Via Crucis ragazzi, famiglie 2025
PARROCCHIA BUON PASTORE
PRIMA STAZIONE
GESÙ NELL’ORTO DEGLI ULIVI
Sacerdote:
Il racconto di Matteo (26,36-39)
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli:
“Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”. E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo,
cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: “La mia anima è triste fino alla
morte; restate qui e vegliate con me”. Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e
pregava, dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non
come voglio io, ma come vuoi tu!”.
Genitore:
Perché pensi che Gesù si sentisse così triste in quell’orto?
Ragazza/o:
Forse perché sapeva che sarebbe dovuto morire e aveva paura.
Genitore:
Esatto. Anche noi, a volte, affrontiamo momenti difficili. Come possiamo trovare
forza in quelle situazioni?
Ragazza/o:
Possiamo pregare e parlare con le persone che amiamo.
Riflessione di una catechista:
La sofferenza di Gesù ci mostra che è umano avere paura. È importante imparare ad
affrontare le nostre paure con coraggio e cercare il sostegno delle persone care.
Preghiamo:
Ragazza/o:
Signore, aiutaci a trovare la forza nei momenti di difficoltà.
Tutti:
Signore della consolazione, ascoltaci
Ragazza/o:
Ti preghiamo per chi vive nella paura e nel dolore, affinché possa trovare
conforto.
Tutti:
Signore della consolazione, ascoltaci
Ragazza/o:
Fa’ che sappiamo sempre rivolgerci a Te nei momenti di bisogno.
Tutti:
Signore della consolazione, ascoltaci
PADRE NOSTRO…
SECONDA STAZIONE
GESÙ CONDANNATO A MORTE
Sacerdote:
Il racconto di Giovanni (19, 6-11)
Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”.
Disse loro Pilato: “Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa”. Gli risposero i
Giudei: “Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio
di Dio”.
All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a
Gesù: “Di dove sei tu?”. Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: “Non mi
parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?”. Gli
rispose Gesù: “Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto.
Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande”.
Genitore:
Perché pensi che Gesù non abbia combattuto contro la sua condanna?
Ragazza/o:
Forse perché sapeva che era parte del suo piano.
Genitore:
Esatto. A volte dobbiamo accettare le cose che non possiamo cambiare. Come
possiamo farlo?
Ragazza/o:
Dobbiamo avere fiducia e essere forti.
Riflessione di una catechista
Accettare le situazioni difficili richiede fede. Dobbiamo ricordare che anche nei momenti
bui, c’è un significato più grande.
Preghiamo
Ragazza/o:
Signore, aiutaci a trovare pace nel nostro cuore quando affrontiamo ingiustizie.
Tutti:
Aiutaci, Signore, ad affrontare le avversità della vita
Ragazza/o:
Ti preghiamo di darci la forza di accettare ciò che non possiamo cambiare.
Tutti:
Aiutaci, Signore, ad affrontare le avversità della vita
Ragazza/o:
Fa’ che possiamo vedere la luce anche nei momenti più bui.
Tutti:
Aiutaci, Signore, ad affrontare le avversità della vita
PADRE NOSTRO…
TERZA STAZIONE
GESÙ AIUTATO A PORTARE LA CROCE DA SIMONE DI CIRENE
Sacerdote:
Il racconto di Matteo (27, 27-32)
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta
la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una
corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi,
inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: “Salve, re dei Giudei!”. Sputandogli addosso,
gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono
del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a
portare la sua croce.
Genitore:
Perché credi che Simone sia stato costretto a portare la croce?
Ragazza/o:
Forse Gesù era molto stanco e non ce la faceva più.
Genitore:
Cosa significa per noi aiutare gli altri a portare i loro pesi?
Ragazza/o:
Significa essere solidali e mostrare amore verso chi soffre.
Riflessione di una catechista
Il cireneo rappresenta tutti noi che siamo chiamati a sostenere il peso delle sofferenze
altrui. Aiutare gli altri ci rende più forti e uniti, e ci ricorda che non siamo soli nelle nostre
difficoltà.
Preghiamo
Ragazza/o:
Signore, donaci la forza di aiutare chi è in difficoltà e di aiutarci a portare la
croce insieme a loro.
Tutti
Ascoltaci Signore.
Ragazza/o:
Ti preghiamo per coloro che si sentono soli, affinché trovino nella comunità la
Tua consolazione e il Tuo sostegno.
Tutti
Ascoltaci Signore.
