Il giorno del Signore Venerdì Santo 2025

18 APRILE 2025
VENERDI’ SANTO
PASSIONE DEL SIGNORE

MESSA

RITI INIZIALI

LETTURE

PREGHIERA DEI FEDELI

PADRE NOSTRO

ALLA COMUNIONE

PREGHIERE DAVANTI ALL’EUCARISTIA

APPROFONDIMENTI

AVVISI

 


RITI INIZIALI

I sacerdoti si recano in silenzio all’altare e si prostrano a terra per alcuni istanti. Tutti gli altri, chi può, si metta in ginocchio altrimenti resti in piedi.

PREGHIAMO
O Dio, che nella passione
di Cristo nostro Signore
ci hai liberati dalla morte,
eredità dell’antico peccato
trasmessa a tutto il genere umano,
rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio;
e come abbiamo portato in noi,
per la nostra nascita,
l’immagine dell’uomo terreno,
così per l’azione del tuo Spirito
fa’ che portiamo l’immagine dell’uomo celeste.
Per Cristo nostro Signore.
AMEN

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Egli è stato trafitto per le nostre colpe.
(Quarto canto del Servo del Signore)
DAL LIBRO DEL PROFETA ISAIA
Is 52,13-53,12
     Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.
     Come molti si stupirono di lui
– tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto
e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –,
così si meraviglieranno di lui molte nazioni;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
     Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
     A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
     È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
     Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
     Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
     Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
     Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
     Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
     Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
     Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
     Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua posterità?
     Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.
     Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
     Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
     Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
     Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.
     Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha spogliato se stesso fino alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i colpevoli.
     Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE

dal Salmo 30 (31)

R. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele
R. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

Sono il rifiuto dei miei nemici
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono come un morto, lontano dal cuore;
sono come un coccio da gettare. 
R. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.
R. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore. 
R. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

SECONDA LETTURA    

Cristo imparò l’obbedienza e divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono.
DALLA LETTERA AGLI EBREI
Eb 4,14-16; 5,7-9

          Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
     Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.
     Cristo, infatti, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.
     Parola di Dio

Acclamazione al Vangelo

Lode a te o Cristo,
Verbo di salvezza.
Lode a te o Cristo,
Parola di Dio per noi.

Lode a te o Cristo,
Verbo di salvezza.
Lode a te o Cristo,
Parola di Dio per noi.

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome. (Cf. Fil 2,8-9)

Lode a te o Cristo,
Verbo di salvezza.
Lode a te o Cristo,
Parola di Dio per noi.

VANGELO

La passione del Signore
PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO SECONDO GIOVANNI
Gv 18,1–19,42

     – Catturarono Gesù e lo legarono

     In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato».      Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».

     –  Lo condussero prima da Anna.

    Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».
 
     Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?».      Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

     Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?».      Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.

     –  Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono!

     Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

     – Il mio regno non è di questo mondo

     Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.
 
     Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».
 
     E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

     – Salve, re dei Giudei!

     Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.
 
     Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro:      «Ecco l’uomo!».
 
     Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
 
All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».

     – Via! Via! Crocifiggilo!

     Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare».
Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

     – Lo crocifissero e con lui altri due

     Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».      Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».

     –  Si sono divisi tra loro le mie vesti

     I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.

     – Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!

     Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
     Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa

GESU’ MUORE SULLA CROCE

Gesù muore sulla croce,
Gesù muore sulla croce,
come uno dei tanti, come un uomo,
perché l’uomo proverà la morte
prima o poi,
la sua morte, prima o poi.
E lui sarà vicino,
e lui sarà vicino!

“Padre, nelle tue mani,
Padre, rendo il mio Spirito!”
Se il peccato è morte, questa morte,
adesso l’ha pagata lui
con infinito amore;
è infinito questo amore,
per esserci vicino
per esserci vicino

Tutto è pagato! Tutto è compiuto!

     – E subito ne uscì sangue e acqua

     Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

     – Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi

     Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto.      Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
     Parola del Signore.

PREGHIERA UNIVERSALE

I. Per la santa Chiesa
Preghiamo, fratelli e sorelle,
per la santa Chiesa di Dio. *
Il Signore le conceda unità e pace,
la protegga su tutta la terra, *
e doni a noi, in una vita serena e sicura, +
di rendere gloria a Dio Padre onnipotente. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
che hai rivelato in Cristo
la tua gloria a tutte le genti,
custodisci l’opera della tua misericordia,
perché la tua Chiesa,
diffusa su tutta la terra,
perseveri con fede salda
nella confessione del tuo nome.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.
 
