Il giorno del Signore Veglia Pasquale 2025

19 APRILE 2025
VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA

MESSA

RITI INIZIALI

LETTURE

CREDO

PREGHIERA DEI FEDELI

PADRE NOSTRO

ALLA COMUNIONE

PREGHIERE DAVANTI ALL’EUCARISTIA

APPROFONDIMENTI

AVVISI

 


RITI INIZIALI

PROCESSIONE CON IL CERO PASQUALE

Sacerdote: Cristo è la luce del mondo!

Assemblea in canto:
RENDIAMO GRAZIE A DIO!

CANTO DELL’EXULTET

Esulti il coro degli angeli,
esulti l’assemblea celeste:
un inno di gloria saluti
il trionfo del Signore risorto.

Gioisca la terra inondata
da così grande splendore:
la luce del Re eterno
ha vinto le tenebre del mondo.
Gioisca la madre Chiesa,
splendente

della gloria del suo Signore,
e questo tempio tutto risuoni
per le acclamazioni

del popolo in festa.

Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.

In alto i nostri cuori.
Sono rivolti al Signore.

Rendiamo grazie a Dio.
È cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta
esprimere con il canto l’esultanza dello spirito,
e inneggiare al Dio invisibile, Padre onnipotente,
e al suo unico Figlio,
Gesù Cristo nostro Signore.
Egli ha pagato per noi
all’eterno Padre
il debito di Adamo,
e con il sangue sparso
per la nostra salvezza
ha cancellato la condanna
della colpa antica.
Questa è la vera Pasqua,
in cui è ucciso il vero Agnello,
che con il suo sangue consacra
le case dei fedeli.
Questa è la notte
in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri,
dalla schiavitù dell’Egitto,
e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso.
Questa è la notte
in cui hai vinto

le tenebre del peccato
con lo splendore

della colonna di fuoco.
Questa è la notte
che salva su tutta la terra
i credenti nel Cristo
dall’oscurità del peccato
e dalla corruzione del mondo,
li consacra all’amore del Padre
e li unisce
nella comunione dei santi.
Questa è la notte
in cui il Cristo, spezzando

i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro.
O immensità
del tuo amore per noi!
O inestimabile segno di bontà:
per riscattare lo schiavo,
hai sacrificato il tuo Figlio!
Davvero era necessario
il peccato di Adamo
che, è stato distrutto
con la morte del Cristo.
Felice colpa,
che meritò di avere
un così grande redentore!
Il santo mistero di questa notte sconfigge il male,
lava le colpe,
restituisce l’innocenza
ai peccatori,
la gioia agli afflitti.
O notte veramente gloriosa,
che ricongiunge la terra al cielo
e l’uomo al suo creatore!
In questa notte di grazia
accogli, Padre santo,
il sacrificio di lode,
che la Chiesa ti offre
per mano dei suoi ministri,
nella solenne liturgia del cero,
frutto del lavoro delle api,
simbolo della nuova luce.
Ti preghiamo dunque, Signore,
che questo cero,
offerto in onore del tuo nome
per illuminare
l’oscurità di questa notte,
risplenda di luce
che mai si spegne.
Salga a te come profumo soave,
si confonda
con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso
la stella del mattino,
quella stella

che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio,
che risuscitato dai morti
fa risplendere sugli uomini
la sua luce serena
e vive e regna
nei secoli dei secoli.
Amen.

Preghiamo

Fratelli e sorelle, dopo il solenne inizio della Veglia,
ascoltiamo con cuore sereno la parola di Dio.
Meditiamo come nell’antica alleanza Dio ha salvato il suo popolo
e nella pienezza dei tempi ha mandato a noi
il suo Figlio come redentore.
Preghiamo perché Dio, nostro Padre, porti a compimento
quest’opera di salvezza realizzata nella Pasqua.

SEDUTI

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura

Il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede.
 
Dal libro della Gènesi
Gn 22,1-18 
 
     In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
     Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme.
     Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme. Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.
     Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
     Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
     Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere».
     L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
     Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 15 (16)

R. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
 
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. 
R. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
 
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. 
R. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
 
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. 
R. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
 

IN PIEDI

Preghiamo.

