita dell’uomo,
scombussola i piani,
Ci invita ad avvicinarci per vedere, parlare, agire…
Chi Incontra Dio non puo restare muto e fermo!
Dio irrompe nel nostro quotidiano…
Sta a noi scoprire la presenza di Dio, gustarla,
È lasciarsi stupire e coinvolgere.
Lasciarsi condurre e trasformare,
un cammino che ci porta fuori da noi stessi.
Abbandonare le proprie sicurezze, illusioni,
convinzioni e fare i conti con noi stessi
e metterci in gioco non e mai facile…
Una fatica che vale la pena vivere per vivere davvero!
Tu sei disposto/a a uscire da te stesso
e metterti in gioco per vivere alla grande?
Canone: Confitemini Domino
Confitemini Domino,
Quoniam Bonus!
Confitemini Domino,
Alleluia!
Come per Mosè, nel silenzio del tuo deserto
c’è qualcuno che ti cerca, che pronuncia il tuo nome.
Una voce che ti chiede di rileggere la tua storia
per scoprire la tua vocazione,
ed essere quello che Dio ha sempre sognato per te!
La meraviglia diventa ancora più grande
nel momento in cui Mosè si rende conto di essere davanti a Dio.
Lo sguardo di Colui che CHIAMA
si posa su chi è capace di
cercarlo, desiderarlo, amarlo!
Il Signore pronuncia ancora il nostro nome,
lo grida alle orecchie chiuse del nostro cuore.
Cosa senti nel cuore quando tutte le altre voci si spengono,
e resti solo con te stesso, con Dio?
C’è una voce che ti chiama,
e ti svela il tuo vero nome: tu sei l’amato.
L’hai già sentita?
Siamo terra difficile, deserta, eppure è questa
la terra dove Dio vuole incontrarci!
Riconosci e accogli la tua terra per com’è?
“ Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”
La storia di Mosè viene da lontano, è fatta di altri nomi,
altre storie e di altre vocazioni.
“Una generazione narra all’altra le tue opere,
annunzia le tue meraviglie.
Proclamano lo splendore della tua gloria
e raccontano i tuoi prodigi” ( sal. 144,4-5)
Anche la tua storia viene da lontano…
Vivi la tua fede come un testimone che hai ricevuto
e da riconsegnare ad altri per farti tramite
di una storia che non finirà!
“ Togliti i sandali” perché c’è un luogo sacro in te,
Tu sei luogo sacro per dio.
Lo sei tu, lo sono gli altri, fratelli e sorelle in Cristo.
Il tuo cammino è sacro perché c’è Dio che cammina con te!
Signore con i sandali in mano,
senza temere, mi avvicino a te,
Tu ci sei, cammini con me,
accompagni i miei passi,
spiani i miei sentieri tortuosi e mi dici:
“ Amico/a seguimi!”
Tu sei disposto/a a uscire da te stesso
e metterti in gioco per vivere alla grande?
Adorazione personale del Cristo nella Eucaristia!
– SILENZIO –
IN PIEDI
Preghiera d’intercessione
Eleviamo a Cristo la nostra preghiera: in lui abbiamo ricevuto la vita stessa di Dio Padre e l’amore dello Spirito santo, e diciamo:
Conformaci a te, o Cristo.
O vite vera, fa’ che siamo sempre tralci tuoi e che portiamo frutto in te:
• e potati dal vignaiuolo, ancor più fruttifichiamo.
O pane vivo, sii il nostro nutrimento:
• e fa’ di noi il cibo di vita ai fratelli.
O maestro che sai tutto:
• insegnaci la sola cosa necessaria.
O pastore buono che conosci le tue pecorelle:
• fa’ che noi conosciamo te e ascoltiamo la tua voce e ti seguiamo.
O via, verità e vita, accogli noi viandanti:
• noi cercatori, noi che vogliamo vivere sempre.
O luce del mondo, vinci le tenebre:
• o Figlio di Dio, facci conoscere il Padre.
O Figlio dell’uomo, che hai portato i pesi di tutti:
• insegnaci cosa sia aiutare e servire gli uomini e dar la vita per loro.