II. Per il papa
Preghiamo per il nostro santo padre il papa Francesco. *
Il Signore Dio nostro,
che lo ha scelto nell’ordine episcopale, *
gli conceda vita e salute
e lo conservi alla sua santa Chiesa +
come guida e pastore del popolo santo di Dio. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
sapienza che regge l’universo,
ascolta la tua famiglia in preghiera,
e custodisci con la tua bontà
il papa che tu hai scelto per noi,
perché il popolo cristiano,
da te affidato alla sua guida pastorale,
progredisca sempre nella fede.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

.

III. Per tutti i fedeli di ogni ordine e grado
Preghiamo per il nostro vescovo Giuseppe.*,
per tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi, *
e per tutto il popolo dei fedeli. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
che con il tuo Spirito guidi e santifichi
tutto il corpo della Chiesa,
accogli le preghiere che ti rivolgiamo,
perché secondo il dono della tua grazia
tutti i membri della comunità
nel loro ordine e grado
ti possano fedelmente servire.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

.

IV. Per i catecumeni
Preghiamo per i catecumeni. *
Il Signore Dio nostro apra i loro cuori all’ascolto
e dischiuda la porta della misericordia, *
perché mediante il lavacro di rigenerazione
ricevano il perdono di tutti i peccati *
e siano incorporati
in Cristo Gesù, Signore nostro. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
che rendi la tua Chiesa sempre feconda di nuovi figli,
aumenta nei [nostri] catecumeni
l’intelligenza della fede,
perché, nati a vita nuova nel fonte battesimale,
siano accolti tra i tuoi figli di adozione.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.
 


V. Per l’unità dei cristiani
Preghiamo per tutti i fratelli e le sorelle che credono in Cristo. *
Il Signore Dio nostro raduni e custodisca nell’unica sua Chiesa *
quanti testimoniano la verità con le loro opere. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
che raduni i tuoi figli ovunque dispersi e li custodisci nell’unità,
volgi lo sguardo al gregge del tuo Figlio,
perché coloro che sono stati consacrati da un solo Battesimo
siano una cosa sola nell’integrità della fede
e nel vincolo dell’amore.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.
 


VI. Per gli Ebrei
Preghiamo per gli Ebrei. *
Il Signore Dio nostro, che a loro per primi ha rivolto la sua parola, *
li aiuti a progredire sempre nell’amore del suo nome +
e nella fedeltà alla sua alleanza. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
che hai affidato le tue promesse
ad Abramo e alla sua discendenza,
esaudisci con bontà le preghiere della tua Chiesa,
perché il popolo primogenito della tua alleanza
possa giungere alla pienezza della redenzione.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

.

VII. Per coloro che non credono in Cristo
Preghiamo per coloro che non credono in Cristo. *
Illuminati dallo Spirito Santo, *
possano anch’essi entrare
nella via della salvezza. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
dona a coloro che non credono in Cristo
di trovare la verità camminando alla tua presenza con cuore sincero,
e concedi a noi di essere nel mondo testimoni più autentici
della tua carità, progredendo nell’amore vicendevole
e nella piena conoscenza del mistero della tua vita.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

.

VIII. Per coloro che non credono in Dio
Preghiamo per coloro che non credono in Dio. *
Praticando la giustizia con cuore sincero, *
giungano alla conoscenza del Dio vero. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
tu hai messo nel cuore degli uomini
una così profonda nostalgia di te
che solo quando ti trovano hanno pace:
fa’ che, tra le difficoltà della vita,
tutti riconoscano i segni della tua bontà
e, stimolati dalla nostra testimonianza,
abbiano la gioia di credere in te,
unico vero Dio e Padre di tutti gli uomini.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

.

IX. Per i governanti
Preghiamo per coloro
che sono chiamati a governare la comunità civile. *
Il Signore Dio nostro illumini la loro mente e il loro cuore *
a cercare il bene comune +
nella vera libertà e nella vera pace. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
nelle tue mani sono le speranze degli uomini
e i diritti di ogni popolo:
assisti con la tua sapienza coloro che ci governano,
perché, con il tuo aiuto,
promuovano su tutta la terra
una pace duratura,
la prosperità dei popoli
e la libertà religiosa.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

.