O Dio, Padre dei credenti,
che estendendo a tutti gli uomini il dono dell’adozione filiale
moltiplichi in tutta la terra i tuoi figli,
e nel sacramento pasquale del Battesimo
adempi la promessa fatta ad Abramo
di renderlo padre di tutte le nazioni,
concedi al tuo popolo di rispondere degnamente
alla grazia della tua chiamata.
Per Cristo nostro Signore. AMEN

SEDUTI

Seconda Lettura

Gli Israeliti camminarono sull’asciutto in mezzo al mare.
DAL LIBRO DELL’ESODO
Es 14, 15-15,1
     In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri».
     L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò dietro. Andò a porsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele. La nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.
     Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare.
     Ma alla veglia del mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle.      Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!».
     Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra.
In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto, e il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo.
     Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:

Salmo responsoriale

Es 15,1-2;3-4.6.17

Cantiamo al Signore
Stupenda è la sua vittoria
Signore è il suo nome
Alleluia

Cantiamo al Signore
Stupenda è la sua vittoria
Signore è il suo nome
Alleluia
Voglio cantare in onore del Signore
Perché ha trionfato, alleluia
Ha gettato in mare cavallo e cavaliere
Mia forza e mio canto è il Signore
Il mio Salvatore è il Dio di mio padre
Ed io lo voglio esaltare

Cantiamo al Signore
Stupenda è la sua vittoria
Signore è il suo nome
Alleluia
Dio è prode in guerra, si chiama Signore
Travolse nel mare gli eserciti
I carri d’Egitto sommerse nel Mar Rosso
Abissi profondi li coprono
La tua destra, Signore, si è innalzata
La tua potenza è terribile

Cantiamo al Signore
Stupenda è la sua vittoria
Signore è il suo nome
Alleluia
Si accumularon le acque al suo soffio
S’alzaron le onde come un argine
Si raggelaron gli abissi in fondo al mare
Chi è come te, o Signore?
Guidasti con forza il popolo redento
E lo conducesti verso Sion

Cantiamo al Signore
Stupenda è la sua vittoria
Signore è il suo nome
Alleluia

Cantiamo al Signore
Stupenda è la sua vittoria
Signore è il suo nome
Alleluia

IN PIEDI

Preghiamo.

O Dio, anche ai nostri giorni
vediamo risplendere i tuoi antichi prodigi:
ciò che hai fatto con la tua mano potente
per liberare un solo popolo dall’oppressione del faraone,
ora lo compi attraverso l’acqua del Battesimo
per la salvezza di tutti i popoli;
concedi che l’umanità intera sia accolta tra i figli di Abramo
e partecipi alla dignità del popolo eletto.
Per Cristo nostro Signore. AMEN

SEDUTI

Terza Lettura

Cammina allo splendore della luce del Signore.
 DAL LIBRO DEL PROFETA BARUC
Bar 3,9-15.324,4 

     Ascolta, Israele, i comandamenti della vita,
porgi l’orecchio per conoscere la prudenza.
     Perché, Israele? Perché ti trovi in terra nemica e
sei diventato vecchio in terra straniera?
     Perché ti sei contaminato con i morti
e sei nel numero di quelli che scendono negli inferi? 
     Tu hai abbandonato la fonte della sapienza!
     Se tu avessi camminato nella via di Dio,
avresti abitato per sempre nella pace.
     Impara dov’è la prudenza,
dov’è la forza, dov’è l’intelligenza,
per comprendere anche dov’è la longevità e la vita,
dov’è la luce degli occhi e la pace.
     Ma chi ha scoperto la sua dimora,
chi è penetrato nei suoi tesori?
     Ma colui che sa tutto, la conosce
e l’ha scrutata con la sua intelligenza,
colui che ha formato la terra per sempre
e l’ha riempita di quadrupedi,
colui che manda la luce ed essa corre,
l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito con tremore.
Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia
e hanno gioito;
     egli le ha chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!»,
e hanno brillato di gioia per colui che le ha create.
     Egli è il nostro Dio,
e nessun altro può essere confrontato con lui.
     Egli ha scoperto ogni via della sapienza
e l’ha data a Giacobbe, suo servo,
a Israele, suo amato.
     Per questo è apparsa sulla terra
e ha vissuto fra gli uomini.
     Essa è il libro dei decreti di Dio
e la legge che sussiste in eterno;
tutti coloro che si attengono ad essa avranno la vita,
quanti l’abbandonano moriranno.
     Ritorna, Giacobbe, e accoglila,
cammina allo splendore della sua luce.
     Non dare a un altro la tua gloria
né i tuoi privilegi a una nazione straniera.
     Beati siamo noi, o Israele,
perché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto.
     Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE

Dal Salmo 18 (19)

R. Signore, tu hai parole di vita eterna.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. 
R. Signore, tu hai parole di vita eterna.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. 
R. Signore, tu hai parole di vita eterna.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. 
R. Signore, tu hai parole di vita eterna.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante. 
R. Signore, tu hai parole di vita eterna.

IN PIEDI

Preghiamo.

O Dio, che accresci sempre la tua Chiesa
chiamando nuovi figli da tutte le genti,
custodisci nella tua protezione
coloro che fai rinascere dall’acqua del Battesimo.
Per Cristo nostro Signore. AMEN

SEDUTI

Quarta Lettura

Vi aspergerò con acqua pura e vi darò un cuore nuovo.
DAL LIBRO DEL PROFETA EZECHIELE
Ez 36,16-17a.18-28 
     Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Figlio dell’uomo, la casa d’Israele, quando abitava la sua terra, la rese impura con la sua condotta e le sue azioni. Perciò ho riversato su di loro la mia ira per il sangue che avevano sparso nel paese e per gli idoli con i quali l’avevano contaminato. Li ho dispersi fra le nazioni e sono stati dispersi in altri territori: li ho giudicati secondo la loro condotta e le loro azioni.
     Giunsero fra le nazioni dove erano stati spinti e profanarono il mio nome santo, perché di loro si diceva: “Costoro sono il popolo del Signore e tuttavia sono stati scacciati dal suo paese”. Ma io ho avuto riguardo del mio nome santo, che la casa d’Israele aveva profanato fra le nazioni presso le quali era giunta.
     Perciò annuncia alla casa d’Israele: “Così dice il Signore Dio: Io agisco non per riguardo a voi, casa d’Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete profanato fra le nazioni presso le quali siete giunti. Santificherò il mio nome grande, profanato fra le nazioni, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le nazioni sapranno che io sono il Signore – oracolo del Signore Dio –, quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi.
     Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
     Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”».
     Parola di Dio.


Salmo responsoriale

Dai Sal. 41-42 (42-43)

Come il cervo va all’acqua viva,
io cerco Te ardentemente,
io cerco Te, mio Dio.

Come il cervo va all’acqua viva,
io cerco Te ardentemente,
io cerco Te, mio Dio.

Di Te mio Dio, ha sete l’anima mia!
Il tuo volto, il tuo volto Signore quando vedrò?

Come il cervo va all’acqua viva,
io cerco Te ardentemente,
io cerco Te, mio Dio.

Mi chiedono e mi tormentano: “dov’è,
dov’è il tuo Dio?” Ma io spero in Te, sei Tu la mia salvezza

Come il cervo va all’acqua viva,
io cerco Te ardentemente,
io cerco Te, mio Dio.

Il cuore mio si strugge, quando si ricorda
della tua casa.
Io cantavo con gioia, le tue lodi

Come il cervo va all’acqua viva,
io cerco Te ardentemente,
io cerco Te, mio Dio.


Ti loderò, Signore, e ti canterò il mio grazie.
Tu sei fresca fonte,
l’acqua della mia vita.

Come il cervo va all’acqua viva,
io cerco Te ardentemente,
io cerco Te, mio Dio.

IN PIEDI

Preghiamo.

