Novena dell’Immacolata 2023
Maria, icona della Chiesa in cammino
GIORNO 29 novembre
MARIA E LA CHIESA
Orazione dopo la Comunione del giorno
PREGHIERA CORALE– in piedi
Solo: Maria, madre di famiglia, figlia del nostro popolo e umile regina, tu non rifiuti e non escludi nessuno.
Tutti: Accarezza teneramente le membra della Chiesa, prenditi cura delle sue ferite anche quando non sa riconoscerle.
Solo: Aiutaci a riscoprire la gioia di stare insieme valorizzandoci reciprocamente, toglici la diffidenza, la freddezza, la supponenza che troppo spesso rovinano la nostra fraternità.
Tutti: Abiti in noi la tua dolce sollecitudine verso la debolezza, mistero di povertà che ci rende simili a Cristo, in un mondo proteso ad una perfezione impossibile e disumana.
Non così, infatti, tu sei Immacolata, ma come bambina desiderosa di infinito.
MAGISTERO DELLA CHIESA – seduti
Lettore
Dall’esortazione apostolica Marialis Cultus di San Paolo VI, papa (n.28)
Il richiamo ai concetti fondamentali esposti dal Concilio Vaticano II circa la natura della Chiesa, come famiglia di Dio, Popolo di Dio, Regno di Dio, Corpo mistico di Cristo, permetterà ai fedeli di riconoscere più prontamente la missione di Maria nel mistero della Chiesa e il suo posto eminente nella comunione dei Santi; di sentire più intensamente il legame fraterno che unisce tutti i fedeli, perché figli della Vergine alla cui rigenerazione e formazione spirituale ella collabora con materno amore e figli altresì della Chiesa, perché noi dal suo parto nasciamo, dal suo latte siamo nutriti e dal suo Spirito siamo vivificati, che ambedue concorrono a generare il corpo mistico di Cristo: L’una e l’altra è madre di Cristo, ma nessuna di esse genera tutto (il corpo) senza l’altra; di percepire, infine, più distintamente che l’azione della Chiesa nel mondo è come un prolungamento della sollecitudine di Maria. Infatti, l’amore operante della Vergine a Nazaret, nella casa di Elisabetta, a Cana, sul Golgota – tutti momenti salvifici di vasta portata ecclesiale – trova coerente continuità nell’ansia materna della Chiesa, perché tutti gli uomini giungano alla conoscenza della verità (cfr 1Tm 2,4), nella sua cura per gli umili, i poveri, i deboli, nel suo impegno costante per la pace e per la concordia sociale, nel suo prodigarsi perché tutti gli uomini abbiano parte alla salvezza, meritata per loro dalla morte di Cristo. In questo modo l’amore per la Chiesa si tradurrà in amore per Maria, e viceversa; perché l’una non può sussistere senza l’altra, come acutamente osserva san Cromazio di Aquileia: Si riunì la Chiesa nella parte alta (del cenacolo) con Maria, che era la madre di Gesù, e con i fratelli di lui. Non si può, dunque, parlare di Chiesa se non vi è presente Maria, la madre del Signore, con i fratelli di lui.
Orazione – in piedi
O Dio, che nel grembo verginale di Maria hai preparato con arte ineffabile il santuario del Cristo tuo Figlio, fa’ che custodendo integra la grazia del Battesimo diventiamo tuoi adoratori in spirito e verità, per essere edificati in tempio vivo della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen
BENEDIZIONE E CONGEDO
Canto del Tota Pulchra
Tota pulchra es, Maria, (2)
et macula originalis
non est in te. (2)
Tu gloria Jerusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, (2)
Virgo prudentissima,
Mater clementissima,
ora pro nobis,
intercede pro nobis,
ad Dominum Jesum Christum.
GIORNO 30 novembre
MARIA, LA VERGINE IN ASCOLTO
Orazione dopo la Comunione del giorno
PREGHIERA CORALE– in piedi
Solo: Maria, insegnaci l’arte dell’ascolto.
Tutti: L’ascolto di noi stessi, della realtà, della storia, ma soprattutto l’ascolto di Dio che ci parla, quasi sempre velato di sublime silenzio.
Solo: Se tu ci insegni come essere docili, se sei tu ad aprirci il cuore non avremo paura di ingannarci.
Siamo talmente abituati alle bugie da non aspettarci più alcuna verità.
Tutti: Non sappiamo più custodire nel cuore, come facevi tu, le semplici parole di tuo Figlio.
Non sappiamo collegare i ricordi, i colori, i sapori della vita con il soffio delicato dell’amore
che li raccoglie e trasforma nella nuova creazione.
Solo: Mostraci il miracolo della fiducia perché anche nella nostra vita sia annullato lo spazio immenso che separa dolore e gioia, obbedienza e libertà, uomo e Dio.
