VIA CRUCIS 3 marzo 2023

3 marzo 2023

VIA CRUCIS CON LE MEDITAZIONI
TRATTE DAL MAGISTERO
DI BENEDETTO XVI


CANTO (dal repertorio della comunità)
RITO INIZIALE

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
Il sacerdote, o il diacono, prosegue con il saluto:
C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e
pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
Introduzione
L. Benedetto XVI faceva teologia in ginocchio. Il suo argomentare la fede era compiuto con la devozione dell’uomo che ha abbandonato tutto se stesso a Dio e che, sotto la guida dello Spirito Santo, cercava una sempre maggior compenetrazione del mistero di quel Gesù che lo aveva affascinato fin da giovane. Questa via crucis raccoglie alcune meditazioni di Benedetto XVI, mostrando la sua capacità di far interagire cuore e ragione, pensiero e affetti, razionalità ed emozioni.
(Cfr. Prefazione di papa Francesco a
Benedetto XVI, Dio è sempre nuovo. Pensieri spirituali,
Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2023)

Breve pausa di silenzio
Orazione
C. O Dio, che hai redento l’uomo col sangue prezioso del tuo Figlio unigenito concedi a tutti noi la sapienza della croce per celebrare con fede i misteri della passione del tuo Figlio e gustare la dolcezza del tuo perdono.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.

I stazione:
Gesù è condannato a morte

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal Vangelo secondo Matteo (27,22-23.26)

Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Meditazione
Dalla Lettera Enciclica Caritas in veritate (n. 1)

La carità nella verità, di cui Gesù Cristo s’è fatto testimone con la sua vita terrena e, soprattutto, con la sua morte e risurrezione, è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e all’umanità intera. L’amore – «caritas» – è una forza straordinaria, che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia e della pace. È una forza che ha la sua origine in Dio, Amore eterno e Verità assoluta. Ciascuno trova il suo bene aderendo al progetto che Dio ha su di lui, per realizzarlo in
pienezza: in tale progetto infatti egli trova la sua verità ed è aderendo a tale verità che egli diventa libero (cfr Gv 8,32).
Difendere la verità, proporla con umiltà e convinzione e testimoniarla nella vita sono pertanto forme esigenti e insostituibili di carità. Questa, infatti, «si compiace della verità» (1 Cor 13,6). Tutti gli uomini avvertono l’interiore impulso ad amare in modo autentico: amore e verità non li abbandonano mai completamente, perché sono la vocazione posta da Dio nel cuore e nella mente di ogni uomo. Gesù
Cristo purifica e libera dalle nostre povertà umane la ricerca dell’amore e della verità e ci svela in pienezza l’iniziativa di amore e il progetto di vita vera che Dio ha preparato per noi.
In Cristo, la carità nella verità diventa il Volto della sua Persona, una vocazione per noi ad amare i nostri fratelli nella verità del suo progetto. Egli stesso, infatti, è la Verità (cfr. Gv 14,6).

Preghiera
Signore Gesù, ci hai indicato te stesso come via, verità e vita.
Ma noi, schiacciati dalle false paure abbiamo taciuto le nostre coscienze
e troppo spesso abbiamo preferito la facile menzogna alla verità, l’oppressione alla libertà.
Donaci la forza per ascoltare la tua voce e fa’ che il tuo sguardo penetri in noi indicandoci sentieri di conversione.

Padre nostro

Chiuso in un dolore atroce,
eri là sotto la croce,
dolce Madre di Gesù.

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

II stazione:
Gesù è caricato della croce

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal Vangelo secondo Matteo (27,27-31)

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo
spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!».
Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.
Meditazione
Dall’Udienza generale del 13 febbraio 2013