O Dio, potenza immutabile e luce che non tramonta,
guarda con amore al mirabile sacramento di tutta la Chiesa
e compi nella pace l’opera dell’umana salvezza
secondo il tuo disegno eterno;
tutto il mondo riconosca e veda
che quanto è distrutto si ricostruisce,
quanto è invecchiato si rinnova,
e tutto ritorna alla sua integrità,
per mezzo di Cristo, che è principio di ogni cosa.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli. AMEN

.

Gloria

Gloria a Dio nell’alto dei cieli,
e pace in terra
agli uomini amati dal Signore.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo,
ti adoriamo, ti glorifichiamo,
ti rendiamo grazie
per la tua gloria immensa,
Signore Dio, Re del cielo,
Dio Padre onnipotente.

Signore, Figlio Unigenito,
Gesù Cristo,
Signore Dio, Agnello di Dio,
Figlio del padre;
tu che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo,
accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre,
abbi pietà di noi.

Perché tu solo il Santo,
tu solo il Signore,
tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, con lo Spirito Santo;
nella gloria di Dio Padre. Amen.

.

Preghiamo.

O Dio, che illumini questa santissima notte
con la gloria della risurrezione del Signore,
ravviva nella tua Chiesa lo spirito di adozione filiale,
perché, rinnovati nel corpo e nell’anima,
siamo sempre fedeli al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. AMEN.

SEDUTI

Epistola

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI
Cristo risorto dai morti non muore più.
Rm 6, 3-11
     Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
     Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione.
     Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è liberato dal peccato.
     Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
     Parola di Dio.

IN PIEDI

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia, alleluia.
Sal 117
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Alleluia, alleluia, alleluia.

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Alleluia, alleluia, alleluia.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Alleluia, alleluia, alleluia.

Vangelo

Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

DAL VANGELO SECONDO LUCA
Lc 24, 1-12

     Il primo giorno della settimana, al mattino presto [le donne] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
     Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”».
     Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli.
     Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.
     Parola del Signore.


PROFESSIONE DI FEDE

Sacerdote: Rinunciate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?
Tutti: Rinuncio.
S: Rinunciate alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato?
T: Rinuncio.
S: Rinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato?
T: Rinuncio.

S: Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
T: Credo.
S: Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
T: Credo.
S: Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
T: Credo.
Il sacerdote conclude: Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spinto Santo, ci custodisca con la sue grazia per la vita eterna, in Cristo Gesù nostro Signore.
T: Amen.


PREGHIERA DEI FEDELI

INTRODUZIONE DEL SACERDOTE

Fratelli e sorelle, illuminati dal Risorto, luce del mondo,
siamo chiamati a splendere davanti all’umanità
che cerca vita, pace e gioia. Consapevoli di questa responsabilità,
con cuore grato eleviamo al Padre la nostra preghiera.

Diciamo insieme: R. Padre della vita, ascolta la nostra preghiera.

Ricolma di grazia la tua Chiesa,
che accoglie con rinnovata esultanza
l’annuncio della risurrezione del Signore:
offra la luce pasquale ai cuori smarriti e tribolati. Noi ti preghiamo. 
R. Padre della vita, ascolta la nostra preghiera.

Benedici il papa Francesco, il nostro vescovo Giuseppe
e tutti i pastori della santa Chiesa:
attingano dalla celebrazione della Pasqua
nuovo impulso per il loro servizio. Noi ti preghiamo.
R. Padre della vita, ascolta la nostra preghiera.

Estendi il dono della pace a tutti i popoli della terra:
dove regnano guerra, violenza e terrorismo
possano rifiorire vita e speranza. Noi ti preghiamo. 
R. Padre della vita, ascolta la nostra preghiera.

Accompagna i catecumeni
che in questa notte ricevono i Sacramenti dell’iniziazione cristiana:
portino nella Chiesa il dono di una rinnovata giovinezza
e siano coraggiosi testimoni della fede. Noi ti preghiamo. 
R. Padre della vita, ascolta la nostra preghiera.

