ADORAZIONE EUCARISTICA VOCAZIONALE GIOVEDI SANTO 2023

A cura del Centro Diocesano Vocazioni

“INSIEME PER CAMMINARE…”

Presso l’altare della reposizione si possono rappresentare diverse strade che convergono verso il tabernacolo. Su queste si mettono delle sagome di piedi/ o scarpe di varie dimensioni in rappresentanza delle diverse fasce di età della comunità come espressione di una fraternità che cammina insieme. Si pongano in evidenza i segni del Battesimo come l’acqua, la veste bianca e la candela in ricordo del nostro essere figli di Dio e l’olio del Crisma con il quale siamo diventati di Cristo e dunque per questo inviati a portare a tutti il lieto messaggio del Vangelo.

GUIDA

Dopo aver celebrato la Cena del Signore, nell’ora in cui Gesù si reca nell’orto del Getsemani per pregare, prima di consegnarsi volontariamente alla passione, siamo raccolti attorno a questo mistero d’amore senza limiti. Chiediamo al Signore che il nostro cuore si apra a maggior comprensione; apriamoci, anzi, spalanchiamoci con fiducia all’onda di amore che viene da Gesù Eucaristico.

Nel nostro cammino Sinodale abbiamo compreso che Sinodo significa camminare insieme, ma non richiama solo una buona fraternità o un nuovo stile partecipativo di tutti i battezzati; il sinodo è il nome della Chiesa quando essa si presenta per quello che è: popolo di Dio che cammina insieme accomunati da un unico battesimo e per questo FIGLI di un unico Padre, FRATELLI gli uni degli altri e MISSIONARI dell’Amore.

In piedi

CANTO INIZIALE

Sac. Nel nome del Padre, del Figlio…

Sac. Fratelli, eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue, grazia e pace in abbondanza a tutti voi.

Tutti: E con il tuo spirito

PREGHIAMO INSIEME:

Padre di misericordia,

che tutti guardi con amore,

rompi le nostre rigidità

e rendici sensibili al grido dei poveri.

Il tuo Santo Spirito

ci aiuti a costruire

nuovi percorsi di fraternità,

cammini nutriti di umanità e condivisione.

Dal tuo amato Figlio,

fa’ che impariamo il servizio dell’ascolto,

la gioia di un discepolato senza finzioni,

il coraggio della vita che si fa dono.

Come a Betania,

apri il nostro cuore all’ospitalità,

per chi è mortificato dalle ferite del vivere,

smarrito a causa delle nostre incoerenze.

Vergine Odegitria, intercedi per noi Chiesa,

perché non venga meno l’audacia dell’osare,

sapendo sperimentare con generoso slancio

la disponibilità all’incontro e l’entusiasmo del servizio.

Amen.

                                                            + Giuseppe Satriano

Seduti

I MOMENTO

…COME FIGLI

GUIDA: “diventa quello che sei”! “Noi siamo dono di Dio: un dono che Lui ha fatto a noi stessi”

(dalla sintesi diocesana del primo anno di cammino sinodale).

Il Signore ci chiama ad essere santi, come Lui è Santo. Rigenerati dall’acqua, consacrati dal sigillo dello spirito, diventiamo figli amati e prediletti del padre, pronti a diffondere il buon profumo di Cristo.

Dalla lettera agli Efesini 4,1-6

Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

PER RIFLETTERE…

… Partiamo dal nostro essere semplicemente figli: questa è la condizione fondamentale che ci accomuna tutti. Non tutti siamo genitori, ma tutti sicuramente siamo figli. Venire al mondo non è mai una scelta, non ci viene chiesto prima se vogliamo nascere. Ma durante la vita, possiamo maturare un atteggiamento libero nei confronti della vita stessa: possiamo accoglierla come un dono e, in un certo senso, “diventare” ciò che già siamo: diventare figli. Questo passaggio segna una svolta di maturità nel nostro essere e nel rapporto con i nostri genitori, che si riempie di riconoscenza. E’ un passaggio che ci rende anche capaci di essere a nostra volta genitori – non biologicamente, ma moralmente. Anche nei confronti di Dio siamo tutti figli. Dio è all’origine dell’esistenza di ogni creatura, ed è Padre in modo singolare di ogni essere umano: ha con lui o con lei una relazione unica, personale. Ognuno di noi è voluto, è amato da Dio. E anche in questa relazione con Dio noi possiamo, per così dire, “rinascere”, cioè diventare ciò che siamo. Questo accade mediante la fede, mediante un “sì” profondo e personale a Dio come origine e fondamento della nostra esistenza. Con questo “sì” io accolgo la vita come dono del Padre che è nei Cieli, un Genitore che non vedo ma in cui credo e che sento nel profondo del cuore essere il Padre mio e di tutti i miei fratelli in umanità, un Padre immensamente buono e fedele. Su che cosa si basa questa fede in Dio Padre? Si basa su Gesù Cristo: la sua persona e la sua storia ci rivelano il Padre, ce lo fanno conoscere, per quanto è possibile in questo mondo. Credere che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, consente di “rinascere dall’alto”, cioè da Dio, che è Amore (cfr Gv 3,3). E teniamo ancora una volta presente che nessuno si fa uomo: siamo nati senza il nostro proprio fare, il passivo di essere nati precede l’attivo del nostro fare. Lo stesso è anche sul livello dell’essere cristiani: nessuno può farsi cristiano solo dalla propria volontà, anche essere cristiano è un dono che precede il nostro fare: dobbiamo essere rinati in una nuova nascita. San Giovanni dice: “A quanti l’hanno accolto / ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Questo è il senso del sacramento del Battesimo, il Battesimo è questa nuova nascita, che precede il nostro fare. Con la nostra fede possiamo andare incontro a Cristo, ma solo Lui stesso può farci cristiani e dare a questa nostra volontà, a questo nostro desiderio la risposta, la dignità, il potere di diventare figli di Dio che da noi non abbiamo… Dio si è fatto figlio dell’uomo, perché l’uomo diventi figlio di Dio. Rinnoviamo perciò la gioia di essere figli: come uomini e come cristiani; nati e rinati ad una nuova esistenza divina. Nati dall’amore di un padre e di una madre, e rinati dall’amore di Dio, mediante il Battesimo.