Tutti: Nutrici ancora con il fiore del frumento, donaci il corpo che riempie il tempo, colui che abitò il tuo grembo e sempre rende madre anche noi, sua Chiesa
MAGISTERO DELLA CHIESA – seduti
Lettore
Dall’esortazione apostolica Marialis Cultus di San Paolo VI, papa (n.17)
Maria è la Vergine in ascolto, che accoglie la parola di Dio con fede; e questa fu per lei premessa e via alla maternità divina, poiché, come intuì sant’Agostino, la beata Maria colui (Gesù) che partorì credendo, credendo concepì. Infatti, ricevuta dall’Angelo la risposta al suo dubbio (cfr Lc 1,34-37) essa, piena di fede e concependo il Cristo prima nella sua mente che nel suo grembo, Ecco – disse – la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola (Lc 1,38); fede, che fu per lei causa di beatitudine e certezza circa l’adempimento della promessa: E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore (Lc 1,45); fede con la quale ella, protagonista e testimone singolare della Incarnazione, ritornava sugli avvenimenti dell’infanzia di Cristo, raffrontandoli tra loro nell’intimo del suo cuore (cfr Lc 2,19. 51). Questo fa anche la Chiesa, la quale, soprattutto nella sacra Liturgia, con fede ascolta, accoglie, proclama, venera la parola di Dio, la dispensa ai fedeli come pane di vita e alla sua luce scruta i segni dei tempi, interpreta e vive gli eventi della storia.
Orazione – in piedi
Signore nostro Dio,
che hai fatto della Vergine Maria il modello di chi accoglie la tua Parola
e la mette in pratica,
apri il nostro cuore alla beatitudine dell’ascolto,
e con la forza del tuo Spirito
fa’ che noi pure diventiamo luogo santo in cui la tua Parola di salvezza oggi si compie.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen
BENEDIZIONE E CONGEDO
Canto del Tota Pulchra
Tota pulchra es, Maria, (2)
et macula originalis
non est in te. (2)
Tu gloria Jerusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, (2)
Virgo prudentissima,
Mater clementissima,
ora pro nobis,
intercede pro nobis,
ad Dominum Jesum Christum.
GIORNO 1 dicembre
MARIA, LA VERGINE IN PREGHIERA
Orazione dopo la Comunione del giorno
PREGHIERA CORALE– in piedi
Solo: Madre della speranza, sostieni la nostra preghiera
con la roccia della tua fede e guidala
con l’intraprendenza della tua carità.
Tutti: Ricordaci però che lo scopo della vita
non è risolvere i nostri problemi,
ma essere trovati con Cristo nelle cose del Padre.
Spesso ci illudiamo di volere cose che non servono,
leghiamo la nostra felicità al raggiungimento di obiettivi insignificanti,
invece di pensare alle cose di lassù,
le sole che ci appartengono davvero,
perché abbiamo il diritto dei figli.
Solo: Quando preghiamo, mettiti accanto a noi e
suggerisci le parole da dire.
Chiedi tu stessa per noi sentimenti
di misericordia, di bontà, di umiltà,
di mansuetudine, di pazienza.
Tutti: E se ci sembra di non farcela più,
se abbiamo voglia di abbassare le braccia,
come Mosè sul monte, manda qualcuno
che abbia bisogno di noi
e ci costringa a pregare senza mai stancarci.
MAGISTERO DELLA CHIESA – seduti
Lettore
Dall’esortazione apostolica Marialis Cultus di San Paolo VI, papa (n.18)
Maria è, altresì, la Vergine in preghiera. Così essa appare nella Visita alla madre del Precursore, in cui effonde il suo spirito in espressioni di glorificazione a Dio, di umiltà, di fede, di speranza: tale è il cantico L’anima mia magnifica il Signore (cfr Lc 1,46-55), la preghiera per eccellenza di Maria, il canto dei tempi messianici nel quale confluiscono l’esultanza dell’antico e del nuovo Israele, poiché – come sembra suggerire sant’Ireneo – nel cantico di Maria confluì il tripudio di Abramo che presentiva il Messia (cfr Gv 8,56) e risuonò, profeticamente anticipata, la voce della Chiesa: Nella sua esultanza Maria proclamava profeticamente a nome della Chiesa: L’anima mia magnifica il Signore. Infatti, il cantico della Vergine, dilatandosi, è divenuto preghiera di tutta la Chiesa in tutti i tempi.
Orazione – in piedi
O Dio, che nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna, fa’ che sperimentiamo la sua intercessione, poiché per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’autore della vita, Cristo tuo Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen
BENEDIZIONE E CONGEDO
Canto del Tota Pulchra
Tota pulchra es, Maria, (2)
et macula originalis
non est in te. (2)
Tu gloria Jerusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, (2)
Virgo prudentissima,
Mater clementissima,
ora pro nobis,
intercede pro nobis,
ad Dominum Jesum Christum.
GIORNO 2 dicembre
MARIA, LA VERGINE MADRE
Orazione dopo la Comunione del giorno
PREGHIERA CORALE– in piedi
Solo: Maria, icona meravigliosa della maternità di Dio,
donna incredibilmente trasparente,
lasciati guardare attentamente e a lungo;
ti chiediamo scusa se siamo indiscreti.
