Il giorno del Signore 27 aprile 2025
27 APRILE 2025
II DOMENICA DI PASQUA o
DELLA DIVINA MISERICORDIA

MESSA
PREGHIERE DAVANTI ALL’EUCARISTIA
RITI INIZIALI
ATTO PENITENZIALE
Il Signore risorto infonde sui discepoli lo Spirito Santo, dono di pace e di riconciliazione col Padre. Riconosciamoci anche noi peccatori, e invochiamo la misericordia del Signore.
Signore, che sei l’eterno sacerdote della nuova alleanza. Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Cristo, che ci edifichi come pietre vive in tempio santo di Dio. Christe, eleison.
Christe, eleison.
Signore, che ci fai concittadini dei santi nel regno dei cieli. Kyrie, eleison.
Kyrie, eleison.
Dio onnipotente, abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
Amen.
INNO DI LODE
Gloria a Dio nell’alto dei cieli,
e pace in terra
agli uomini amati dal Signore.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo,
ti adoriamo, ti glorifichiamo,
ti rendiamo grazie
per la tua gloria immensa,
Signore Dio, Re del cielo,
Dio Padre onnipotente.
Signore, Figlio Unigenito,
Gesù Cristo,
Signore Dio, Agnello di Dio,
Figlio del padre;
tu che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo,
accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre,
abbi pietà di noi.
Perché tu solo il Santo,
tu solo il Signore,
tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, con lo Spirito Santo;
nella gloria di Dio Padre. Amen.
Preghiamo
Dio di eterna misericordia,
che ogni anno nella festa di Pasqua
ravvivi la fede del tuo popolo santo,
accresci in noi la grazia che ci hai donato,
perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza
del Battesimo che ci ha purificati,
dello Spirito che ci ha rigenerati,
del Sangue che ci ha redenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Oppure:
O Padre di misericordia,
che in questo giorno santo raduni il tuo popolo
per celebrare il memoriale
del Signore morto e risorto,
eΩondi il tuo Spirito sulla Chiesa
perché rechi a tutti gli uomini
l’annuncio della salvezza e della pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
LETTURE
PRIMA LETTURA
Venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne.
Dagli Atti degli Apostoli
At 5,12-16
Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava.
Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro.
Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 117 (118)
R. Rendete grazie al Signore perché è buono:
il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».
R. Rendete grazie al Signore perché è buono:
il suo amore è per sempre.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo
R. Rendete grazie al Signore perché è buono:
il suo amore è per sempre.
Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!Benedetto colui che viene nel nome del Signore.Vi benediciamo dalla casa del Signore.Il Signore è Dio, egli ci illumina.
il suo amore è per sempre.
Seconda Lettura
Ero morto, ma ora vivo per sempre.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Ap 1,9-11a.12-13.17-19
Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.
Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese».
Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! (Gv 20,29)
Alleluia.
Vangelo
Otto giorni dopo venne Gesù.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,19-31
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore
PROFESSIONE DI FEDE
Sacerdote: Rinunciate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?
Tutti: Rinuncio.
S: Rinunciate alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato?
T: Rinuncio.
S: Rinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato?
T: Rinuncio.
S: Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
T: Credo.
S: Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
T: Credo.
S: Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
T: Credo.
Il sacerdote conclude: Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spinto Santo, ci custodisca con la sue grazia per la vita eterna, in Cristo Gesù nostro Signore.
T: Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI
Fratelli e sorelle,
sia benedetto Dio che nella sua grande misericordia
ci ha rigenerati, mediante la risurrezione del suo Figlio,
per una speranza viva.
Rivolgiamo a lui la nostra supplica
perché tutta la terra possa accogliere il frutto della Pasqua.
Preghiamo insieme dicendo: Dio della misericordia e della pace, ascoltaci.
Per il popolo cristiano,
convocato nel giorno del Signore, Pasqua della settimana:**
Fa’ che tutti i cristiani che vanno a Messa la domenica,
vivano insieme con gioia e uniti,
e facciano vedere a tutti che Gesù è risorto ed è presente. Preghiamo.