Ognuno dovrebbe chiedersi: che posto ha Dio nella mia vita? È Lui il Signore o sono io? Superare la tentazione di sottomettere Dio a sé e ai propri interessi o di metterlo in un angolo e convertirsi al giusto ordine di priorità, dare a Dio il primo posto, è un cammino che ogni cristiano deve percorrere sempre di nuovo. “Convertirsi” significa seguire Gesù in modo che il suo Vangelo sia guida concreta della vita; significa lasciare che Dio ci trasformi, smettere di pensare che siamo noi gli unici costruttori della nostra esistenza; significa riconoscere che siamo creature, che dipendiamo da Dio, dal suo amore, e soltanto «perdendo» la nostra vita in Lui possiamo guadagnarla. Questo esige di operare le nostre scelte alla luce della Parola di Dio. Oggi non si può più essere cristiani come semplice conseguenza del fatto di vivere in una società che ha radici cristiane: anche chi nasce da una famiglia cristiana ed è educato religiosamente deve, ogni giorno, rinnovare la scelta di essere cristiano, cioè dare a Dio il primo posto, di fronte alle tentazioni che una cultura secolarizzata gli propone di continuo, di fronte al giudizio critico di molti
contemporanei. La tentazione di mettere da parte la propria fede è sempre presente e la conversione diventa una risposta a Dio che deve essere confermata più volte nella vita.
Nella nostra epoca non sono poche le conversioni intese come il ritorno di chi, dopo un’educazione cristiana magari superficiale, si è allontanato per anni dalla fede e poi riscopre Cristo e il suo Vangelo. Convertirsi significa non chiudersi nella ricerca del proprio successo, del proprio prestigio, della propria posizione, ma far sì che ogni giorno, nelle piccole cose, la verità, la fede in Dio e l’amore diventino la cosa più importante.

Preghiera
Signore Gesù, tu ci mostri il tuo volto
in coloro che sono umiliati ed emarginati.
Aiutaci a non scoraggiarci
quando ci sentiamo derisi,
quando facciamo fatica
a seguire la tua Parola
e quando nel mondo
l’obbedienza alla tua volontà
viene messa in ridicolo.
Aiutaci ad accettare la croce,
a non sfuggirla, a non lasciare
che i nostri cuori si abbattano
di fronte alle fatiche della vita.
Aiutaci a percorrere la via dell’amore
e, obbedendo alle sue esigenze,
a raggiungere la vera gioia.

Padre nostro

Il tuo cuore desolato
fu in quell’ora trapassato
dallo strazio più crudel.

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore
.

III stazione:
Gesù cade la prima volta

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal libro del profeta Isaia (53, 4-6)

Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.
Meditazione
Dall’omelia in occasione della visita pastorale nella parrocchia romana di S. Maria Consolatrice, 18.12.2005

Questo nostro mondo è un mondo di paure: paura della miseria e della povertà, paura delle malattie e delle sofferenze, paura della solitudine, paura della morte.
Abbiamo, in questo nostro mondo, un sistema di assicurazioni molto sviluppato: è bene che esistano. Sappiamo però che nel momento della sofferenza profonda, nel momento dell’ultima solitudine della morte, nessuna assicurazione potrà proteggerci.
L’ultima assicurazione valida in quei momenti è quella che ci viene dal Signore che dice a noi: “Non temere, io sono sempre con te”. Possiamo cadere, ma alla fine cadiamo nelle mani di Dio e le mani di Dio sono buone mani.

Preghiera
Signore Gesù, tu ci hai detto
di prendere la nostra croce
e di venire dietro a te.
Ma il peso dei nostri peccati
è troppo grande;
il peso delle nostre paure
ci fa inciampare e cadere
e il peso del nostro orgoglio
atterra anche te.
Aiutaci ad abbandonare
la nostra superbia distruttiva
e, imparando dalla tua umiltà,
a rialzarci sempre.

Padre nostro

Quanto triste, quanto affranta
ti sentivi, o Madre santa
del divino Salvator.

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

IV stazione:
Gesù incontra sua Madre

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal Libro dei Salmi (138,13-14)

Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente l’anima mia.

Meditazione
Dalla Omelia della celebrazione dei Primi Vespri della solennità di S. Maria Madre di Dio, 31.12.2012