Accogli il desiderio di noi qui riuniti:
la luce nuova, che in questa notte santa
ha diradato le tenebre del peccato e della morte,
ci guidi sempre nella via della carità. Noi ti preghiamo. 
R. Padre della vita, ascolta la nostra preghiera.

CONCLUSIONE DEL SACERDOTE

Nella notte in cui l’amore ha trionfato sul peccato
e la morte è stata vinta dalla vita,
ascolta con benevolenza, o Padre, la preghiera di questa assemblea
e le intenzioni che ciascuno custodisce nel cuore.
Per Cristo nostro Signore. AMEN

PADRE NOSTRO

Padre nostro che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.

Dacci oggi
il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi
li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci
alla tentazione
ma liberaci dal male.

ALLA COMUNIONE

Il sacerdote prende l’ostia e tenendola un po’ sollevata sulla patena o sul calice, rivolto al popolo, dice ad alta voce:
ECCO L’AGNELLO DI DIO,
ECCO COLUI CHE TOGLIE

I PECCATI DEL MONDO.
BEATI GLI INVITATI

ALLA CENA DELL’AGNELLO.

E continua, dicendo insieme con il popolo:
O SIGNORE,
NON SONO DEGNO
DI PARTECIPARE
ALLA TUA MENSA,
MA DI’ SOLTANTO
UNA PAROLA
E IO SARÒ SALVATO.

DOPO LA COMUNIONE

Infondi in noi, o Signore,
lo Spirito della tua carità,
perché saziati dai sacramenti pasquali
viviamo concordi nel tuo amore.
Per Cristo nostro Signore. AMEN!

.

PREGHIERE DAVANTI ALL’EUCARISTIA

Dice il Signore (Gv 14, 27)
“Vi lascio la pace,
vi do la mia pace,
non come la dà il mondo,
io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore
e non abbia timore.”

Dice il Signore (Gv 15, 4)
“Rimanete in me e io in voi.
Come il tralcio
non può far frutto da se stesso
se non rimane nella vite,
così anche voi
se non rimanete in me.”

Anima di Cristo, santificami.
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, esaudiscimi.
Dentro le tue piaghe nascondimi.
Non permettere
ch’io mi separi da te.
Dal nemico maligno difendimi.
Nell’ora della mia morte chiamami.
Fa’ che io venga a te,
a lodarti con i tuoi santi,
nei secoli dei secoli. Amen.

O Signore, fa di me
uno strumento della tua pace.
Dov’è l’odio, fa che io porti l’amore.
Dov’è offesa, che io porti il perdono.
Dov’è discordia, che io porti l’unione.
Dov’è dubbio, che io porti la fede.
Dov’è errore, che io porti la verità.
Dov’è disperazione, che io porti la speranza.
Dov’è tristezza, che io porti la gioia.
Dove sono le tenebre, che io porti la luce.
O Signore, fa che io non cerchi tanto
di essere consolato quanto di consolare;
di essere compreso, quanto di comprendere;
di essere amato, quanto di amare.
Poiché donando, si riceve;
perdonando, si è perdonati;
morendo, si risuscita a vita eterna.

Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo
sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo
preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo
Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata concezione.
Benedetta la sua
gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.
Benedetto san Giuseppe,
suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli
e nei suoi santi.


APPROFONDIMENTI

Veglia nella Notte di Pasqua

«Cristo è risorto! È veramente risorto!»: questo è il nostro grido, la nostra fede, la nostra speranza e lo scaturire della nostra carità.

Cari fratelli e sorelle, amici e ospiti,

con parole, azioni, segni e soprattutto con la materialità della nostra condizione, con il nostro corpo e i suoi sensi, ma anche con il fuoco, l’acqua, il pane e il vino noi celebriamo la resurrezione di Gesù, la vittoria della vita eterna sulla morte, sulla nostra morte di umani deboli, fragili, mortali appunto. «Cristo è risorto! È veramente risorto!»: questo è il nostro grido, la nostra fede, la nostra speranza e lo scaturire della nostra carità. Sì, come dice l’Apostolo, «se Cristo non è risorto, vana è la nostra fede … e noi possiamo essere considerati tra i più miserabili della terra» (1Cor 15,17.19).