X. Per quanti sono nella prova
Preghiamo, fratelli e sorelle, Dio Padre onnipotente, *
perché purifichi il mondo dagli errori,
allontani le malattie, vinca la fame, *
renda la libertà ai prigionieri, spezzi le catene,
conceda sicurezza a chi viaggia,
il ritorno ai lontani da casa, *
la salute agli ammalati +
e ai morenti la salvezza eterna. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
consolazione degli afflitti,
sostegno dei sofferenti,
ascolta il grido di coloro che sono nella prova,
perché tutti nelle loro necessità
sperimentino la gioia di aver trovato
il soccorso della tua misericordia.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

.

XI. Per quanti soffrono a causa della guerra
Preghiamo per i popoli dilaniati dalle atrocità delle guerre.
Le loro lacrime e il sangue delle vittime non siano sparsi invano,
ma affrettino un’era di pace
che scaturisce dalle piaghe gloriose di Cristo Gesù.

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio misericordioso e forte,
che annienti le guerre e abbassi i superbi,
allontana al più presto dall’umanità orrori e lacrime,
perché tutti possiamo essere chiamati veramente tuoi figli.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

LA CROCE

ALLO SVELAMENTO

Solo:
Ecco il legno della Croce, 
al quale fu appeso il Cristo, 
Salvatore del mondo.
Venite, adoriamo.

TUTTI:
Venite, adoriamo.

Canti (durante l’adorazione della Croce)

GETSEMANI

Bastava forse solamente una goccia di quel sangue,
per dissetare i deserti.

Bastava forse solamente una goccia di quel sangue,
per dare un nome ad ogni pianto.
E noi l’abbiamo veduta la gloria, della Parola di Dio,
da sempre attesa in millenni di storia, Verbo divino di Dio.

Bastava forse solamente una goccia di dolore,
per ridonare la vita.

Bastava forse solamente una goccia di dolore,
per riscattare la terra.
Ma era poi questo il disegno del Padre,
la vera sua volontà?
E questa notte tu preghi e sei solo e sai che cosa accadrà.

Padre se è possibile,
allontana da me questo calice.
Padre se è possibile,
allontana da me questo calice.
Ma non la mia volontà, ma non la mia volontà,
ma non la mia volontà si compia, ma la tua.

Bastava forse solamente una goccia di dolore,
per ridonare la vita.

Bastava forse solamente una goccia di dolore,
per riscattare la terra.
Ma era poi questo il disegno del Padre,
la vera sua volontà?
E questa notte tu preghi e sei solo e sai che cosa accadrà.

Padre se è possibile,
allontana da me questo calice.
Padre se è possibile,
allontana da me questo calice.
Ma non la mia volontà, ma non la mia volontà,
ma non la mia volontà si compia, ma la tua.


GESU’ INCHIODATO IN CROCE

Gesù inchiodato in croce,
le mani si aprono ai chiodi,
dolore che ora s’innalza
sopra il Golgota.

Gesù inchiodato in croce,
sta lì innalzato sul legno,
la gente lo guarda sospeso
tra cielo e terra.

È svanita ogni cosa,
ma dov’è la tua Chiesa?
Stai lì, abbandonato.

I discepoli, via
dalla tua agonia.
Stai lì, abbandonato.

Il tuo solo sostegno
era il Padre tuo
e ora pure da lui
tu ti senti abbandonato.

Gesù inchiodato in croce,
le mani si aprono ai chiodi,
dolore che ora s’innalza
sopra il Golgota.

Gesù inchiodato in croce,
sta lì innalzato sul legno,
la gente lo guarda sospeso
tra cielo e terra.

È svanita ogni cosa,
ma dov’è la tua Chiesa?
Stai lì, abbandonato.

I discepoli, via
dalla tua agonia.
Stai lì, abbandonato.

Il tuo solo sostegno
era il Padre tuo
e ora pure da lui
tu ti senti abbandonato.

PADRE NOSTRO

Padre nostro che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.

Dacci oggi
il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi
li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci
alla tentazione
ma liberaci dal male.

Canto (di Comunione)

ECCO L’UOMO

Noi ti preghiamo uomo della croce,
Figlio e Fratello noi speriamo in Te.
Noi ti preghiamo uomo della croce
Figlio e Fratello noi speriamo in Te
.