Nonostante tutto, c’è del bene nel mondo, e questo bene è destinato a vincere grazie a Dio, il Dio di Gesù Cristo, incarnato, morto e risorto. Certo, a volte è difficile cogliere questa profonda realtà, poiché il male fa più rumore del bene;
un omicidio efferato, delle violenze diffuse, delle gravi ingiustizie fanno notizia; al contrario i gesti di amore e di servizio, la fatica quotidiana sopportata con fedeltà e pazienza rimangono spesso in ombra, non emergono. Anche per questo motivo non possiamo fermarci solo alle notizie se vogliamo capire il mondo e la vita; dobbiamo essere capaci di sostare nel silenzio, nella meditazione, nella riflessione calma e prolungata; dobbiamo saperci fermare per pensare. In questo modo il nostro animo può trovare guarigione dalle inevitabili ferite del quotidiano, può scendere in profondità nei fatti che accadono nella nostra vita e nel mondo, e giungere a quella sapienza che permette di valutare le cose con occhi nuovi.
Soprattutto nel raccoglimento della coscienza, dove ci parla Dio, si impara a guardare con verità le proprie azioni, anche il male presente in noi e intorno a noi, per iniziare un cammino di conversione che renda più saggi e più buoni, più capaci di generare solidarietà e comunione, di vincere il male con il bene. Il cristiano è un uomo di speranza, anche e soprattutto di fronte al buio che spesso c’è nel mondo e che non dipende dal progetto di Dio ma dalle scelte sbagliate dell’uomo, perché sa che la forza della fede può spostare le montagne (cfr. Mt 17,20): il Signore può illuminare anche la tenebra più profonda.

Preghiera
Signore Gesù, tu ci hai donato Maria
come madre di tutti i credenti.
Da lei impariamo il silenzio,
da lei impariamo la fedeltà,
da lei impariamo a guardare
le nostre povertà con occhi nuovi.
Lei nell’ora della croce,
nell’ora della notte più buia del mondo,
è diventata Madre della Chiesa.
Fa’ che, con il suo esempio,
cresciamo nell’umiltà, per farci servi
di un amore che soccorre
e sa condividere la sofferenza.

Padre nostro

Con che spasmo piangevi,
mentre trepida vedevi
il tuo figlio nel dolor.

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

V stazione:
Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal Vangelo secondo Matteo (27,32; 16,24)

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua».

Dal Libro dei Salmi (126,4-6)
Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.
Meditazione
Dall’Udienza generale del 12 ottobre 2011

Nella nostra preghiera dobbiamo rimanere sempre aperti alla speranza e saldi nella fede in Dio. La nostra storia, anche se segnata spesso da dolore, da incertezze, da momenti di crisi, è una storia di salvezza e di “ristabilimento delle sorti”.
In Gesù, ogni nostro esilio finisce, e ogni lacrima è asciugata, nel mistero della sua Croce, della morte trasformata in vita, come il chicco di grano che si spezza nella terra e diventa spiga. Anche per noi questa scoperta di Gesù Cristo è la grande gioia del “sì” di Dio, del ristabilimento della nostra sorte. Ma come il popolo d’Israele – ritornato dall’esilio in Babilonia pieno di gioia – ha trovato una terra impoverita,
devastata, come pure la difficoltà della seminagione e ha sofferto piangendo non sapendo se realmente alla fine ci sarebbe stata la raccolta, così anche noi, dopo la grande scoperta di Gesù Cristo – la nostra vita, la verità, il cammino – entrando nella “terra della fede”, troviamo anche spesso una vita buia, dura, difficile, una seminagione con lacrime, ma sicuri che la luce di Cristo ci dona, alla fine, realmente, la
grande raccolta. E dobbiamo imparare questo anche nelle notti buie; non dimenticare che la luce c’è, che Dio è già in mezzo alla nostra vita e che possiamo seminare con la grande fiducia che il “sì” di Dio è più forte di tutti noi. È importante non perdere questo ricordo della presenza di Dio nella nostra vita, questa gioia profonda che Dio è entrato nella nostra vita, liberandoci: è la gratitudine per la scoperta di Gesù Cristo, che è venuto da noi. E questa gratitudine si trasforma in speranza, è stella della speranza che ci dà la fiducia, è la luce, perché proprio i dolori della seminagione sono l’inizio della nuova vita, della grande e definitiva gioia di Dio.

Preghiera
Signore Gesù, al Cireneo
hai aperto gli occhi e il cuore,
dandogli, nella condivisione della croce,
la grazia della fede. Aiutaci ad assistere
il nostro prossimo che soffre,
anche se questa chiamata
dovesse essere in contraddizione
con i nostri progetti e le nostre simpatie.
Donaci di riconoscere che è una grazia
poter condividere la croce
e sperimentare che così
siamo in cammino con te.
Donaci di riconoscere con gioia
che proprio nel condividere la tua sofferenza
e le sofferenze di questo mondo
diveniamo servitori della salvezza
e che così possiamo aiutare
a costruire il tuo corpo, la Chiesa.
Padre nostro
Se ti fossi stato accanto
forse che non avrei pianto,
o Madonna, anch’io con te?