Tutti: Tu lasci trapelare ciò che mai avremmo immaginato
perché, mentre siamo rivolti verso di te,
senza che ce ne accorgiamo,
tu dai una spolverata al nostro cuore e, si spera,
anche alla nostra faccia.
Solo: Sì, tu sei lo specchio bellissimo
in cui noi riconosciamo il nostro volto di figli amati
e, sorprendentemente, la nostra vocazione materna.
Tutti: Uomini, donne, vecchi, bambini,
tutti e tutte siamo chiamati ad essere madri
nella Chiesa che è madre, nel cuore materno di Dio.
Un grembo accogliente, un abbraccio aperto a chiunque
che non sa di confusione, ma di umanità accolta e vissuta.
MAGISTERO DELLA CHIESA – seduti
Lettore
Dall’esortazione apostolica Marialis Cultus di San Paolo VI, papa (n.19)
Maria è, ancora, la Vergine madre, cioè colei che per la sua fede e obbedienza generò sulla terra lo stesso Figlio del Padre, senza contatto con uomo, ma adombrata dallo Spirito Santo: prodigiosa maternità, costituita da Dio quale tipo e modello della fecondità della Vergine- Chiesa, la quale diventa anche essa madre, poiché con la predicazione e il Battesimo genera a vita nuova e immortale i figli, concepiti per opera dello Spirito Santo e nati da Dio. Giustamente gli antichi padri insegnavano che la Chiesa prolunga nel Sacramento del Battesimo la maternità verginale di Maria. Tra le loro testimonianze ci piace ricordare quella del Nostro illustre Predecessore san Leone Magno, il quale in una omelia natalizia afferma: L’origine che (Cristo) ha preso nel grembo della Vergine, l’ha posta nel fonte battesimale; ha dato all’acqua quel che aveva dato alla Madre; difatti, la virtù dell’Altissimo e l’adombramento dello Spirito Santo (cfr Lc 1,35), che fece sì che Maria desse alla luce il Salvatore, fa anche sì che l’acqua rigeneri il credente. Volendo attingere alle fonti liturgiche, potremmo citare la bella Conclusione della Liturgia ispanica: Quella (Maria) portò la Vita nel grembo, questa (la Chiesa) la porta nell’onda battesimale. Nelle membra di lei fu plasmato il Cristo, nelle acque di costei fu rivestito il Cristo.
Orazione – in piedi
Dio d’eterna sapienza e d’infinito amore, che dal talamo purissimo di Maria hai fatto uscire lo Sposo della Chiesa, Gesù Cristo tuo Figlio, il più bello tra i figli degli uomini, per intercessione della sua gloriosa Madre, dona letizia e pace a tutti i popoli e fa’ splendere la tua santità nei nostri cuori.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen
BENEDIZIONE E CONGEDO
Canto del Tota Pulchra
Tota pulchra es, Maria, (2)
et macula originalis
non est in te. (2)
Tu gloria Jerusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, (2)
Virgo prudentissima,
Mater clementissima,
ora pro nobis,
intercede pro nobis,
ad Dominum Jesum Christum.
GIORNO 3 dicembre
MARIA, LA VERGINE OFFERENTE
Orazione dopo la Comunione del giorno
PREGHIERA CORALE– in piedi
Solo: Maria, donna dei dolori, aiutaci nei giorni senza senso,
quando le colonne del mondo sembrano vacillare.
O forse no… aiutaci a raderli al suolo,
tutti i pilastri che reggono la casa…
Tutti: Come la vedova del vangelo,
che ha donato i suoi ultimi spiccioli.
Come il cieco Bartimeo, che ha gettato all’aria i soldi elemosinati
prima ancora che Gesù lo guarisse.
A volte il vangelo sembra una follia.
Come accettare la morte di un figlio,
innocente ma trattato da criminale?
Solo: Nella vita ci sono un’infinità di cose
che semplicemente non si possono accettare.
Eppure, donate a Dio, diventano preziose.
Madre del condannato a morte,
ti eleggiamo a custode di ogni nostro fallimento:
rendici partecipi di quella sapienza umile ed alta
che ha reso capaci tanti fratelli e sorelle,
nel corso della storia, di anteporre la fedeltà a Dio
non solo ad ogni guadagno e interesse personale,
ma ad ogni altra pur legittima sicurezza.