Nella memoria di questa passione,
noi ti chiediamo perdono Signore,
per ogni volta che abbiamo lasciato,
il tuo fratello morire da solo.

Nella memoria di questa tua morte,
noi ti chiediamo coraggio Signore,
per ogni volta che il dono d’amore,
ci chiederà di soffrire da soli.

Nella memoria dell’ultima cena,
noi spezzeremo di nuovo il tuo pane,
ed ogni volta il tuo corpo donato,
sarà la nostra speranza di vita

DOPO LA COMUNIONE

Dio onnipotente ed eterno,
che ci hai rinnovati con la gloriosa morte
e risurrezione del tuo Cristo,
custodisci in noi l’opera della tua misericordia,
perché la partecipazione a questo grande mistero
ci consacri sempre al tuo servizio.
Per Cristo nostro Signore. AMEN!

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PREGHIERE DAVANTI ALL’EUCARISTIA

Dice il Signore (Gv 14, 27)
“Vi lascio la pace,
vi do la mia pace,
non come la dà il mondo,
io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore
e non abbia timore.”

Dice il Signore (Gv 15, 4)
“Rimanete in me e io in voi.
Come il tralcio
non può far frutto da se stesso
se non rimane nella vite,
così anche voi
se non rimanete in me.”

Anima di Cristo, santificami.
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, esaudiscimi.
Dentro le tue piaghe nascondimi.
Non permettere
ch’io mi separi da te.
Dal nemico maligno difendimi.
Nell’ora della mia morte chiamami.
Fa’ che io venga a te,
a lodarti con i tuoi santi,
nei secoli dei secoli. Amen.

O Signore, fa di me
uno strumento della tua pace.
Dov’è l’odio, fa che io porti l’amore.
Dov’è offesa, che io porti il perdono.
Dov’è discordia, che io porti l’unione.
Dov’è dubbio, che io porti la fede.
Dov’è errore, che io porti la verità.
Dov’è disperazione, che io porti la speranza.
Dov’è tristezza, che io porti la gioia.
Dove sono le tenebre, che io porti la luce.
O Signore, fa che io non cerchi tanto
di essere consolato quanto di consolare;
di essere compreso, quanto di comprendere;
di essere amato, quanto di amare.
Poiché donando, si riceve;
perdonando, si è perdonati;
morendo, si risuscita a vita eterna.

Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo
sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo
preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo
Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata concezione.
Benedetta la sua
gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.
Benedetto san Giuseppe,
suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli
e nei suoi santi.


APPROFONDIMENTI

Venerdì Santo. Passione del Signore. Tutto è compiuto

Il Crocifisso ha toccato la cima più alta della santa montagna dell’amore: si è donato al Padre, senza riserve e senza rimpianti (“Padre, nelle tue mani abbandono la mia vita”); ha perdonato i suoi nemici (“Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”); ha spalancato le porte del paradiso al ladrone pentito

La passione

Non ci sono parole. Quali parole potremmo inventare noi, miseri mortali, quando la Parola fatta carne si tramuta in “forte grido” e poi si spegne nel silenzio buio e gelido della morte? Non ci resta allora che “tacere e adorare”; non ci resta che “adorare e aderire”.

Del resto, non ci è chiesto di parlare, ma di contemplare, di “volgere lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto”. Perché la tentazione ora è quella di non farcela a tenere lo sguardo fisso su Gesù crocifisso, di non resistere a stare di fronte a Colui che non ha né apparenza, né bellezza per attirare i nostri sguardi. La nostra tentazione è quella di abbassare gli occhi davanti a Colui che si è caricato delle nostre sofferenze, di coprirci la faccia di fronte a Lui che si è addossato i nostri dolori, che è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità.

Ma se proprio non ce la facciamo a tenere ben aperti gli occhi della fede sul Crocifisso, chiediamo almeno di non chiudere gli orecchi del cuore alle sue ultime parole. Delle sette parole che Gesù in croce ci ha lasciato, riascoltiamo l’ultima, secondo il vangelo appena proclamato: “Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: “È compiuto!” E, chinato il capo, rese lo spirito”. Ecco, vogliamo accostarci spiritualmente al Crocifisso e supplicarlo: Signore, di’ soltanto una parola; ripetici almeno quella tua ultimissima parola: “Tutto è compiuto”.