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

VI stazione:
La Veronica asciuga il volto di Gesù

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal Libro del profeta Isaia (25,8; 49,10)

Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. Non avranno né fame né sete e non li colpirà né l’arsura né il sole, perché colui che ha misericordia di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti d’acqua.
Meditazione
Dalla Omelia della S. Messa, Brno, 27.09.2009

L’unica speranza “certa” e “affidabile” (cfr. Spe salvi, 1) si fonda su Dio. L’esperienza della storia mostra a quali assurdità giunge l’uomo quando esclude Dio dall’orizzonte delle sue scelte e delle sue azioni, e come non è facile costruire una società ispirata ai valori del bene, della giustizia e della fraternità, perché l’essere umano è libero e la sua libertà permane fragile. La libertà va allora costantemente riconquistata per il bene e la non facile ricerca dei “retti ordinamenti per le cose umane” è un compito che appartiene
a tutte le generazioni (cfr ibid., 24-25). Ecco perché, cari amici, noi siamo qui prima di tutto in ascolto, in ascolto di una parola che ci indichi la strada che conduce alla speranza; anzi, siamo in ascolto della Parola che sola può darci speranza solida, perché è Parola di Dio.

Preghiera
Signore Gesù, a chi ascolta la tua Parola
e crede in te, tu doni la speranza;
a chi si disseta alla tua sorgente
e mangia il tuo pane, tu assicuri la vita eterna;
a chi cerca il tuo volto di luce
con la sana inquietante del cuore
tu apri gli occhi e asciughi ogni lacrima.
Donaci di vedere la tua presenza nel mondo.
Imprimi il tuo volto nei nostri cuori,
così che possiamo incontrarti
e mostrare al mondo la tua immagine.
Padre nostro
Dopo averti contemplata
col tuo Figlio addolorata,
quanta pena sento in cuor!

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

VII stazione:
Gesù cade la seconda volta

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal libro delle Lamentazioni (3,1-2.9.16)

Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri. Ha spezzato i miei denti con la ghiaia, mi ha steso nella polvere.
Meditazione
Dal Discorso ai vescovi del Messico in visita “adlimina”, 23.09.2005

Dinanzi a un panorama mutevole e complesso come quello attuale, la virtù della speranza è sottoposta a dura prova nella comunità dei credenti. Proprio per questo dobbiamo essere apostoli pieni di speranza, che confidano con gioia nelle promesse di Dio. Egli non abbandona mai il suo popolo, anzi lo invita alla conversione affinché divenga realtà il suo Regno. Regno di Dio vuol dire non solo che Dio esiste e vive,
ma anche che è presente e opera nel mondo. È la realtà più intima e decisiva in ogni atto della vita umana, in ogni momento della storia.

Preghiera
Signore Gesù, tu hai portato
il nostro peso e continui a portarci,
poiché noi continuiamo a cadere.
Vieni in nostro aiuto, rialzaci,
perché da soli non ci riusciamo.
Rendici sobri e attenti
per poter resistere alle forze del male
e aiutaci a riconoscere i bisogni,
interiori ed esteriori, degli altri.
Tu sei la nostra speranza,
la luce che vince le tenebre:
rendici portatori di speranza per il mondo.
Padre nostro
Santa Vergine, hai contato
tutti i colpi del peccato
nelle piaghe di Gesù.

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

VIII stazione:
Gesù incontra le donne di Gerusalemme

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal Vangelo secondo Luca (23,27-31)

Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.
Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
Meditazione
Dalla Omelia della S. Messa, Brno, 27.09.2009

Nell’attuale società, dove tante forme di povertà nascono dall’isolamento, dal non essere amati, dal rifiuto di Dio e da un’originaria tragica chiusura dell’uomo che pensa di poter bastare a se stesso, oppure di essere solo un fatto insignificante e passeggero; in questo nostro mondo che è alienato “quando si affida a progetti solo umani” (Caritas in veritate, 53), solo Cristo può essere la nostra certa speranza.
Questo è l’annuncio che noi cristiani siamo chiamati a diffondere ogni giorno, con la nostra testimonianza.
Gesù mai abbandona i suoi amici. Egli assicura il suo aiuto, perché nulla è possibile fare senza di Lui, ma, al tempo stesso, chiede a ognuno di impegnarsi personalmente per diffondere il suo universale messaggio di amore e di pace.