MAGISTERO DELLA CHIESA – seduti
Lettore
Dall’esortazione apostolica Marialis Cultus di San Paolo VI, papa (n.20)
Maria è, infine, la Vergine offerente. Nell’episodio della presentazione di Gesù al tempio (cfr Lc 2,22-
35), la Chiesa, guidata dallo Spirito, ha scorto, al di là dell’adempimento delle leggi riguardanti
l’oblazione del primogenito (cfr Es 13,11-16) e la purificazione della madre (cfr Lv 12,6-8), un mistero
salvifico, relativo appunto alla storia della salvezza: ha rilevato, cioè, la continuità dell’offerta
fondamentale che il Verbo incarnato fece al Padre, entrando nel mondo (cfr Eb 10,5-7); ha visto proclamata l’universalità della salvezza poiché Simeone, salutando nel Bambino la luce per illuminare
le genti e la gloria di Israele (cfr Lc 2,32), riconosceva in lui il Messia, il Salvatore di tutti; ha inteso il
riferimento profetico alla Passione di Cristo: che le parole di Simeone, le quali congiungevano in un
unico vaticinio il Figlio segno di contraddizione (Lc 2,34) e la Madre, a cui la spada avrebbe trafitto
l’anima (cfr Lc 2,35), si avverarono sul Calvario. Mistero di salvezza, dunque, che nei suoi vari aspetti
orienta l’episodio della presentazione al tempio verso l’evento salvifico della croce. Ma la Chiesa
stessa, soprattutto a partire dai secoli del medioevo, ha intuito nel cuore della Vergine, che porta il
Figlio a Gerusalemme per presentarlo al Signore (cfr Lc 2,22), una volontà oblativa, che superava il
senso ordinario del rito. Di tale intuizione abbiamo testimonianza nell’affettuosa apostrofe di san
Bernardo: Offri il tuo Figlio, o Vergine santa, e presenta al Signore il frutto benedetto del tuo seno. Offri per la riconciliazione di noi tutti la vittima santa, a Dio gradita.
Questa unione della Madre con il Figlio nell’opera della Redenzione raggiunge il culmine sul Calvario,
dove Cristo offrì se stesso quale vittima immacolata a Dio (Eb 9,14) e dove Maria stette presso la Croce
(cfr Gv 19,25), soffrendo profondamente con il suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata e offrendola anch’ella all’eterno Padre. Per perpetuare nei secoli il sacrificio della Croce il divin Salvatore istituì il sacrificio eucaristico, memoriale della sua morte e risurrezione, e lo affidò alla Chiesa, sua sposa, la quale,
soprattutto alla domenica, convoca i fedeli per celebrare la Pasqua del Signore, finché egli ritorni: il
che la Chiesa compie in comunione con i Santi del Cielo e, prima di tutto, con la Beata Vergine, della
quale imita la carità ardente e la fede incrollabile.
Orazione – in piedi
O Dio, che nel tuo misterioso disegno di salvezza hai voluto continuare la passione del tuo Figlio nelle membra piagate del suo corpo, che è la Chiesa, fa’ che, uniti alla Madre Addolorata ai piedi della croce,
impariamo a riconoscere e servire con amore premuroso il Cristo, sofferente nei fratelli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen
BENEDIZIONE E CONGEDO
Canto del Tota Pulchra
Tota pulchra es, Maria, (2)
et macula originalis
non est in te. (2)
Tu gloria Jerusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, (2)
Virgo prudentissima,
Mater clementissima,
ora pro nobis,
intercede pro nobis,
ad Dominum Jesum Christum.
GIORNO 4 dicembre
MARIA, MAESTRA DI VITA SPIRITUALE
Orazione dopo la Comunione del giorno
PREGHIERA CORALE– in piedi
Solo: Maria, donna di Dio, toglici la paura di essere suoi.
Ricordaci che Lui ci ama davvero…
facciamo abbastanza fatica a crederci.
Tutti: Toglici le riserve (di senso, di fiducia, di passione)
accantonate per i giorni tristi.
Sgonfia i nostri salvagenti,
sciogli le nostre scialuppe di salvataggio
e insegnaci a vivere la fede come acrobati senza rete.
Solo: Perché sotto di noi non c’è il vuoto,
né tanto meno le fauci di un moloch,
ma l’abbraccio tenero di un amante.
Tutti: Tu, insuperabile cantora della fedeltà di Dio,
sussurraci i versetti del Magnificat
quando ci sembra che tutto sia contro di noi
e che persino Dio ci abbia traditi,
destinandoci a una condizione miserevole e deludente.
Testimone della vera gioia, accompagnaci ogni giorno
nel dono totale di noi stessi.
MAGISTERO DELLA CHIESA – seduti
Lettore
Dall’esortazione apostolica Marialis Cultus di San Paolo VI, papa (n. 21-22)
Modello di tutta la Chiesa nell’esercizio del culto divino, Maria è anche, evidentemente, maestra di vita spirituale per i singoli cristiani. Ben presto i fedeli cominciarono a guardare a Maria per fare, come lei, della propria vita un culto a Dio e del loro culto un impegno di vita. Già nel IV secolo, sant’Ambrogio, parlando ai fedeli, auspicava che in ognuno di essi fosse l’anima di Maria per glorificare Dio: Dev’essere in ciascuno l’anima di Maria per magnificare il Signore, dev’essere in ciascuno il suo spirito per esultare in Dio.