Cosa significa: “È compiuto”? Potrebbe voler dire semplicemente: È finita; la storia è ormai definitivamente chiusa; non c’è più nulla da dire, nulla da fare, più nulla da aggiungere. Ma allora sarebbe semplicemente la dichiarazione amara dell’ultimo atto di una vita obiettivamente fallita – almeno secondo la logica mondana – o al più si tratterebbe della presa d’atto – certamente onesta e nobile – della fine di un dramma ormai consumato. Ma non può essere questo il senso inteso da Gesù e còlto da Giovanni, se il Morente pronuncia quelle parole con tanta solennità e l’evangelista le riporta con premurosa attenzione.

Si potrebbe intendere allora l’espressione: “È compiuto!” come compimento delle Scritture, e così sembrerebbe far capire Giovanni quando riporta qualche riga più su le stessissime parole: “Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, disse per compiere la Scrittura: Ho sete”. Affermare quindi in extremis che tutto è compiuto, potrebbe significare che tutto si è svolto, fino al dettaglio, secondo il misterioso piano d’amore, stabilito dal Padre.

Ma probabilmente in questa espressione c’è molto di più. Se ricordiamo, il dramma della passione era stato introdotto dall’evangelista con quell’ampio giro di frase: “Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”. Per dire “fine” l’evangelista usa una parola che si trova alla radice del verbo greco: “è compiuto”: ora, quella paroletta può significare sia “la fine” intesa in senso cronologico, che “il vertice”, la massima sommità raggiungibile di una vetta altissima. Ed è proprio il senso della traduzione latina, Consummatum est, tutto è arrivato ad summum, al vertice massimo.

Ecco il significato profondo dell’ultima parola di Gesù: Tutto è giunto al vertice. L’amore è arrivato alla sua perfezione. Il Crocifisso ha toccato la cima più alta della santa montagna dell’amore: si è donato al Padre, senza riserve e senza rimpianti (“Padre, nelle tue mani abbandono la mia vita”); ha perdonato i suoi nemici (“Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”); ha spalancato le porte del paradiso al ladrone pentito. Insomma Gesù in croce ha cambiato il più grande dolore – ingiustamente inflitto all’unico uomo veramente innocente di tutta la storia – nel più grande amore; ha trasformato una violenza totalmente ingiustificata in una dedizione totalmente incondizionata.

Solo gli uomini veramente degni di questo nome ci aiutano a capire almeno un po’ di questo amore pieno, perfetto, incontaminato.

Dostoevskij, commentando le grida di scherno di quanti sfidavano Gesù a scendere dalla croce, scriveva: “Ma tu non scendesti dalla croce perché, una volta di più, non volevi asservire l’uomo con il miracolo e avevi sete di fede libera, non fondata sul prodigio. Avevi sete di un amore libero, e non dei servili entusiasmi dello schiavo davanti alla potenza che l’ha per sempre riempito di terrore”.

Bonhoeffer, prima della sua impiccagione, la mattina di domenica 8 aprile 1945, pronunciava queste ultime parole: “È la fine. Per me è l’inizio della vita”, e qualche tempo prima aveva scritto: “Quando l’amore di Dio non si limita semplicemente ad essere là dove l’uomo è nel peccato e nella miseria, ma quando assume su di sé anche il destino che sovrasta ogni vita, la morte; cioè quando Gesù – che è l’amore di Dio – muore realmente, allora l’uomo può diventare certo che l’amore di Dio lo accompagna anche nella morte… Dio ama gli uomini fino al punto di assumere su di sé la morte con loro e per loro… E solo perché Gesù sulla croce, nell’umiliazione, dimostra l’amore suo e di Dio per il mondo, alla morte segue la risurrezione. La morte non può resistere all’amore: «l’amore è più forte della morte» (cfr. Cant 8,6)”.

E don Andrea Santoro, qualche giorno prima di essere assassinato a Trebisonda, scriveva: “Sono qui per abitare in mezzo a questa gente e permettere a Gesù di farlo prestandogli la mia carne… Si diventa capaci di salvezza solo offrendo la propria carne. Il male del mondo va portato e il dolore va condiviso, assorbendolo nella propria carne fino in fondo, come ha fatto Gesù”.

Il Papa, nella sua prima Messa Crismale celebrata a s. Giovanni in Laterano, commentava: “Gesù ha assunto la nostra carne. Diamogli noi la nostra; in questo modo egli può venire nel mondo e trasformarlo”.

Commento di mons. Francesco Lambiasi


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