Dopo avere ascoltato nelle letture di questa veglia tutta la nostra storia come storia della salvezza operata da Dio per noi, storia che trova l’apice, il télos nella resurrezione di Gesù, in questa notte cerchiamo di pensare anche a questo evento leggendovi l’azione di Dio Padre. Perché proprio guardando ai primi annunci della resurrezione di Gesù fatti da Pietro, Stefano e Paolo negli Atti degli apostoli – e le loro omelie sono certamente un riflesso delle prime catechesi pasquali –, ci rendiamo conto che sempre è attribuita al Padre l’iniziativa, l’azione del far risorgere, del rialzare dai morti Gesù, il Figlio:

Dio lo ha risuscitato dai morti (At 3,15; 4,10; 13,30). Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce (At 5,30). Dio lo ha risuscitato il terzo giorno (At 10,40).

Espressioni analoghe si trovano poi nella lettera ai Romani, nelle lettere ai Corinti e nelle altre lettere del Nuovo Testamento. «Cristo è stato risuscitato da Dio», è il primo annuncio pasquale della chiesa apostolica. Solo più tardi, dopo avere anche specificato che questa azione di Dio Padre è stata compiuta attraverso la potenza dello Spirito santo (cf. Rm 8,11), si è giunti alla formula che troviamo nel Credo: «Resurrexit tertia die», «il terzo giorno è risuscitato», ponendo Gesù come soggetto della resurrezione. D’altronde, non poteva essere altrimenti: il Padre, l’Amante, l’origine e lo scaturire dell’Amore, solo lui poteva vincere la morte, cioè poteva – come dice Paolo in At 13,32-33 citando il Sal 2,7 – compiere la promessa, chiamare alla vita, generare alla vita il Figlio Gesù entrato nella morte.

Quando Gesù è morto in croce, rimettendo nelle mani del Padre il suo spirito (cf. Lc 23,46; Sal 31,6), facendo della sua morte un atto puntuale, di vera obbedienza filiale della creatura al Creatore, dopo una vita «di obbedienza fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,8), dopo una vita in cui è sempre apparsa in lui l’agápe, l’amore gratuito, incondizionato e senza fine, il Padre si è riconosciuto in lui, dicendogli: «Tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato, dunque io ti esalto, ti glorifico, ti faccio rialzare dalla morte». La morte è stata una vera separazione, in cui Gesù ha vissuto l’abbandono, l’essere «senza Dio» (chorìs theoû: Eb 2,9), perché la morte è questo! Ma Gesù ha vissuto tutto ciò invocando Dio, confessandolo «mio Dio» (Mc 15,34; Mt 27,46; Sal 22,2), ponendo sempre la sua speranza in lui.

Per questo Dio si è riconosciuto nel Figlio, perché Gesù lo ha narrato (exeghésato: Gv 1,18) fedelmente e totalmente. «Dio è amore» (1Gv 4,8.16), e Gesù ce lo ha detto e mostrato con la sua vita narrante. L’amore del Padre, l’amore dell’Amante accolto dall’«amato» (Mc 1,11 e par.; 9,7; Mt 17,5) che ha amato i suoi (cf. Gv 13,1) dello stesso amore dell’Amante, era degno di vincere la morte. Pietro del resto lo dice nella sua prima omelia pasquale: «Dio ha risuscitato Gesù, … perché non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere» (At 2,24). Perché non era possibile? Perché l’amore di Dio è la sua onnipotenza; perché Dio può tutto nell’amore; perché l’amore di Dio, entrato in duello con la morte, l’ha vinta per sempre.