Maria, però, è soprattutto modello di quel culto che consiste nel fare della propria vita un’offerta a Dio: dottrina antica, perenne, che ognuno può riascoltare, ponendo mente all’insegnamento della Chiesa, ma anche porgendo l’orecchio alla voce stessa della Vergine, allorché essa, anticipando in sé la stupenda domanda della preghiera del Signore: Sia fatta la tua volontà (Mt 6,10), rispose al messaggero di Dio: Ecco la serva del Signore: sia fatto di me secondo la tua parola (Lc 1,38). E il «sì» di Maria è per tutti i cristiani lezione ed esempio per fare dell’obbedienza alla volontà del Padre la via e il mezzo della propria santificazione. È importante, d’altra parte, osservare come la Chiesa traduca i molteplici rapporti che la uniscono a Maria in vari ed efficaci atteggiamenti cultuali: in venerazione profonda, quando riflette sulla singolare dignità della Vergine, divenuta, per opera dello Spirito, madre del Verbo incarnato; in amore ardente, quando considera la maternità spirituale di Maria verso tutte le membra del Corpo mistico; in fiduciosa invocazione, quando esperimenta l’intercessione della sua Avvocata e Ausiliatrice; in servizio di amore, quando scorge nell’umile Ancella del Signore la Regina di misericordia e la Madre di grazia; in operosa imitazione, quando contempla la santità e le virtù della «piena di grazia» (Lc 1,28); in commosso
stupore, quando vede in lei, come in una immagine purissima, ciò che essa, tutta, desidera e spera di essere; in attento studio, quando ravvisa nella cooperatrice del Redentore, ormai pienamente partecipe dei frutti del mistero pasquale, il compimento profetico del suo stesso avvenire, fino al giorno in cui, purificata da ogni ruga e da ogni macchia (cfrEf 5,27), diverrà come una sposa ornata per lo sposo, Gesù Cristo (cfr Ap 21,2).
Orazione – in piedi
Assisti i tuoi fedeli, Signore, nel cammino della vita, e per l’intercessione materna della beata Vergine Maria, madre e maestra, fa’ che giungiamo felicemente al tuo santo monte, Cristo Gesù, nostro Signore.
Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen
BENEDIZIONE E CONGEDO
Canto del Tota Pulchra
Tota pulchra es, Maria, (2)
et macula originalis
non est in te. (2)
Tu gloria Jerusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, (2)
Virgo prudentissima,
Mater clementissima,
ora pro nobis,
intercede pro nobis,
ad Dominum Jesum Christum.
GIORNO 5 dicembre
MARIA E LA SANTISSIMA TRINITA’
Orazione dopo la Comunione del giorno
PREGHIERA CORALE– in piedi
Solo: Maria, rendici partecipi del mistero della tua verginità,
della tua inadeguatezza.
Come potevi concepire Dio?
Tutti: Tutti nasciamo vergini, tutti siamo inadeguati,
ma non sempre riconosciamo la bellezza
dell’essere semplicemente figli, piccoli,
gratuitamente amati dal Padre.
Solo: Maria, rendici partecipi del mistero della tua fecondità,
perché anche noi siamo invitati da Dio
alla festa di nozze con Lui,
dove rivestiremo per sempre l’abito della gioia
che lo Spirito Santo tesse fin da ora per noi
con gemiti inesprimibili.
Tutti: Maria, rendici partecipi del mistero della tua maternità,
perché possiamo generare il Figlio
nel cuore dei giorni, nella carne di questo tempo indefinibile,
dove la Trinità è contenta di dimorare
attraverso l’umile vita di ogni uomo e di ogni donna
che compiono scelte d’amore.
MAGISTERO DELLA CHIESA – seduti
Lettore
Dall’esortazione apostolica Marialis Cultus di San Paolo VI, papa (n. 25-26)
Nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende: in vista di lui Dio Padre, da tutta l’eternità, la scelse Madre tutta santa e la ornò di doni dello Spirito, a nessun altro concessi.
Certamente la genuina pietà cristiana non ha mai mancato di mettere in luce l’indissolubile legame e l’essenziale riferimento della Vergine al Divin Salvatore. (…) Secondo il perenne sentire della Chiesa, autorevolmente ribadito ai nostri giorni, vien riferito al Signore quel che è offerto in servizio all’Ancella; così ridonda sul Figlio quel che è attribuito alla Madre; (…) così ricade sul Re l’onore che vien reso in umile tributo alla Regina. (…) La riflessione teologica e la Liturgia hanno rivelato, infatti, come l’intervento santificatore dello Spirito nella Vergine di Nazaret sia stato un momento culminante della sua azione nella storia della salvezza. Così, ad esempio, alcuni santi Padri e scrittori ecclesiastici attribuirono all’opera dello Spirito la santità originale di Maria, da lui quasi plasmata e resa nuova creatura; riflettendo sui testi evangelici – lo Spirito Santo verrà sopra di te, e la potenza dell’Altissimo ti ricoprirà (Lc 1,35) e Maria (…) si trovò incinta per virtù dello Spirito Santo; (…) è opera di Spirito Santo, ciò che in lei si è generato (Mt 1,18. 20) – scorsero nell’intervento dello Spirito un’azione che consacrò e rese feconda la verginità di Maria e lei trasformò in Palazzo del Re o Talamo del Verbo, Tempio o Tabernacolo del Signore, Arca dell’Alleanza o della Santificazione, titoli ricchi di risonanze bibliche.