Preghiera
Signore Gesù, tu ci mostri
la serietà della nostra responsabilità,
il pericolo di essere infecondi.
Fa’ che non ci limitiamo
a camminare accanto a te,
offrendo soltanto parole di compassione;
convertici e donaci una nuova vita;
non permettere che, alla fine dei tempi,
rimaniamo lì come un legno secco,
ma fa’ che diventiamo tralci viventi in te,
tu che sei la vera vite,
e che portiamo frutto per la vita eterna.

Padre nostro

E vedesti il tuo Figliuolo
così afflitto, così solo,
dare l’ultimo respir.

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

IX stazione:
Gesù cade la terza volta

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal libro delle Lamentazioni (3,27-32)

È bene per l’uomo portare un giogo nella sua giovinezza.
Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo impone. Ponga nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza. Porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non respinge per sempre. Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo il suo grande amore.
Meditazione
Dall’Angelus della II domenica dopo Natale, 03.01.2010

La nostra speranza è in Dio, non nel senso di una generica religiosità, o di un fatalismo ammantato di fede. Noi confidiamo nel Dio che in Gesù Cristo ha rivelato in modo compiuto e definitivo la sua volontà di stare con l’uomo, di condividere la sua storia, per guidarci tutti al suo Regno di amore e di vita. E questa grande speranza anima e talvolta corregge le nostre speranze umane.
Cari amici, questa è la vera ragione di speranza dell’umanità: la storia ha un senso, perché è “abitata” dalla
Sapienza di Dio. E tuttavia, il disegno divino non si compie automaticamente, perché è un progetto d’amore, e l’amore genera libertà e chiede libertà. Il Regno di Dio viene certamente, anzi, è già presente nella storia e, grazie alla venuta di Cristo, ha già vinto la forza negativa del maligno.
Ma ogni uomo e donna è responsabile di accoglierlo nella propria vita, giorno per giorno.
Ogni volta che il Signore vuole fare un passo avanti, insieme con noi, verso la “terra promessa”, bussa prima al nostro cuore, attende, per così dire, il nostro “sì”, nelle piccole come nelle grandi scelte.

Preghiera
Signore Gesù, a volte la tua Chiesa ci sembra
una barca che fa acqua da tutte le parti.
La veste e il volto così sporchi ci sgomentano;
ma siamo noi stessi a sporcarli!
Siamo noi stessi a tradirti ogni volta,
nonostante tutti i nostri grandi progetti.
Abbi pietà della tua Chiesa:
essa, come Adamo, cade ancora e ancora.
Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra,
e il Nemico crede che non riuscirai più a rialzarti;
si illude che tu rimarrai per terra sconfitto.
Tu, però, ti rialzerai. Ti sei già rialzato:
sei risorto! E rialzi anche noi.
Salva e santifica la tua Chiesa.

Padre nostro
Dolce Madre dell’amore,
fa’ che il grande tuo dolore
io lo senta pure in me.

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

X stazione:
Gesù è spogliato delle vesti

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal Vangelo secondo Matteo (27, 33-36)

Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa ‘Luogo del cranio’, gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia.
Meditazione
Dalla Omelia della Veglia di Pasqua, Basilica Vaticana, 03.04.2010

Nella Chiesa antica il battezzando veniva spogliato delle sue vesti. Egli scendeva nel fonte battesimale e veniva immerso tre volte: un simbolo della morte che esprime tutta la radicalità di tale spoliazione e di tale cambio di veste.
Questa vita, che comunque è votata alla morte, il battezzando la consegna alla morte, insieme con Cristo, e da Lui si lascia trascinare e tirare su nella vita nuova che lo trasforma per l’eternità. Poi, risalendo dalle acque battesimali, i neofiti venivano rivestiti con la veste bianca, la veste di luce di Dio, e ricevevano la candela accesa come segno della nuova vita nella luce che Dio stesso aveva accesa in essi. Lo sapevano:
avevano ottenuto il farmaco dell’immortalità, che ora, nel momento di ricevere la santa Comunione, prendeva pienamente forma. In essa riceviamo il Corpo del Signore risorto e veniamo, noi stessi, attirati in questo Corpo, così che siamo già custoditi in Colui che ha vinto la morte e ci porta attraverso la morte.