Ragazza/o:
Aiutaci a riconoscere i bisogni degli altri e ad essere sempre disponibili con chi
ha bisogno di aiuti.
Tutti
Ascoltaci Signore.
PADRE NOSTRO…
QUARTA STAZIONE
GESÙ INCONTRA LE DONNE
Sacerdote:
Il racconto di Luca (23, 27-32)
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e
facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: “Figlie di
Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco,
verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni
che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle
colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?”.
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
Genitore:
Perché Gesù chiede alle donne di non piangere per lui?
Ragazza/o:
Perché il Suo sacrificio ha un significato profondo e Lui sa che la vera
sofferenza sarà la mancanza di Speranza che colpirà i loro cuori.
Genitore:
Cosa possiamo fare per aiutare gli altri a trovare Speranza?
Ragazza/o:
Possiamo ascoltarli, sostenerli, condividere storie positive e pregare per loro.
Riflessione di una catechista
Le parole di Gesù ci invitano a guardare oltre il dolore e a cercare la speranza. È
fondamentale prendersi cura degli altri e trasmettere un messaggio di amore e sostegno.
Preghiamo
Ragazza/o:
Signore, aiutaci a trovare la speranza anche nei momenti più bui.
Tutti:
Stacci sempre vicino Signore.
Ragazza/o:
Ti preghiamo per tutte le madri e le famiglie in difficoltà, affinché possano
trovare conforto.
Tutti:
Stacci sempre vicino Signore.
Ragazza/o:
Fa’ che possiamo essere portatori di speranza e amore nel mondo.
Tutti:
Stacci sempre vicino Signore.
PADRE NOSTRO…
QUINTA STAZIONE
GESÙ SULLA CROCE
Sacerdote:
Il racconto di Luca (26, 39-46)
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e
noi!”. L’altro invece lo rimproverava dicendo: “Non hai alcun timore di Dio, tu che sei
condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo
meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”. E disse: “Gesù,
ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose: “In verità io ti dico: oggi con me
sarai nel paradiso”.
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del
pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù,
gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo,
spirò.
Genitore:
Cosa significa per te l’ultimo momento di Gesù sulla croce?
Ragazza/o:
È un momento di grande fiducia in Dio, anche se è molto triste.
Genitore:
Esattamente. La fede di Gesù ci insegna a fidarci anche nei momenti più difficili.
Come possiamo coltivare questa fede?
Ragazza/o:
Dobbiamo pregare e ricordarci delle cose belle che abbiamo.
Riflessione di una catechista
La fiducia in Dio è una fonte di forza. Anche quando tutto sembra perduto, possiamo
trovare speranza nella fede e nell’amore.
Preghiamo
Ragazza/o:
Signore, aiutaci a fidarci di Te in ogni situazione.
Tutti:
Donaci, Signore, il dono della Speranza
Ragazza/o:
Ti preghiamo per chi vive la sofferenza e la solitudine.
Tutti:
Donaci, Signore, il dono della Speranza
Ragazza/o:
Fa’ che la nostra fede possa sempre brillare come luce per gli altri.
Tutti:
Donaci, Signore, il dono della Speranza
PADRE NOSTRO…
SESTA STAZIONE
GESÙ RISORGE
Sacerdote:
Il racconto di Matteo (28, 1-7)
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria
andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore,
infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo
aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di
lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: “Voi non
abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva
detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi
discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho
detto”.
Genitore:
Cosa significa per te che Gesù è risorto?
Ragazza/o:
Significa che la vita vince sulla morte e che possiamo avere sempre speranza.
Genitore:
Come possiamo vivere ogni giorno nella luce della resurrezione?
Ragazza/o:
Possiamo essere gentili e accoglienti e diffondere amore. gioia e speranza.
Riflessione di una catechista
La resurrezione di Gesù è un segno di speranza e nuova vita. Ogni giorno abbiamo
l’opportunità di vivere con gioia e di portare luce e amore nel mondo.
Preghiamo
Ragazza/o:
Signore, grazie per la tua resurrezione che ci dà speranza e gioia.
Tutti:
Ascoltaci Signore.
Ragazza/o:
Ti preghiamo per chi ha perso la speranza, affinché possa trovare nuova vita in te.
Tutti
Ascoltaci Signore.
Ragazza/o:
Aiutaci a vivere ogni giorno nella luce della tua resurrezione, portando amore
e pace nel mondo.
Tutti
Ascoltaci Signore.
PADRE NOSTRO…
Benedizione e congedo