Da un Angelus di Papa Francesco

CANTO DI MEDITAZIONE (canone da ripetersi o un canto dal repertorio parrocchiale)

Preghiamo insieme: (dal rito del Battesimo, I formula)

RIT: Gloria a te, o Signore

SOLISTA: Benedetto sei tu, Dio, Padre onnipotente: hai creato l’acqua che purifica e dà vita. Gloria a te, o Signore

SOLISTA: Benedetto sei tu, Dio unico Figlio, Gesù Cristo: hai versato dal tuo fianco acqua e sangue, perché dalla tua morte e risurrezione nascesse la Chiesa. Gloria a te, o Signore

 SOLISTA: Benedetto sei tu, Dio, Spirito Santo: hai consacrato il Cristo nel battesimo del Giordano, perché noi tutti fossimo in te, battezzati. Gloria a te, o Signore

Pausa di silenzio

II MOMENTO:

…COME FRATELLI

GUIDA:

La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare. Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani, uguali per la Sua Misericordia, siamo tutti chiamati ad esprimere questa fratellanza umana. “Si desidera incontrare una Chiesa che vive un clima fraterno e familiare, in un rapporto paritetico tra presbiteri e laici, ove il Vangelo orienta nuovi stili di vita, senza paura del cambiamento, sbilanciata verso il mondo e le sue domande attuali.” (dalla sintesi diocesana del primo anno di cammino sinodale)

Dagli Atti degli Apostoli 2, 42-43.46-47

Coloro che furono battezzati erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

PER RIFLETTERE…

Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. Tra tutti: «Ecco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato […]. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme! […] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme». Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!

Un essere umano è fatto in modo tale che non si realizza, non si sviluppa e non può trovare la propria pienezza «se non attraverso un dono sincero di sé». E ugualmente non giunge a riconoscere a fondo la propria verità se non nell’incontro con gli altri: «Non comunico effettivamente con me stesso se non nella misura in cui comunico con l’altro». Questo spiega perché nessuno può sperimentare il valore della vita senza volti concreti da amare. Qui sta un segreto dell’autentica esistenza umana, perché «la vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza; ed è una vita più forte della morte quando è costruita su relazioni vere e legami di fedeltà. Al contrario, non c’è vita dove si ha la pretesa di appartenere solo a sé stessi e di vivere come isole: in questi atteggiamenti prevale la morte». Dall’intimo di ogni cuore, l’amore crea legami e allarga l’esistenza quando fa uscire la persona da sé stessa verso l’altro.  Siamo fatti per l’amore e c’è in ognuno di noi «una specie di legge di “estasi”: uscire da se stessi per trovare negli altri un accrescimento di essere». Perciò «in ogni caso l’uomo deve pure decidersi una volta ad uscire d’un balzo da se stesso».

Dall’ Enciclica “Fratelli Tutti”(8, 87-88) di Papa Francesco

In piedi

Preghiamo insieme:

Nella mia comunità, Signore, aiutami ad amare,

ad essere come il filo di un vestito.

Esso tiene insieme i vari pezzi

e nessuno lo vede se non il sarto che ce l’ha messo.

Tu, Signore, mio sarto, sarto della comunità,

rendimi capace di essere nel mondo

servendo con umiltà,

perché se il filo si vede tutto è riuscito male.

Rendimi amore in questa tua Chiesa,

perché è l’amore che tiene insieme i vari pezzi.

                                               Madeleine Delbrêl

CANONE

Seduti

Pausa di silenzi

III MOMENTO:

…COME MISSIONARI

 GUIDA: I primi cristiani, lungi dal cedere alla tentazione di chiudersi in un’élite, furono attratti dal Signore e dalla vita nuova che Egli offriva ad andare tra le genti e testimoniare quello che avevano visto e ascoltato. Lo fecero con la generosità, la gratitudine e la nobiltà proprie di coloro che seminano sapendo che altri mangeranno il frutto del loro impegno e del loro sacrificio.