Preghiera
Signore Gesù, spogliato delle tue vesti,
ti sei vestito delle sofferenze
e dei bisogni dei poveri,
coloro che sono espulsi dal mondo;
ma proprio così compi la parola dei profeti,
proprio così tu dai significato
a ciò che appare privo di significato,
proprio così ci mostri come il Padre celeste
tiene nelle sue mani te, noi e il mondo.
Donaci un profondo rispetto dell’uomo
in tutte le fasi della sua esistenza
e in tutte le situazioni nelle quali lo incontriamo.
Donaci l’abito nuovo,
splendente della luce della tua grazia.

Padre nostro

Fa’ che il tuo materno affetto
per il Figlio benedetto
mi commuova e infiammi il cuor.

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore
.

XI stazione:
Gesù è inchiodato sulla croce

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal Vangelo secondo Matteo (27,37-44)

Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: “Costui è Gesù, il re dei Giudei”. Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!».
Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.
Meditazione
Dall’Angelus della solennità di N. S. Gesù Cristo re dell’universo, 22.11.2009

Quando Gesù viene messo in croce, i capi dei Giudei lo deridono dicendo: «È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui» (Mt 27,42). In realtà, proprio in quanto è il Figlio di Dio Gesù si è consegnato liberamente alla sua passione, e la croce è il segno paradossale della sua regalità, che consiste nella vittoria della volontà d’amore di Dio Padre sulla disobbedienza del peccato. È proprio offrendo se stesso nel sacrificio di espiazione che Gesù diventa il re universale, come dichiarerà egli stesso apparendo agli apostoli dopo la risurrezione: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra” (Mt 28,18).
Ma in che cosa consiste il “potere” regale di Gesù? Non è quello dei re e dei grandi di questo mondo; è il potere divino di dare la vita eterna, di liberare dal male, di sconfiggere il dominio della morte. È il potere dell’Amore, che sa ricavare il bene dal male, intenerire un cuore indurito, portare pace nel conflitto più aspro, accendere la speranza nel buio più fitto.
Questo Regno della Grazia non si impone mai, e rispetta sempre la nostra libertà. Ad ogni coscienza, dunque, si rende necessaria – questo sì – una scelta: chi voglio seguire? Dio o il maligno? La verità o la menzogna? Scegliere per Cristo non garantisce il successo secondo i criteri del mondo, ma assicura
quella pace e quella gioia che solo lui può dare.

Preghiera
Signore Gesù, tu sei il nostro re,
tu sei il nostro tutto.
Facendoti inchiodare sulla croce,
hai accettato volontariamente
la crudeltà di questo dolore.
Insegnaci a non fuggire di fronte
a ciò che siamo chiamati ad adempiere,
ma a farci legare strettamente a te,
tu che sei la nostra unica speranza.
Mostraci come smascherare
quella falsa libertà che ci allontana da te
a aiutaci ad accoglierti,
poiché solo tu sei la vera libertà.

Padre nostro

Le ferite che il peccato
sul tuo corpo ha provocato,
siano impresse, o Madre, in me.

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.


XII stazione:
Gesù muore sulla croce

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal Vangelo secondo Matteo (27,45-53)

A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia!
Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono.
Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.
Meditazione
Dal Discorso ai partecipanti al convegno ecclesiale della diocesi di Roma, 05.06.2006