Approfondendo ancora il mistero della Incarnazione, essi videro nell’arcano rapporto tra Spirito Santo e Maria un aspetto sponsale, poeticamente ritratto così da Prudenzio: La Vergine non sposata si sposa allo Spirito e la chiamarono Santuario dello Spirito Santo espressione che sottolinea il carattere sacro della Vergine, divenuta stabile dimora dello Spirito di Dio. Addentrandosi nella dottrina sul Paraclito, avvertirono che da lui, come da sorgente, erano scaturite la pienezza di grazia (cfr Lc 1,28) e l’abbondanza di doni che la ornavano: allo Spirito, quindi, attribuirono la fede, la speranza e la carità che animavano il cuore della Vergine, la forza che ne sosteneva l’adesione alla volontà di Dio, il vigore che la sorreggeva nella sua «compassione» ai piedi della Croce; segnalarono nel cantico profetico di Maria (cfr Lc 1,46-55) un particolare influsso di quello Spirito che aveva parlato per bocca dei profeti. Considerando, infine, la presenza della Madre di Gesù nel cenacolo, dove lo Spirito scese sulla Chiesa nascente (cfr At 1,12-14; 2,1-4), arricchirono di nuovi sviluppi l’antico tema Maria Chiesa, e, soprattutto, ricorsero all’intercessione della Vergine per ottenere dallo Spirito la capacità di generare Cristo nella propria anima, come attesta sant’Ildefonso in una supplica, sorprendente per dottrina e per vigore orante: Ti prego, ti prego, o Vergine santa, che io abbia Gesù da quello Spirito, dal quale tu stessa hai generato Gesù. Riceva l’anima mia Gesù per opera di quello Spirito, per il quale la tua carne ha concepito lo stesso Gesù (…). Che io ami Gesù in quello stesso Spirito, nel quale tu lo adori come Signore e lo contempli come Figlio.
Orazione – in piedi
Guarda, o Padre, all’umile tua serva, la Vergine Maria, che sta davanti a te rivestita della gloria del tuo Figlio e adornata di ogni virtù e dono dello Spirito; per sua intercessione, concedi a noi di seguire ciò che è vero e giusto ai tuoi occhi, per giungere alla fonte dell’eterna bellezza e del santo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen
BENEDIZIONE E CONGEDO
Canto del Tota Pulchra
Tota pulchra es, Maria, (2)
et macula originalis
non est in te. (2)
Tu gloria Jerusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, (2)
Virgo prudentissima,
Mater clementissima,
ora pro nobis,
intercede pro nobis,
ad Dominum Jesum Christum.
GIORNO 6 dicembre
MARIA, SEGNO DI COMUNIONE ECUMENICA
Orazione dopo la Comunione del giorno
PREGHIERA CORALE– in piedi
Maria, tu avevi tessuto la tunica del Figlio tutta d’un pezzo,
ma noi siamo riusciti a lacerarla.
Persino i suoi uccisori avevano avuto il buon senso
di non rovinare una cosa tanto bella!
Quel che è peggio, spesso le vere cause di divisione
sono state del tutto futili, proprio
come avviene in tante famiglie.
Raccoglici di nuovo con te nel Cenacolo,
anche se abbiamo abbandonato Gesù al suo destino,
separandoci da Lui e da noi stessi.
Donaci il coraggio vero, quello che dà la forza
di non rintuzzare il nostro prossimo ad ogni piè sospinto,
di non replicare ad ogni parola men che precisa,
di non aggiungere sale, togliere zucchero, mettere tutti i puntini sulle “i”…
Insegnaci a valorizzare le differenze
e a custodire l’imperfezione,
perché le chiese cristiane godano dell’essere sorelle
e si riscoprano come unico grembo materno.
MAGISTERO DELLA CHIESA – seduti
Lettore
Dall’esortazione apostolica Marialis Cultus di San Paolo VI, papa (n.32-33)
Per il suo carattere ecclesiale, nel culto alla Vergine si rispecchiano le preoccupazioni della Chiesa stessa, tra cui, ai nostri giorni, spicca l’ansia per la ricomposizione dell’unità dei cristiani. La pietà verso la Madre del Signore diviene, così, sensibile alle trepidazioni e agli scopi del Movimento ecumenico, cioè acquista essa stessa una impronta ecumenica. E questo per vari motivi.