Gesù, mandato come Parola di Dio e suo Figlio nel mondo, fattosi carne nell’utero di una donna, ha vissuto l’amore del Padre all’estremo, eis télos, si è svuotato delle sue prerogative divine per essere uomo in tutto come noi (cf. Fil 2,6-8) e non ha commesso peccato (cf. Eb 4,15). La vita di Gesù è stata un cammino di umanità, umanizzante, possiamo dire usando il linguaggio del Vangelo, un cammino di obbedienza alla sua condizione umana e alla chiamata di Dio. Obbediente da Figlio e non da schiavo (cf. Gv 8,35), e Figlio perché obbediente, Gesù ha lottato contro la morte, «attraverso i patimenti ha imparato la sottomissione» (Eb 5,8), è diventato «obbediente fino alla morte in croce (cf. Fil 2,8); e accettando la morte, questo nemico che ci attende tutti, che ci sta davanti, ha voluto esistere solo nell’amore e per amore. Possiamo dire che Gesù è cresciuto nell’amore non cercando ciò che gli piaceva, ma cercando di dare la vita per gli amici (cf. Gv 15,13). È cresciuto nell’amore soprattutto pregando, esercitandosi ad ascoltare la voce: «Tu sei mio Figlio» da parte di Dio, l’Amante. Nella morte ha saputo dire: «Abba, Papà, nelle tue mani rimetto il mio respiro» (cf. Lc 23,46), e il Padre gli ha risposto: «Tu sei mio Figlio, perché hai compiuto tutto, la tua incarnazione è stata totale, la tua umanizzazione piena». Ecco, nella morte Gesù è stato manifestato quale Figlio nella pienezza della divinità, come scrive Paolo all’inizio della lettera ai Romani: «Gesù Cristo nostro Signore, [è stato] costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della resurrezione dei morti» (Rm 1,4). La morte e la resurrezione per Gesù uomo, creatura, sono un unico evento: Gesù è veramente il Figlio di Dio e quando noi lo guardiamo sulla croce, nella sua morte, possiamo simultaneamente confessarlo come vivente, risorto, Figlio di Dio.

Nell’azione di farlo risorgere, Dio ridà a Gesù le sue prerogative divine, lo glorifica al di sopra di tutte le creature, gli dà il Nome di Kýrios, di Signore (cf. Fil 2,9-11). Anche nella resurrezione Gesù narra l’agire del Padre, il suo Amore sorgivo, fontale, perché il Padre è peghé tês agápes, «Sorgente dell’Amore». Era il Figlio uscito dal seno del Padre, ora il Padre lo riaccoglie nella potenza dello Spirito: un’unica vita, un unico Amore, un solo Dio! Scrive Agostino: «Et illic igitur tria sunt: amans, et quod amatur, et amor» (De Trinitate VIII,10,14), l’Amante, l’Amato e l’Amore. Ecco allora Tommaso che esclama davanti al Risorto: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28), vedendo un corpo umano trafitto. «Guarderanno a me, colui che hanno trafitto», profetizzava Zaccaria (12,10). Gesù aveva esclamato prima di morire: «Mio Dio, mio Dio, perché mi abbandoni alla morte, alle trafitture». Ma ora tutti guardano a Gesù e dicono con Tommaso: «Mio Kýrios e mio Dio!».

Sì, la nostra fede pasquale non è un mito, una favola, ma una storia di amore. È la scoperta di un Amante, Dio, che possiede un Amore che vince la morte: ma questo Amore lo offre anche a noi, perché nella nostre vite possiamo essere amati e amanti. Guardiamo al Crocifisso risorto perché – come affermava Riccardo di San Vittore – «ubi amor, ibi oculus» (cf. Beniamin minor 13). I nostri occhi siano rivolti al Cristo risorto, l’Amato che ci rivela una volta per sempre Dio come l’Amante, la Sorgente dell’Amore.

Enzo Bianchi


AVVISI

Domenica 20 aprile Santa Messa alle ore 09,00 e 11,00. Non c’è la messa delle 19,00

Lunedì 21 aprile non c’è la messa.

Giovedì 24 aprile:
ore 09.00 – 12.00 Adorazione Eucaristica;
ore 17,00 “I 15 giovedì di S. Rita”.
ore 17,45 Rosario Vocazionale;

Venerdì 25 aprile non c’è messa