Dio della misericordia e della pace, ascoltaci.
Per i nuovi battezzati:
Accolti dalla comunità,
aiutali a crescere ascoltando la Parola di Dio,
pregando spesso e facendo del bene con amore. Preghiamo.
Dio della misericordia e della pace, ascoltaci.
Per i popoli della terra:
Fa’, Signore, che il dono della pace, che nasce dalla vittoria di Gesù sul peccato e sulla morte,
raggiunga ogni cuore, così che tutti possano vivere tempi di giustizia e amore. Preghiamo.
Dio della misericordia e della pace, ascoltaci.
Per il cristiano che dubita, l’incredulo che vorrebbe credere, e quanti cercano con amore la verità:
Illumina i loro cuori con la luce della Pasqua, perché capiscano che solo Gesù può salvarci. Preghiamo.
Dio della misericordia e della pace, ascoltaci.
CONCLUSIONE DEL SACERDOTE
O Dio, nostro Padre, principio e fonte di ogni dono, lo Spirito del tuo Figlio risorto ci introduca nella pienezza del mistero pasquale perché, in gesti e parole, ne diventiamo gioiosi testimoni.
Per Cristo nostro Signore. AMEN.
PADRE NOSTRO
Padre nostro che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi
il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi
li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci
alla tentazione
ma liberaci dal male.
…
ALLA COMUNIONE
Il sacerdote prende l’ostia e tenendola un po’ sollevata sulla patena o sul calice, rivolto al popolo, dice ad alta voce:
ECCO L’AGNELLO DI DIO,
ECCO COLUI CHE TOGLIE
I PECCATI DEL MONDO.
BEATI GLI INVITATI
ALLA CENA DELL’AGNELLO.
E continua, dicendo insieme con il popolo:
O SIGNORE,
NON SONO DEGNO
DI PARTECIPARE
ALLA TUA MENSA,
MA DI’ SOLTANTO
UNA PAROLA
E IO SARÒ SALVATO.
…
DOPO LA COMUNIONE
Dio onnipotente, la forza del sacramento pasquale
che abbiamo ricevuto sia sempre operante nei nostri cuori.
Per Cristo nostro Signore. AMEN!
PREGHIERE DAVANTI ALL’EUCARISTIA
Dice il Signore (Gv 14, 27)
“Vi lascio la pace,
vi do la mia pace,
non come la dà il mondo,
io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore
e non abbia timore.”
Dice il Signore (Gv 15, 4)
“Rimanete in me e io in voi.
Come il tralcio
non può far frutto da se stesso
se non rimane nella vite,
così anche voi
se non rimanete in me.”
Anima di Cristo, santificami.
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, esaudiscimi.
Dentro le tue piaghe nascondimi.
Non permettere
ch’io mi separi da te.
Dal nemico maligno difendimi.
Nell’ora della mia morte chiamami.
Fa’ che io venga a te,
a lodarti con i tuoi santi,
nei secoli dei secoli. Amen.
O Signore, fa di me
uno strumento della tua pace.
Dov’è l’odio, fa che io porti l’amore.
Dov’è offesa, che io porti il perdono.
Dov’è discordia, che io porti l’unione.
Dov’è dubbio, che io porti la fede.
Dov’è errore, che io porti la verità.
Dov’è disperazione, che io porti la speranza.
Dov’è tristezza, che io porti la gioia.
Dove sono le tenebre, che io porti la luce.
O Signore, fa che io non cerchi tanto
di essere consolato quanto di consolare;
di essere compreso, quanto di comprendere;
di essere amato, quanto di amare.
Poiché donando, si riceve;
perdonando, si è perdonati;
morendo, si risuscita a vita eterna.
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo
sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo
preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo
Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata concezione.
Benedetta la sua
gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.
Benedetto san Giuseppe,
suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli
e nei suoi santi.