Innanzitutto, perché i fedeli cattolici si uniscono ai fratelli delle Chiese ortodosse, presso le quali la devozione alla Beata Vergine riveste forme di alto lirismo e di profonda dottrina, nel venerare con particolare amore la gloriosa Madre di Dio, e nell’acclamarla Speranza dei Cristiani; si uniscono agli Anglicani, i cui teologi classici già misero in luce la solida base scritturistica del culto alla Madre di Nostro Signore, e i cui teologi contemporanei sottolineano maggiormente l’importanza del posto che Maria occupa nella vita cristiana; e si uniscono ai fratelli delle Chiese della Riforma, nelle quali fiorisce vigoroso l’amore per le Sacre Scritture, nel glorificare Dio con le parole stesse della Vergine (cfr Lc 1,46-55). In secondo luogo, perché la pietà verso la Madre di Cristo e dei cristiani è per i cattolici occasione naturale e frequente di implorazione, affinché ella interceda presso il Figlio per l’unione di tutti i battezzati in un solo Popolo di Dio. E ancora, perché è volontà della Chiesa cattolica che in tale culto, senza che ne sia attenuato il carattere singolare, sia evitata con ogni cura qualunque esagerazione che possa indurre in errore gli altri fratelli cristiani circa la vera dottrina della Chiesa cattolica, e sia bandita ogni manifestazione cultuale contraria alla retta prassi cattolica. Infine, essendo connaturale al genuino culto verso la Beata Vergine che mentre è onorata la Madre (…), il Figlio sia debitamente conosciuto, amato, glorificato, esso diventa via che conduce al Cristo, fonte e centro della comunione ecclesiale, nel quale quanti apertamente confessano che egli è Dio e Signore, Salvatore e unico Mediatore (cfr 1 Tm 2,5), sono chiamati ad essere una sola cosa tra loro, con lui e con il Padre nell’unità dello Spirito Santo.
Siamo consapevoli che esistono non lievi discordanze tra il pensiero di molti fratelli di altre Chiese e comunità ecclesiali e la dottrina cattolica intorno (…) alla funzione di Maria nell’opera della salvezza e, quindi, intorno al culto da renderle. Tuttavia, poiché la stessa potenza dell’Altissimo che adombrò la Vergine di Nazaret (cfr Lc 1,35) agisce nell’odierno Movimento ecumenico e lo feconda, desideriamo esprimere la Nostra fiducia che la venerazione verso l’umile Ancella del Signore, nella quale l’onnipotente fece grandi cose (cfr Lc 1,49), diverrà, sia pur lentamente, non un ostacolo, ma tramite e punto di incontro per l’unione di tutti i credenti in Cristo. Ci rallegriamo, infatti, di constatare che una migliore comprensione del posto di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa, anche da parte dei fratelli separati, rende più spedito il cammino verso l’incontro. Come a Cana la Vergine con il suo intervento ottenne che Gesù compisse il primo dei suoi miracoli (cfr Gv 2,1-12), così nella nostra epoca ella potrà, con la sua intercessione, propiziare l’avvento dell’ora in cui i discepoli di Cristo ritroveranno la piena comunione nella fede. E questa nostra speranza è confortata dall’osservazione del Nostro Predecessore Leone XIII: la causa dell’unione dei cristiani appartiene specificamente all’ufficio della spirituale maternità di Maria. Difatti, quelli che sono di Cristo, Maria non li generò e non poteva generarli se non in un’unica fede e in un unico amore: che forse «è diviso il Cristo?» (1Cor 1,13); dobbiamo, invece, tutti insieme vivere la vita del Cristo, per poter in un unico e medesimo corpo fruttificare per Iddio (Rm 7,4).
Orazione – in piedi
Padre santo, sorgente dell’unità e origine della concordia, fa’ che le varie famiglie dei popoli, per intercessione della beata Vergine Maria, madre di tutti gli uomini, formino l’unico popolo della nuova alleanza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen
BENEDIZIONE E CONGEDO
Canto del Tota Pulchra
Tota pulchra es, Maria, (2)
et macula originalis
non est in te. (2)
Tu gloria Jerusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, (2)
Virgo prudentissima,
Mater clementissima,
ora pro nobis,
intercede pro nobis,
ad Dominum Jesum Christum.
GIORNO 7 dicembre
MARIA, DONNA DEI NOSTRI GIORNI
Orazione dopo la Comunione del giorno
PREGHIERA CORALE– in piedi
Solo: Maria, ti dobbiamo delle scuse.
A forza di immaginarti come donna del silenzio e dell’ascolto,
ci siamo dimenticati che hai anche un cervello,
un cuore e una lingua. E che nel vangelo
pensi, parli e decidi di continuo.
Tutti: Persino la cultura di Israele, che non brilla per femminismo,
ci trasmette il ricordo di donne eroiche,
coraggiose e trasgressive, ma noi abbiamo creduto
che tu dovessi startene in casa a far nulla.
Solo: Donna dei nostri giorni, toglici la passività,
la poca voglia di impegnarci, di lottare per un mondo migliore
che si nasconde dietro quella fede intimistica
che ti abbiamo ingiustamente attribuito
e che invece era la nostra.
Tutti: Scuotici dal nostro torpore e ricordaci,
una buona volta, la scomodità del vangelo.
Regina della pace, toglici la pace
affinché ci diamo da fare per quella degli altri.