PADRE NOSTRO …
Preghiera
O Signore,
attraverso la comunione con te, con tutti gli esseri, dissolvi ogni illusione, libera l’universo dal suo incubo penoso, fa’ cessare il suo spaventevole sogno, risveglia tutti alla coscienza della tua unica Realtà.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Canto di adorazione
Adoro te
Sei qui davanti a me, o mio Signore,
sei in questa brezza che ristora il cuore,
roveto che mai si consumerà,
presenza che riempie l’anima.
Adoro Te, fonte della Vita,
adoro Te, Trinità infinità.
I miei calzari leverò su questo santo suolo,
Alla presenza Tua mi prostrerò.
Sei qui davanti a me, o mio Signore,
nella Tua grazia trovo la mia gioia.
Io lodo, ringrazio e prego perché
il mondo ritorni a vivere in Te.
Adoro Te, fonte della Vita …
Adorazione personale del Cristo nella Eucaristia!
– SILENZIO –
CANTO: TANTUM ERGO
Adoriamo il Sacramento
che Dio Padre ci donò.
Nuovo patto, nuovo rito
nella fede si compì.
Al mistero è fondamento
la Parola di Gesù.
Gloria al Padre Onnipotente,
gloria al Figlio Redentor;
lode grande, sommo onore
all’eterna Carità.
Gloria immensa, eterno amore
alla Santa Trinità. Amen.
……
PREGHIERA PER LE VOCAZIONI
Sac.
O Signore Gesù, Buon Pastore,
che guardi ogni uomo e ogni donna
con occhio di predilezione,
Tutti guarda tutti noi,
ragazzi e ragazze,
giovani e adulti,
volgi il Tuo sguardo d’amore
sulla nostra vita,
ascolta i nostri cuori
spesso inquieti e confusi.
Sac.
Plasmali con il Tuo Amore
perché siano capaci
di ASCOLTARE la Tua voce
per COMPRENDERE la Tua volontà
e SEGUIRTI ovunque Tu vorrai.
Tutti
CHIAMA ancora molti di noi
a collaborare con Te
per scoprire in Te
la nostra vera GIOIA.
Sac
La Vergine Maria Odegitria
e i Santi Patroni Nicola e Sabino,
che hanno accolto
il Tuo progetto d’amore
nella loro vita,
ci aiutino ad accogliere
con docilità la Tua Parola
che plasma ogni cuore
per vivere la VITA COME VOCAZIONE
e farne un CAPOLAVORO
a servizio dei fratelli.
Tutti Amen.
(don Nicola Simonetti)
BENEDIZIONE EUCARISTICA
LODI DIVINE
- Benedetto il Dio dei nostri Padri
- Benedetto il Suo Nome Santo
- Benedetto Gesù, Misericordia del Padre
- Benedetto Gesù, Unico Salvatore
- Benedetto Gesù, Pane per il nostro viaggio
- Benedetto Gesù, Acqua per la nostra sete
- Benedetto Gesù, Eterno Riconciliatore
- Benedetto lo Spirito Santo, Sorgente di ogni ministero
- Benedetto lo Spirito Santo, Anima della Comunità
- Benedetta la Vergine Maria, Madre di Cristo e dei Popoli
- Benedetta la Vergine Maria, Modello dei Cristiani
- Benedetta la Vergine Maria, Sede della Sapienza
- Benedetti Voi, Uomini e Donne, Amici del Signore
- Il nostro Dio sia annunziato a tutti
- AMEN, AMEN, ALLELUIA!
REPOSIZIONE
Sanctum nomen Domini.
Magnificat anima mea.
CANTO FINALE
Maria, tu che hai atteso
Maria, tu che hai atteso nel silenzio
la sua Parola per noi.
Aiutaci ad accogliere il Figlio tuo,
che ora vive in noi.
Maria, tu che sei stata così docile,
davanti al tuo Signor.
Maria, tu che hai portato dolcemente
l’immenso dono d’amor.
Maria, Madre, umilmente tu hai sofferto
del suo ingiusto dolor.
Maria, tu che ora vivi nella gloria
assieme al tuo Signor.