APPROFONDIMENTI
di Padre Ermes Ronchi
III Domenica di Pasqua anno C. Tommaso, nostro “gemello” nella fede
Tommaso diventa l’anello di congiunzione tra la prima generazione e la nostra di oggi. Credente è propriamente chi, superato il dubbio e la pretesa di vedere, accetta la testimonianza autorevole di chi ha veduto.
Otto giorni dopo, venne Gesù
“Tommaso, uno dei dodici, soprannominato Didimo” (v. 24). Didimo, cioè “gemello”, ma di chi? A pensarci bene di ciascuno di noi! Non c’è nessuno più di lui che ci assomigli e probabilmente è tempo di restituire a questo incredulo, positivista, intrattabile personaggio un’aura più rispettabile. Aveva visto bene chi affermava: “Mi è stata più utile la fede difficile di Tommaso che quella immediata della Maddalena (!)”. Per questo Tommaso ci è quasi simpatico perché dà voce alla nostra stessa incertezza nei riguardi della fede, alla nostra “fatica” di credere. Se infatti credere è non pretendere né di vedere, né di toccare, ma appunto dare fiducia, allora la questione è aperta. Noi siamo infatti abituati a ragionare sempre coi sensi e farne a meno è come non avere più la terra sotto i piedi. Eppure questo non ha impedito all’uomo di imparare a navigare sulle acque o a volare nel cielo.
1. “Gesù venne, si fermò in mezzo a loro” (v. 19). Quel che sorprende di questa come di altre apparizioni è che in realtà non sono mai attese né tantomeno ricercate. Inizialmente la scena è sempre dominata dalla paura quando non anche dalla rassegnazione. Poi all’improvviso accade l’imprevisto. Questa imprevedibile materializzazione del Risorto rispetto agli attoniti ed increduli discepoli è una “traccia” da interpretare. Di fatto i discepoli si lasciano travolgere da un fenomeno inaspettato, inizialmente pure incomprensibile. Da questo punto di vista la fede nella resurrezione “è scaturita da questo travolgimento e cioè da un avvenimento che precedeva il loro pensare e volere, che anzi lo rovesciava” (J. Ratzinger). È decisivo ritrovare questa priorità del fatto della resurrezione sulla sua interpretazione non solo per stare a quel che lasciano emergere i testi evangelici, ma più profondamente perché solo così si salvaguarda il realismo dell’evento-chiave del cristianesimo, senza il quale la fede non starebbe più in piedi. C’è prima l’apparizione del Risorto, poi il kerigma e finalmente la fede. In questo senso la parola di coloro che vedono il Risorto è la parola di un evento che supera i testimoni.
2. “Gli altri discepoli gli dissero: Abbiamo veduto il Signore. Ma egli rispose: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato non crederò” (v. 25). Se la fede nasce da un Imprevisto, resta vero però che non diventa tale se non passa dal semplice vedere – ormai impossibile – al puro credere. E Tommaso diventa così l’anello di congiunzione tra la prima generazione e la nostra di oggi. Credente è propriamente chi, superato il dubbio e la pretesa di vedere, accetta la testimonianza autorevole di chi ha veduto. Al tempo di Gesù, visione e fede erano abbinate, anche se non automatiche (quanti pur vedendo i miracoli di fatto, lo rifiutarono poi), ma ora nel tempo nostro, la visione non deve più essere pretesa: basta la testimonianza apostolica. Il segno che conduce alla fede si è trasformato, dunque. Non è più oggetto di visione diretta, ma di testimonianza. Il che non significa affatto che al credente sia preclusa l’esperienza personale del Cristo risorto. Tutt’altro. Gli è offerta l’esperienza del perdono, della pace, della gioia, come controprova vitale della verità pasquale.