MAGISTERO DELLA CHIESA – seduti
Lettore
Dall’esortazione apostolica Marialis Cultus di San Paolo VI, papa (nn. 34-37)
Si osserva che è difficile inquadrare l’immagine della Vergine, quale risulta da certa letteratura devozionale, nelle condizioni di vita della società contemporanea e, in particolare, di quelle della donna, sia nell’ambiente domestico, dove le leggi e l’evoluzione del costume tendono giustamente a riconoscerle l’uguaglianza e la corresponsabilità con l’uomo nella direzione della vita familiare; sia nel campo politico, dove essa ha conquistato in molti paesi un potere di intervento nella cosa pubblica pari a quello dell’uomo; sia nel campo sociale, dove svolge la sua attività in molteplici settori operativi, lasciando ogni giorno di più l’ambiente ristretto del focolare; sia nel campo culturale, dove le sono offerte nuove possibilità di ricerca scientifica e di affermazione intellettuale. Ne consegue presso taluni una certa disaffezione verso il culto alla Vergine e una certa difficoltà a prendere Maria di Nazaret come modello, perché gli orizzonti della sua vita – si afferma – risultano ristretti in confronto alle vaste zone di attività in cui l’uomo contemporaneo è chiamato ad agire. (…)
Innanzitutto, la Vergine Maria è stata sempre proposta dalla Chiesa alla imitazione dei fedeli non precisamente per il tipo di vita che condusse e, tanto meno, per l’ambiente socioculturale in cui essa si svolse, oggi quasi dappertutto superato; ma perché, nella sua condizione concreta di vita, ella aderì totalmente e responsabilmente alla volontà di Dio (cfr Lc 1,38); perché ne accolse la parola e la mise in pratica; perché la sua azione fu animata dalla carità e dallo spirito di servizio; perché, insomma, fu la prima e la più perfetta seguace di Cristo: il che ha un valore esemplare, universale e permanente.
In secondo luogo, vorremmo notare che le difficoltà sopra accennate sono in stretta connessione con alcuni connotati dell’immagine popolare e letteraria di Maria, non con la sua immagine evangelica, né con i dati dottrinali precisati nel lento e serio lavoro di esplicitazione della parola rivelata. (…)
(…) La lettura delle divine Scritture, compiuta sotto l’influsso dello Spirito Santo e tenendo presenti le acquisizioni delle scienze umane e le varie situazioni del mondo contemporaneo, porterà a scoprire come Maria possa essere considerata modello di quelle realtà che costituiscono l’aspettativa degli uomini del nostro tempo. Così, per dare qualche esempio, la donna contemporanea, desiderosa di partecipare con potere decisionale alle scelte della comunità, contemplerà con intima gioia Maria che, assunta al dialogo con Dio, dà il suo consenso attivo e responsabile non alla soluzione di un problema contingente, ma a quell’opera di secoli, come è stata giustamente chiamata l’incarnazione del Verbo; si renderà conto che la scelta dello stato verginale da parte di Maria, che nel disegno di Dio la disponeva al mistero dell’Incarnazione, non fu atto di chiusura ad alcuno dei valori dello stato matrimoniale, ma costituì una scelta coraggiosa, compiuta per consacrarsi totalmente all’amore di Dio. Così constaterà con lieta sorpresa che Maria di Nazaret, pur completamente abbandonata alla volontà del Signore, fu tutt’altro che donna passivamente remissiva o di una religiosità alienante, ma donna che non dubitò di proclamare che Dio è vindice degli umili e degli oppressi e rovescia dai loro troni i potenti del mondo (cfr Lc 1,51-53); e riconoscerà in Maria, che primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, una donna forte, che conobbe povertà e sofferenza, fuga ed esilio (cfr Mt 2,13-23): situazioni che non possono sfuggire all’attenzione di chi vuole assecondare con spirito evangelico le energie liberatrici dell’uomo e della società; e non le apparirà Maria come una madre gelosamente ripiegata sul proprio Figlio divino, ma donna che con la sua azione favorì la fede della comunità apostolica in Cristo (cfr Gv 2,1-12) e la cui funzione materna si dilatò, assumendo sul Calvario dimensioni universali. Non sono che esempi, dai quali appare chiaro come la figura della Vergine non deluda alcune attese profonde degli uomini del nostro tempo ed offra ad essi il modello compiuto del discepolo del Signore: artefice della città terrena e temporale, ma pellegrino solerte verso quella celeste ed eterna; promotore della giustizia che libera l’oppresso e della carità che soccorre il bisognoso, ma soprattutto testimone operoso dell’amore che edifica Cristo nei cuori.
Orazione – in piedi
Signore, tu sai quanto timidi e incerti sono i pensieri dei mortali; per intercessione di Maria, madre del buon consiglio, nel cui grembo verginale il Verbo si è fatto uomo, concedi a noi il tuo Spirito, perché ci faccia conoscere ciò che piace a te e ci guidi nei travagli della vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen
BENEDIZIONE E CONGEDO
Canto del Tota Pulchra
Tota pulchra es, Maria, (2)
et macula originalis
non est in te. (2)
Tu gloria Jerusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, (2)
Virgo prudentissima,
Mater clementissima,
ora pro nobis,
intercede pro nobis,
ad Dominum Jesum Christum.