La fonte della gioia cristiana è questa certezza di essere amati da Dio, amati personalmente dal nostro Creatore, da colui che tiene nelle sue mani l’universo intero e che ama ciascuno di noi e tutta la grande famiglia umana con un amore appassionato e fedele, un amore più grande delle nostre infedeltà e peccati, un amore che perdona. Questo amore “è talmente grande da rivolgere Dio contro se stesso” (Deus caritas est, 10), come appare in maniera definitiva nel mistero della Croce: “Dio ama tanto l’uomo che, facendosi uomo Egli stesso, lo segue fin nella morte e in questo modo riconcilia giustizia e amore” (Ibidem).
Questa certezza e questa gioia di essere amati da Dio deve essere resa in qualche modo palpabile e concreta per ciascuno di noi, e soprattutto per le giovani generazioni che stanno entrando nel mondo della fede. In altre parole: Gesù ha detto di essere la “via” che conduce al Padre, oltre che la “verità” e
la “vita” (cfr. Gv 14, 5-7). La domanda è dunque: come possono i nostri ragazzi e i nostri giovani trovare in lui, praticamente ed esistenzialmente, questa via di salvezza e di gioia? È proprio questa la grande missione per la quale esiste la Chiesa, come famiglia di Dio e compagnia di amici nella quale veniamo inseriti con il battesimo già da piccoli bambini e nella quale deve crescere la nostra fede e la gioia e la
certezza di essere amati dal Signore. È indispensabile quindi che le nuove generazioni possano fare esperienza della Chiesa come di una compagnia di amici davvero affidabile, vicina in tutti i momenti e le circostanze della vita, siano esse liete e gratificanti oppure ardue e oscure, una compagnia che non ci
abbandonerà mai nemmeno nella morte, perché porta in sé la promessa dell’eternità.

Preghiera
Signore Gesù, nell’ora della tua morte
il sole si oscurò. Sempre, di nuovo
sei inchiodato sulla croce.
Proprio in quest’ora della storia
viviamo nell’oscurità di Dio.
Ma proprio sulla croce
tu ti sei fatto riconoscere.
Proprio in quanto colui che soffre e che ama,
tu sei colui che è innalzato da terra:
proprio da lì hai trionfato!
Aiutaci a credere in te
e a seguirti nell’ora dell’oscurità e del bisogno.
Mostrati di nuovo al mondo in quest’ora.
Fa’ che la tua salvezza si manifesti.

Padre nostro

Del Figliuolo tuo trafitto
per scontare ogni delitto
condivido nel dolor.

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

XIII stazione:
Gesù è deposto dalla croce

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal Vangelo secondo Matteo (27,54.57-58)

Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù.
Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato.
Meditazione
Dall’Incontro con i giovani della diocesi di Roma in preparazione alla XXI Giornata Mondiale della Gioventù, 06.04.2006

Mi sembra che la grande sfida del nostro tempo sia il secolarismo: cioè un modo di vivere e di presentare il mondo come si Deus non daretur, cioè come se Dio non esistesse. Si vuole ridurre Dio al privato, ad un sentimento, come se lui non fosse una realtà oggettiva, e così ognuno si forma il suo progetto di vita. Ma questa visione che si presenta come se fosse scientifica accetta come valido solo quanto è verificabile con l’esperimento. Con un Dio che non si presta all’esperimento immediato, questa visione finisce per lacerare
anche la società: ne consegue infatti che ognuno si forma il suo progetto e alla fine ognuno si trova contro l’altro. Una situazione, come si vede, decisamente invivibile. Dobbiamo rendere nuovamente presente Dio nelle nostre società. Mi sembra questa la prima necessità: che Dio sia di nuovo presente nella nostra vita, che non viviamo come se fossimo autonomi, autorizzati ad inventare cosa siano la libertà e la vita. Dobbiamo prendere atto di essere creature, constatare che c’è un Dio che ci ha creati e che stare nella sua volontà non è dipendenza ma un dono d’amore che ci fa vivere.

Preghiera
Signore Gesù, in quei giorni,
nel silenzio, tu sei disceso
nell’oscurità della morte;
Tante volte a noi sembra
che tu stia troppo zitto,
che tu stia dormendo.
In quei momenti ci sembra facile
allontanarci e dire: Dio è morto.
Fa’ che nei tuoi silenzi riconosciamo
che tu comunque sei presente.
Donaci una fedeltà che resista nello smarrimento
e un amore che ti accolga
nel momento più estremo del bisogno.
Aiutaci a superare le nostre paure
e i nostri pregiudizi
e a offrirti le proprie capacità.
Vogliamo offrirti il nostro cuore,
il nostro tempo, preparando,
in questo modo, il giardino
nel quale può avvenire la risurrezione.

Padre nostro

Di dolori quale abisso!
Presso, o Madre, al Crocifisso
voglio piangere con te.