È tempo d’altra parte che ci si persuada che non esiste un’unica forma di accesso alla realtà che è data dalla conoscenza tecnico-scientifica. Senza dubbio questo metodo è legittimo e garantisce da false presunzioni e da ricorrenti superstizioni. Ma il reale è enormemente più ampio di quello che è rilevabile con gli strumenti della scienza. Da questo punto di vista ciò che è razionale è senz’altro reale. Ma non tutto ciò che è reale è necessariamente razionale. Così come tutto ciò che è storico è vero, ma non tutto ciò che è vero è storicamente dimostrabile in senso stretto. Per di più, nel caso della resurrezione, come dimostrare un evento che per definizione è “meta-storico” (non metà storico!), cioè al di là di questo tempo e di questo spazio?
3. “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno”. La fede è strutturalmente “ecclesiale”, cioè dipende dalla mia libertà in connessione con quella degli altri. Non è affatto scontato pensarla così oggi, quando la fede sembra rinascere come una ricerca solitaria, del tutto sganciata dagli altri, quasi che ognuno ricominci – in questa che è l’avventura decisiva – semplicemente dal proprio io. Degli altri – realisticamente – non si può fare a meno, anche se in qualche caso gli altri possono diventare pure un “ostacolo”. Ecco descritta in breve quella compagnia singolare che si chiama “chiesa”. E di qui due posizioni insidiose, che si rivelano ben presto inconcludenti scorciatoie. C’è per un verso chi cerca Cristo senza la comunità, e chi dall’altra cerca la comunità senza Cristo.
Alla prima posizione fanno riferimento tutti quelli che bypassano la chiesa, puntando direttamente a Dio. Ma con quale coerenza e soprattutto con quali esiti? È possibile in una ricerca così basilare prescindere dagli altri? Non c’è il rischio di una fede che segue più i propri bisogni, istinti, pregiudizi che non un vero cammino, altro da sé? E a pensarci: onestamente da chi abbiamo appreso le prime domande e le prime risposte sulla fede? E come è possibile sperimentare il perdono se non viene fuori di noi?
Altrettanto vacua è la pretesa di chi sembra cercare la comunità “senza” Cristo. E qui si ha piuttosto a che fare con tanti che fanno parte della chiesa, ma per i più svariati motivi. Avendo perso irrimediabilmente il senso della ricerca dell’Unico necessario. Sono quelli – per intenderci – che cercano più semplicemente ‘un posto al sole’ (leggi gratificazione); sono quelli che vivono frustrazioni e complessi e cercano un’alternativa o via di fuga (leggi compensazione); o ancora sono quelli che vanno a passare il tempo (leggi socializzazione). In tutti questi casi manca la vera radice che è Cristo e così fatalmente prendono il sopravvento altre logiche: critiche, contrapposizioni, delusioni.
Tommaso più che mettere il dito nelle piaghe di Cristo (il testo evangelico per sé non autorizza a ritenerlo) mette in realtà il dito nella piaga che è la nostra fede sempre in pericolo. Per sprofondare fortunatamente alla fine nelle parole che ne svelano l’autentica statura: “Mio Signore e mio Dio!”.
Commento di mons. Domenico Pompili
tratto da “Il pane della Domenica. Meditazioni sui vangeli festivi” Anno C
AVVISI
Giovedì 1 maggio non c’è messa
Giovedì 8 maggio: Ore 9.00-11.30 Adorazione Eucaristica
Ore 11.30 Rosario e supplica alla Madonna di Pompei
Sabato 10 maggio: Dedicazione della Parrocchia e vigilia della festa del Buon Pastore
Ore 16.30-19.00 pomeriggio di giochi per tutti i ragazzi e famiglie
La messa è posticipata alle 19.00
Domenica 11 maggio: FESTA PARROCCHIALE DEL BUON PASTORE
Messe ore 9.00 e 11.00
segue il pranzo comunitario
Non c’è la messa delle 19.00
MESSAGGIO di PAPA FRANCESCO per la 60ª GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI
MESSAGGIO NATALIZIO del nostro ARCIVESCOVO GIUSEPPE SATRIANO
MESSAGGIO di PAPA FRANCESCO per la GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2023