“Andare per strada, perché… Gesù per primo ha vissuto lo stile dell’itineranza, annunciando il Regno.  Perché dopo la Resurrezione, il cristianesimo nasce come movimento di uomini e donne appartenenti a questa via.” (dalla sintesi diocesana del primo anno di cammino sinodale)

Dagli Atti degli Apostoli 1,6-8

Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra».

PER RIFLETTERE…

Se io fossi un contemporaneo di Gesù, se fossi uno degli Undici ai quali Gesù, nel giorno dell’Ascensione, ha detto: “Lo Spirito santo verrà su di voi e riceverete da lui la forza per essermi miei testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, la Samaria e fino all’estremità della terra” (At 1,8), nell’atto di congedarmi dai fratelli, sapete cosa avrai preso con me? Innanzitutto il bastone del pellegrino e poi la bisaccia del cercatore e nella bisaccia metterei queste cinque cose: un ciottolo del lago; un ciuffo d’erba del monte; un frustolo di pane, magari di quello avanzato nelle dodici sporte nel giorno del miracolo; una scheggia della croce; un calcinaccio del sepolcro vuoto. E me ne andrei così per le strade del mondo, col carico di questi simboli intensi, non tanto come souvenir della mia esperienza con Cristo, quanto come segnalatori di un rapporto nuovo da instaurare con tutti gli abitanti, non solo della Giudea e della Samaria, non solo dell’Europa, ma di tutto il mondo: fino agli estremi confini della terra. Ecco, io prenderei queste cose. Ma anche il credente che voglia obbedire al comando missionario di Gesù dovrebbe prendere con sé queste stesse cose.

Don Tonino Bello

Pausa di silenzio

In piedi

CANTO DI MEDITAZIONE

Seduti

Riflessione del celebrante

In piedi

SAC. Chiamati a camminare con Gesù, rivolgiamogli la nostra fiduciosa preghiera perché ci renda persone nuove pacificate nell’amore e ripetiamo insieme:

        Benedici, Signore, il nostro cammino

  • Per la Chiesa. Perché riscopra continuamente l’infinita ricchezza dell’amore di Dio ricevuto    nel Battesimo e lo faccia conoscere al mondo con la quotidiana testimonianza di vita. Preghiamo

    Benedici, Signore, il nostro cammino
  • Per le famiglie. In ogni casa si viva quotidianamente l’amore di Cristo per la Chiesa e nel “sì” rinnovato ogni giorno gli sposi siano disponibili a vivere per sempre l’amore fedele e fecondo. Preghiamo

       Benedici, Signore, il nostro cammino

  • Per i giovani. Accolgano la voce di Cristo che li chiama a stare con lui per offrire al mondo la testimonianza di una vita donata per servire. Preghiamo

      Benedici, Signore, il nostro cammino

  •  Per i sacerdoti e le persone consacrate. Siano capaci di vivere fedelmente il dono della vita e si lascino ravvivare quotidianamente dal fuoco dello Spirito e dell’amore di Dio. Preghiamo

       Benedici, Signore, il nostro cammino

  • Per quanti sono nella sofferenza. Non siano lasciati ai margini e nella solitudine ma la presenza della Chiesa giunga in tutti i luoghi dove gli uomini e le donne soffrono per la malattia e la povertà per portare la luce del Vangelo. Preghiamo

      Benedici, Signore, il nostro cammino

 PADRE NOSTRO

CANTO DI ADORAZIONE                                                                                                                  
 (mentre tutti si inginocchiano, il sacerdote fa l’offerta dell’incenso)

PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Sac. Padre Santo, Tu hai formato l’uomo con sapienza e con amore e hai affidato alle sue mani l’opera della creazione.

Tutti: Guarda con tenerezza di Padre tutti noi tuoi figli, ragazzi e ragazze, piccoli e grandi.
Accendi in noi il desiderio della vera gioia perché, guidati dalla Tua Parola  possiamo ASCOLTARE la Tua voce, COMPRENDERE la Tua volontà e SCEGLIERE “il colore della nostra vita”  per riflettere meglio quel meraviglioso POLIEDRO CHE E’ LA CHIESA.

Sac.  Il Tuo figlio Gesù e lo Spirito Santo con cui formi una sola famiglia, ci aiutino a CAMMINARE INSIEME ai fratelli e sorelle che poni al nostro fianco per edificare la Chiesa, grembo generativo di ogni VOCAZIONE.

Tutti: La Vergine Maria Odegitria e i Santi Patroni Nicola e Sabino, ci sostengano nel cammino di santità che hai tracciato per noi, per essere con la nostra vita riflesso del Tuo amore che si dona senza misura.

don Nicola Simonetti

SAC. Il Signore ci benedica,

ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna

TUTTI: Amen

SAC. Benediciamo il Signore.

TUTTI: Rendiamo grazie a Dio

CANTO FINALE