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

XIV stazione:
Gesù è deposto nel sepolcro

C. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo
R. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo
Lettura biblica
Dal Vangelo secondo Matteo (27,59-61)

Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.
Meditazione
Dal Discorso conclusivo in occasione della via crucis del venerdì santo al Colosseo, 14.04.2006
Nella via crucis non possiamo essere solo spettatori.
Siamo coinvolti pure noi, perciò dobbiamo cercare il nostro posto: dove siamo noi? Nella via crucis non c’è la possibilità di essere neutrali. Pilato, l’intellettuale scettico, ha cercato di essere neutrale, di stare fuori; ma, proprio così, ha preso posizione contro la giustizia, per il conformismo della sua carriera. Dobbiamo cercare il nostro posto. Abbiamo visto la Madre, la cui bontà rimane fedele fino alla morte, e oltre la morte. Abbiamo visto la donna coraggiosa, che sta davanti al Signore e non ha paura di mostrare la solidarietà con questo figlio sofferente. Abbiamo visto Simone il Cireneo, un africano, che porta con Gesù la croce. Abbiamo visto, infine, attraverso queste “stazioni” di consolazione che, come non
finisce la sofferenza, anche le consolazioni non finiscono. E così anche noi siamo invitati a trovare la nostra posizione, a trovare la strada con Gesù e per Gesù: la strada della bontà, della verità; il coraggio dell’amore.

Preghiera
Signore Gesù, dal tuo sepolcro
risplende in ogni tempo
la promessa del chicco di grano,
dal quale viene la vera manna,
il pane di vita nel quale
tu offri te stesso a noi.
Tu ti metti nelle nostre mani
e nei nostri cuori affinché la tua Parola
cresca in noi e produca frutto;
affinché anche noi abbiamo il coraggio
di perdere la nostra vita per trovarla;
affinché ci fidiamo delle tue promesse d’amore.
Aiutaci ad amare sempre più
il tuo mistero eucaristico e a venerarlo.
Aiutaci a diventare il tuo profumo,
a rendere percepibili in questo mondo
le tracce della tua vita.

Padre nostro

Santa Madre, deh, voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

PREGHIERA CONCLUSIVA

Colui che guida può fare una breve riflessione. Si prosegue,
poi, con le invocazioni.
Invocazioni (dalle Lodi Mattutine del sabato
santo)

C. Fratelli e sorelle, adoriamo e benediciamo il nostro
Redentore che patì, morì per noi e fu sepolto, per risorgere a
vita immortale.
R. Abbi pietà di noi, Signore.
L. Cristo Salvatore, che hai voluto vicino alla tua croce e
al tuo sepolcro la tua Madre addolorata, fa’ che in mezzo alle
sofferenze e alle lotte della vita comunichiamo alla tua
passione.
R. Abbi pietà di noi, Signore.
L. Cristo Salvatore, che, come il chicco di frumento, fosti
sepolto nella terra per una sovrabbondante messe di vita
eterna, fa’ che, morti definitivamente al peccato, viviamo con
te per il Padre.
R. Abbi pietà di noi, Signore.
L. Cristo Salvatore, che nei giorni della sepoltura ti sei
nascosto agli occhi di tutti gli uomini, insegnaci ad amare la
vita nascosta con te nel mistero del Padre.
R. Abbi pietà di noi, Signore.
L. Cristo Salvatore, che sei disceso nel regno dei morti per
liberare le anime dei giusti prigionieri fin dall’origine del
mondo, fa’ che tutti coloro che sono prigionieri del male
ascoltino la tua voce e risorgano insieme con te.
R. Abbi pietà di noi, Signore.
L. Cristo Salvatore, che mediante il battesimo ci hai uniti
misticamente a te nella morte e nella sepoltura, fa’ che,
configurati alla tua risurrezione, viviamo una vita nuova.
R. Abbi pietà di noi, Signore.
Padre nostro
Benedizione e congedo
C. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Il sacerdote, o il diacono, con le mani stese sul popolo, invoca
la benedizione:
C. Scenda sui tuoi fedeli, o Signore,
la grazia della tua benedizione
e disponga gli animi di tutti alla crescita spirituale,
perché dalla potenza della tua carità
ricevano forza per compiere la loro opera.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
C. E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
C. Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
CANTO (dal repertorio della comunità)